Pode

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando il calciatore svedese, vedi Marcus Pode.
Pode
SagaCiclo troiano
Nome orig.
1ª app. inIliade di Omero
Caratteristiche immaginarie
Epitetoricco e gagliardo
Luogo di nascitaTebe Ipoplacia

Nella mitologia greca, Pode (in greco Ποδής Podḕs) era il nome di un giovane guerriero troiano, originario della Cilicia. La sua vicenda è narrata nel libro XVII dell'Iliade di Omero. Viene ucciso da Menelao durante la contesa attorno al cadavere di Patroclo.

Il mito[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Quando Paride, figlio di Priamo re di Troia, prese con sé Elena moglie di Menelao, scoppiò una guerra fra la Grecia e i troiani. Pode era un giovane abitante della città di Troia, originario della Cilicia, che si ritrovò coinvolto nelle battaglie. Figlio del re Eezione, e dunque fratello di Andromaca, era sopravvissuto al massacro in cui erano periti gli altri maschi della sua famiglia. Pode era ricco e nobile, non solo di nascita ma anche di carattere: fu sempre al fianco del cognato Ettore, che lo stimava molto ed era suo compagno quando si trattava di banchettare allegramente.

La morte[modifica | modifica wikitesto]

Il giovane fu ucciso in combattimento da Menelao, che poi trascinò via il cadavere suscitando l'ira e il dolore di Ettore.

 " V'era tra i Teucri Pode, figlio d'Eezione,
ricco e gagliardo; molto Ettore l'onorava
fra il popolo, ché gli era caro compagno ai banchetti;
questo il biondo Menelao colpì nella cintura
mentre balzava a fuggire lo trapassò col bronzo:
rimbombò stramazzando, e l'Atride Menelao
prese a tirare il corpo dai Teucri fra i suoi "

(Omero, Iliade, libro XVII, traduzione di Rosa Calzecchi Onesti)

Interpretazione e realtà storica[modifica | modifica wikitesto]

Sovrapponibile in parte a Pode è il virgiliano Serrano, giovinetto rutulo amante del gioco e del vino: benvoluti entrambi dai loro commilitoni.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  • Omero, Iliade libro XVII versi 575-81.

Traduzione delle fonti[modifica | modifica wikitesto]

  • Rosa Calzecchi Onesti, Omero. Iliade, seconda edizione, Torino, Einaudi, 1990.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]