Pieve di San Leonino in Conio

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Pieve di San Leonino in Conio
Facciata con a sinistra la compagnia
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàSan Leonino (Castellina in Chianti)
Coordinate43°25′12.68″N 11°17′51.58″E / 43.420189°N 11.297661°E43.420189; 11.297661
Religionecattolica
Arcidiocesi Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino
ConsacrazioneXI secolo
Stile architettonicoromanico

La pieve di San Leonino in Conio si trova a San Leonino, nel comune di Castellina in Chianti, in provincia di Siena.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il piviere di San Leonino è situato sul versante valdelsano dei Monti del Chianti ed è ricordato in documenti datati 1043, 1076 e 1077. A quel tempo faceva parte della diocesi di Fiesole ma trovandosi al confine tra le diocesi di Fiesole, Firenze, Siena e Volterra fu sempre al centro di contese per ottenerne il controllo. Il vescovo di Fiesole ottenne la conferma dei suoi possessi su San Leonino in ben quattro bolle pontificie spedite da papa Pasquale II nel 1103, da papa Innocenzo II nel 1134 e nel 1143 e da papa Eugenio III nel 1153. Il piviere era composto da 15 suffraganee anche se alcune di esse economicamente dipendevano dalla non lontana Badia a Coltibuono.

Il toponimo in Conio appare per la prima volta nel cosiddetto Lodo di Poggibosi, pronunciato dal Podestà di Poggibonsi Ogerio in data 4 giugno 1203 che regolava il confine tra Firenze e Siena. Nel corso del XIV secolo, in seguito alle varie contese territoriali tra Firenze e Siena, la pieve entrò definitivamente all'interno dello stato fiorentino.

Nel 1592 insieme alle chiese di Leccia e di Rondinella venne assegnata alla nuova diocesi di Colle, fatto questo che comportò la perdita di quasi tutto il suo territorio. Alla fine del XVIII secolo, forse a causa di un cedimento strutturale la chiesa venne in gran parte riedificata. Nel XIX secolo la chiesa era ormai ridotta a semplice parrocchia.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

In origine la pieve di San Leonino in Conio era una basilica a tre navate scandite da cinque pilastri rettangolari e terminante in un'abside, nel corso del XVIII secolo la chiesa fu ridotta da tre ad una navata e quindi ristrutturata.

La parte più interessante dell'edificio è la tribuna dove spicca il volume dell'abside centrale che presenta una monofora a doppio sguancio e archivolto monolitico; la coronatura del volume absidale presenta una cornice sgusciata. Nella fiancata nord si intravedono le tracce di una delle due navate minori che dovevano terminare anch'esse in un'abside semicircolare nella quale si apriva una stretta monofora.

All'interno. all'altezza del presbiterio è possibile riconoscere le sagome dei pilastri e dell'ultima campata della chiesa romanica. L'aspetto medievale è dovuto ai ripristini ottocenteschi che hanno riguardato anche la decorazione a stelle delle volte interne.

Alla sua sinistra sorge il piccolo edificio già sede della Compagnia.

Piviere di San Leonino[modifica | modifica wikitesto]

Canoniche[modifica | modifica wikitesto]

Abside

Chiese[modifica | modifica wikitesto]

  • chiesa di San Pietro a Cignan Rosso
  • chiesa de Santi Cesareo e Donato a Cerna
  • chiesa di San Cristoforo a Scorico
  • chiesa di San Lorenzo a Tregole
  • chiesa di San Giusto a Cignan Bianco
  • chiesa di San Martino a Fonterutoli
  • chiesa di San Salvatore a Castellina in Chianti
  • chiesa di San Bartolomeo a Godenano
  • chiesa di San Michele alla Leccia
  • chiesa di San Martino a Rondinella
  • chiesa di San Pietro a Gagliano

Spedali[modifica | modifica wikitesto]

  • spedale di Gagliano

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Lami, Sanctae Ecclesiae Florentinae monumenta, Firenze, Tipografia Salutati, 1758.
  • Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846.
  • Emanuele Repetti, Dizionario corografico-universale dell'Italia sistematicamente suddiviso secondo l'attuale partizione politica d'ogni singolo stato italiano, Milano, Editore Civelli, 1855.
  • Attilio Zuccagni-Orlandini, Indicatore topografico della Toscana Granducale, Firenze, Tipografia Polverini, 1857.
  • Cesare Paoli, Il Libro di Montaperti (MCCLX), Firenze, Viesseux, 1889.
  • Luigi Pagliai, Il Regesto di Coltibuono (Regesta Chartarum Italiae), Roma, Loescher, 1907.
  • Antonio Casabianca, Guida storica del Chianti, Firenze, 1908.
  • Pietro Guidi, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1274-1280, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1932.
  • Pietro Guidi, Martino Giusti, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1295-1304, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1942.
  • Robert Davidsohn, Storia di Firenze, Firenze, Sansoni editore, 1956-1968.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, I castelli dell'antica Lega del Chianti, Firenze, LEF, 1962.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Chiese romaniche del Chianti, Firenze, Salimbeni, 1966.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Chiese romaniche in Valdelsa, Firenze, Salimbeni, 1968.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Architettura romanica religiosa nel contado fiorentino, Firenze, Salimbeni, 1974.
  • Paolo Cammarosano, Vincenzo Passeri, I Castelli del Senese, Siena, Monte dei Paschi, 1976.
  • Renato Stopani, Il contado fiorentino nella seconda metà del Duecento, Firenze, Salimbeni, 1979.
  • Raymond Flower, Chianti.Storia e Cultura, Firenze, Bonechi, 1981.
  • Giovanni Brachetti Montorselli, Italo Moretti, Renato Stopani, Le strade del Chianti Classico Gallo Nero, Firenze, Bonechi, 1984.
  • Renato Stopani, Chianti Romanico, Radda in Chianti, Centro di studi storici chiantigiani, 1987.
  • Franco Cardini, Alta Val d'Elsa: una Toscana minore?, Firenze, SCAF, 1988.
  • Paolo Cammarosano, Abbadia a Isola. Un monastero toscano nell'età romanica, Castelfiorentino, Società Storica della Val d'Elsa, 1993.
  • Andrea Duè, Atlante Storico della Toscana, Firenze, Le Lettere, 1994.
  • AA. VV., Chiese medievali della Valdelsa. I territori della via Francigena tra Siena e San Gimignano, Empoli, Editori dell'Acero, 1996, ISBN 88-86975-08-2.

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