Pitagora di Reggio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando Pitagora di Samo, matematico, legislatore, filosofo, mago, vedi Pitagora.

Pitagora di Reggio, meglio noto come Pitagora reggino o Pitagora di Reggio (in greco antico: Πυθαγόρας?, Pythagoras; Rhegion, fine del VI secolo a.C. – metà del V secolo a.C.), è stato uno scultore greco antico attivo tra il 480 e il 450 a.C circa, nel Peloponneso e in Magna Grecia. Le fonti lo ricordano unicamente come bronzista.

Da non confondere con un altro Pitagora, pittore e scultore, nativo di Samo (la cui firma troviamo sulla statua del pugile Eutimo ritrovata a Olimpia).

Biografia e opere[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Rhégion, fiorente città della Magna Grecia, fu discepolo di Clearco di Reggio (Paus., VI.4.3).

Nell'elenco dei cinque migliori bronzisti greci, che Plinio il Vecchio riprende da Senocrate di Sicione, a Pitagora viene assegnato il quarto posto, dopo Fidia, Policleto e Mirone; inoltre, riferendosi all'arte di Mirone, Plinio afferma:

«lo superò Pitagora di Reggio in Italia col Pancratiaste dedicato a Delfi […]. Fece anche Astilo che si vede a Olimpia […]; a Siracusa fece poi uno Zoppo[1] tale che anche a chi lo guarda sembra di sentire il dolore della sua piaga […]; Pitagora fu il primo a riprodurre i tendini e le vene e il primo a trattare i capelli con maggiore diligenza degli altri, suddividendoli con precisione.»

Pitagora viene indicato dunque come il primo scultore ad avere una cura minuziosa di particolari come capelli, tendini e vene, un'attenzione che è tipica dello stile severo e che non riguarda il minuto particolare fine a se stesso, ma la struttura dell'anatomia umana indagata come un tutto organico. Le caratteristiche del suo lavoro hanno permesso di attribuirgli dubitativamente moltissime opere e diversi capolavori dell'arte scultorea di passaggio tra lo stile severo e quello protoclassico: secondo recenti studi potrebbe essere l'autore di una o entrambe le statue note come Bronzi di Riace.

Le numerose opere attribuite a Pitagora dagli antichi (Plinio e Pausania), soprattutto statue di atleti vincitori a Olimpia e a Delfi, ma anche eroi mitologici e effigi divine, sono perdute e nessuna copia dei suoi lavori è stata identificata con certezza; alcune sono in parte riconoscibili in bronzetti, altre in riproduzioni fatte su gemme, cammei, o sulle monete siciliane e italiote.

Bronzi[modifica | modifica wikitesto]

Satuetta raffigurante Apollo proveniente da Celia peuceta, attribuita a Pitagora e alla sua scuola

Pitagora avrebbe realizzato, secondo il resoconto che Pausania fa nel VI libro della sua Descrizione, diverse statue di atleti olimpici:

  • il lottatore Leontisco di Messina (VI.4.3);
  • Protolao di Mantinea (VI.6.1);
  • Dromeo di Stinfale (VI.7.10);
  • Astilo di Crotone (VI.13.1);
  • Mnasea di Cirene libico (VI.13.7);
  • Cratistene di Cirene, vincitore della corsa coi carri (VI.18.1).

Inoltre sono sue opere:

  • Apollo che uccide il serpente Pitone di Crotone;
  • Bronzi di Riace di Argo;
  • Europa su Toro di Taranto;
  • Filottete di Siracusa;
  • Quadriga di Mnaseas di Cirene.

Marmi[modifica | modifica wikitesto]

Benché gli antichi non facciano cenno alla sua attività statuaria in marmo, gli sono state attribuite le statue:

Galleria di opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ da identificarsi con l'eroe greco Filottete
  2. ^ Frel 1985.
  3. ^ De Miro 1968.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Henri Lechat, Pythagoras de Rhegion, Ouvrage contenant 18 figures dans le texte. Thèse pour le Doctorat présentée a la Faculté des Lettres de l'Université de Paris. Rey, Lyon 1905
  • Sebastiana Lagona, Pitagora di Reggio: cronologia e identificazione delle opere, "Cronache di archeologia e di storia dell'arte", 6 (1967).
  • Ernesto De Miro, Il guerriero di Agrigento e la scultura di stile severo in Sicilia, "Cronache di archeologia e di storia dell'arte", 7 (1968), pp. 143–156.
  • Jiri Frel, L'auriga di Mozia: un'opera di Pitagora di Reggio, "La Parola del Passato", VIII, 1985, pp. 64–68
  • Sandro Stucchi, Le due statue di bronzo dal mare di Riace, Una revisione, in "Atti dell'Accademia Nazionale dei Lincei, Rendiconti", XLI, 1986, pp. 111–135;
  • Antonio Arcudi, Pitagora di Reggio: vita e opere di un artista magnogreco, in "I Bronzi di Riace studi e ricerche", 2020, pp. 151-158;
  • Daniele Castrizio, Saverio Autellitano, Cristina Iaria, Dal mito alla storia, il mistero dei Bronzi di Riace, Soveria Mannelli 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN59880321 · ISNI (EN0000 0000 1036 639X · CERL cnp00589153 · ULAN (EN500100010 · GND (DE118793756 · WorldCat Identities (ENviaf-59880321