Pieve di San Giovanni Battista (Busto Arsizio)

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Pieve di San Giovanni Battista
Pieve di San Giovanni Battista (Busto Arsizio)
Informazioni generali
CapoluogoBusto Arsizio
99.839 abitanti (1972)
Dipendente daArcidiocesi di Milano
Suddiviso in21 parrocchie (1972)
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Evoluzione storica
Inizio4 aprile 1583
CausaCreazione ad opera del cardinale Carlo Borromeo
Fine1972
CausaSinodo Colombo
Preceduto da Succeduto da
Pieve dei Santi Stefano e Lorenzo di Olgiate Olona Decanato di Busto Arsizio

La pieve di San Giovanni Battista di Busto Arsizio (in latino Plebis Sancti Johannis Baptistae Busti Arsitiiensis) era il nome di un'antica pieve dell'arcidiocesi di Milano con capoluogo Busto Arsizio (VA). Ricade oggi sotto il decanato di Busto Arsizio e comprende 17 parrocchie.

Il patrono è san Giovanni Battista, festeggiato in città il 24 giugno. A lui è dedicata una delle due chiese prepositurali di Busto Arsizio (l'altra porta il nome di san Michele Arcangelo, compatrono della città)[1].

Il borgo di Busto Arsizio godette peraltro di un particolare rango anche a livello civile, tale da affidargli anche in tale ambito delle prerogative plebanee pur non essendolo territorialmente.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine del Rinascimento la chiesa si mostrò molto più pronta dello Stato a riconoscere i mutamenti demografici che avevano investito il territorio lombardo nel corso del Basso Medioevo. La mappa delle pievi nell'Alto Milanese non rispecchiava più il tessuto urbano, nel quale erano sorte più fiorenti città in luogo di altri paesi decaduti. La cittadina di Busto Arsizio divenne sede plebana dopo che l'arcivescovo milanese san Carlo Borromeo aveva deciso, con decreto del 4 aprile 1583, di trasferire in questa città le funzioni plebane dell'antica pieve di Olgiate Olona,[3] la quale si era trovata molto in decadenza nei secoli a favore della fiorente Busto Arsizio.[4] Bisogna tuttavia sottolineare come tale trasferimento ecclesiastico non ebbe effetti civili, per i quali la pieve di Olgiate continuò ad esistere nei secoli successivi.[5] Il successo di Busto Arsizio si basò su due fattori, non solo il forte sviluppo borghese in età comunale, ma anche la fortunata posizione geografica al triplice confine fra la pieve di Olgiate, cui apparteneva nel medioevo, la pieve di Dairago che cercò di attrarla nel Rinascimento, e la pieve di Gallarate cui formalmente poi fu trasferita. Il comune di Busto riuscì quindi a farsi riconoscere particolari privilegi anche in ambito civile, eleggendo un suo rappresentante alla Congregazione del Ducato, il consiglio provinciale di Milano, come fosse una pieve a sé stante.

Nel 1647 la prepositura diede ordine di erezione di una parrocchia dedicata a san Giovanni Battista nella frazione di Bergoro a Fagnano Olona, che andò ad unirsi alle già numerose chiese amministrate in cura d'anime dalla pieve. Nel XVI secolo, inoltre, fu soppressa la parrocchia di San Martino di Fagnano Olona, la quale però venne ricostituita nel XVII secolo. Il 31 marzo 1608 anche Rescaldina poté godere dell'elevazione a parrocchia.[5]

L'ingresso della pieve di Legnano nell'amministrazione plebana lombarda, fece sì che nel 1622 la parrocchia di Rescaldina si staccasse dalla pieve di Busto Arsizio per unirsi a quella di Legnano.[5]

Busto Arsizio divenne ad ogni modo sede di un vicariato, passato poi a vicariato foraneo nel XIX secolo e tale è rimasta anche dopo la soppressione delle pievi voluta dal cardinale milanese Giovanni Colombo con un sinodo apposito nel 1972.[5]

Prevosti[modifica | modifica wikitesto]

Segue l’elenco dei prevosti della pieve di Busto Arsizio[6]:

  • 1583 - Ippolito Seta
  • 1589 - Camillo Frigio
  • 1593 - Paolo Gerolamo Candiani
  • 1611 - Giovanni Antonio Armiraglio
  • 1658 - Francesco Bossi
  • 1684 - Girolamo Pozzi
  • 1693 - Felice Curioni
  • 1716 - Alessio custodi
  • 1728 - Carl'Antonio Ranzani
  • 1735 - Pietro Borroni
  • 1779 - Francesco Bossi
  • 1787 - Antonio Giani
  • 1804 - Giovanni Maggi
  • 1832 - Bartolomeo Piazza
  • 1872 - Giuseppe Tettamanti
  • 1901 - Carlo Castelli (poi arcivescovo di Fermo)
  • 1906 - Paolo Borroni
  • 1935 - Norberto Perini (poi arcivescovo di Fermo)
  • 1942 - Giovanni Galimberti

Parrocchie[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA.VV. La Chiesa di San Michele, Origine e Storia. Vol. I. pag. 15, nota 4.
  2. ^ lombardiabeniculturali
  3. ^ Dalla quale a sua volta fu scorporata Legnano, che passò alla guida della a sua volta soppressa pieve di Parabiago.
  4. ^ Lombardia Beni Culturali - Pieve di Busto Arsizio, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 10 novembre 2012.
  5. ^ a b c d Lombardia Beni Culturali - Pieve di Olgiate Olona, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 10 novembre 2012.
  6. ^ Pio Bondioli, Storia di Busto Arsizio, Varese, La Tipografica. Inserito in Spunti di storia e di cultura raccolti e ordinati a cura di Stefano Ferrario, Milano, Bramante Editrice, 1964, p. 284.
  7. ^ Frazione di Fagnano Olona.
  8. ^ con Castegnate.
  9. ^ con Massina.
  10. ^ con Nizzolina.
  11. ^ In occasione del passaggio della parrocchia a Busto Arsizio, il comune passò alla pieve di Dairago.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero. Manoscritto della Biblioteca Capitolare di Milano, a cura di M. Magistretti, U. Monneret de Villard, Milano, 1917.
  • Diocesi di Milano. Sinodo 46°, Milano, 1972, Pubblicazione curata dall'ufficio stampa della Curia arcivescovile di Milano.
  • G. Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Roma, 1974.
  • Istituzione dei nuovi vicariati urbani e foranei, 11 marzo 1971, Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano, Rivista Diocesana Milanese, 1971.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]