Precipitevolissimevolmente

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ritratto di Francesco Moneti

Precipitevolissimevolmente è la parola d'autore (non appartenente al linguaggio scientifico e/o matematico) più lunga della lingua italiana con le sue 26 lettere e 11 sillabe.

Nella lingua italiana esistono parole più lunghe, come psiconeuroendocrinoimmunologia, che ha 30 lettere e 13 sillabe[1][2], o anche i nomi di alcuni composti chimici che sono ancora più lunghi[1], ma sono parole appartenenti al lessico medico-scientifico e non parole d'autore.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origine[modifica | modifica wikitesto]

L'avverbio (che significa "in modo assai rapido, precipitevole")[3] fu coniato nel 1677 da Francesco Moneti per esigenze poetiche ne La Cortona convertita:[4]

«Come gonfio pallon, che spesso balza
quando è caduto, e vien gettato al piano,
o che talor verso le stelle incalza
di esperto giocator possente mano,
e da tal forza spinto assai s’inalza
verso del cielo, ed il fermarsi è vano,
perché alla terra alfin torna repente
precipitevolissimevolmente.»

Lo scopo del Moneti era di ottenere una parola che fosse di per sé un endecasillabo, stravolgendo le norme grammaticali della lingua italiana, infatti il superlativo corretto dell'avverbio "precipitevolmente" sarebbe "precipitevolissimamente", che ha tre lettere e una sillaba in meno.[3][5]

Un antecedente di avverbio endecasillabo, costruito nella stessa falsariga, è "sovramagnificentissimamente", citato da Dante Alighieri nel De vulgari eloquentia, di 27 lettere, il quale però non appare nel vocabolario della lingua italiana.[6]

Diffusione[modifica | modifica wikitesto]

La parola fu poi riutilizzata per la prima volta da Andrea Casotti nell'opera burlesca La Celidora, ovvero Il governo di Malmantile del 1734:[3]

«chi troppo in alto sal cade sovente
precipitevolissimevolmente»

Anche Carlo Goldoni nella commedia Il teatro comico del 1750 (atto I, scena 11) la utilizza come espediente "buffo":[3]

«Petronio: Si può ben dire, che è fatta precipitevolissimevolmente.»

L'avverbio fu accettato, nei secoli XVIII-XIX, esclusivamente come uno «scherzo, il quale, benché giudiziosamente omesso dalla Crusca, in tutte le edizioni, tuttavia poté essere graziosamente ripetuto»,[8] come ricorda ancora nel 1831 il noto linguista Giacinto Carena.

Nel 1949 venne riutilizzato da Guido Martina nella versificazione in terzine dantesche della storia a fumetti L'inferno di Topolino, precisamente nell'ultima tavola della prima puntata:

«Poscia un ventilatore ultrapossente
li scaglia in un ciclone di tempesta
precipitevolissimevolmente...»

La parola ha dato il titolo a una canzone incisa nel 1962 dalla cantante italiana Caterina Valente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Qual è la parola più lunga della lingua italiana?, su paginainizio.com. URL consultato il 25 marzo 2021.
  2. ^ ‘Precipitevolissimevolmente’ non è la parola più lunga dell’italiano, su fanpage.it. URL consultato il 25 marzo 2021.
  3. ^ a b c d Precipitevolissimevolmente, su Una parola al giorno, 10 novembre 2014. URL consultato il 9 novembre 2015.
  4. ^ a b Moneti.
  5. ^ Rossi (1991), p. 122.
  6. ^ Filippo Grillo, Scioglilingua, in Corriere della Sera, 24 novembre 2010. URL consultato il 9 novembre 2015.
  7. ^ Casotti p. 242
  8. ^ Carena, cap. VI, p. 34.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]