Porto Flavia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Porto Flavia
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàIglesias
IndirizzoStrada Provinciale 83, - Iglesias, Frazione Masua 47, 09016 Iglesias e Frazione Masua, Iglesias
Coordinate39°20′10.25″N 8°24′28.55″E / 39.33618°N 8.40793°E39.33618; 8.40793
Caratteristiche
TipoGalleria mineraria a picco sul mare
Istituzione1924
Apertura1924/1925
Chiusuraanni sessanta
Visitatori63 825 (2022)
Sito web

Porto Flavia è una infrastruttura di servizio dell'area mineraria di Masua, oggi non più operativa, situata nella zona sud-occidentale della Sardegna e ricade amministrativamente nel comune di Iglesias, provincia del Sud Sardegna, in quella che oggi è la località balneare di Masua. La lunghezza misura circa 600 m.

Pur essendo un sito minerario, non si trattava di una miniera, bensì di un porto d'imbarco del materiale estratto dalle miniere vicine. Fu progettato dall'ingegnere veneziano Cesare Vecelli e realizzato nel 1924; prese il nome dalla figlia primogenita dell'ingegnere stesso[1].

La miniera[modifica | modifica wikitesto]

Ingresso

La miniera di piombo e argento di Masua è stata una delle più importanti del territorio, sfruttata sin dalla fine del '600, e una delle ultime a chiudere nel 1960[2]. Nel 1882 venne visitata[3] da un giovanissimo Gabriele D'Annunzio, all'epoca corrispondente della rivista Cronaca bizantina, e dalla visita scaturì una descrizione, tanto dura quanto avvincente, delle condizioni lavorative e di vita dei minatori.

Realizzazione[modifica | modifica wikitesto]

L'intera installazione portuale fu realizzata scavando all'interno della montagna a picco sul mare due gallerie sovrapposte: quella superiore, dove i materiali estratti dopo essere giunti sul luogo tramite una ferrovia Decauville venivano scaricati e quella inferiore da dove, per mezzo di un nastro trasportatore estraibile, il materiale veniva stivato direttamente sulle navi alla fonda. Tra le due gallerie erano sistemati nove enormi sili per lo stivaggio del materiale capaci di contenerne fino a 10 000 tonnellate.

La realizzazione di Porto Flavia permise alla società mineraria belga Vieille Montagne, proprietaria delle miniere della zona, di abbattere i costi di imbarco dei materiali che, fino ad allora, venivano caricati a mano nelle bilancelle (piccole imbarcazioni a vela latina) carlofortine per essere trasportate nei magazzini dell'isola di San Pietro, dalla quale venivano poi imbarcate per le località di destinazione.

Riconversione turistica[modifica | modifica wikitesto]

L'impianto fu dismesso negli anni sessanta con il progressivo abbandono dell'attività estrattiva della zona. Come vari siti minerari della zona a fine novecento Porto Flavia è stato sottoposto ad un intervento di restauro, con successiva riapertura al pubblico di visitatori e turisti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Miniera di Masua - Porto Flavia, su minieredisardegna.it, Miniere di Sardegna. URL consultato il 22 agosto 2011.
  2. ^ Miniere di Sardegna, su minieredisardegna.it. URL consultato il 6 giugno 2023.
  3. ^ D'Annunzio e la miniera di Masua, su gentedisardegna.it. URL consultato il 6 giugno 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]