Pietro Capuzi

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Pietro Capuzi (Visso, 1890Ussita, 9 maggio 1944) è stato un partigiano italiano.

Pietro Capuzi
NascitaVisso, 1890
MorteVena d'Oro di Ussita, 9 maggio 1944
Cause della morteFucilazione
Luogo di sepolturaCimitero di Visso
Dati militari
Paese servitoItalia
Forza armataComitato di Liberazione Nazionale (CLN)
CorpoBrigate Garibaldi
GradoCommissario politico
Comandante diBrigata Spartaco
DecorazioniMedaglia d'oro al Valor Militare alla memoria
Onorificenza del Quirinale
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Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Prese parte alla prima guerra mondiale da cui tornò ferito; dopo l'8 settembre 1943 si diede all'organizzazione della resistenza, riuscendo a costituire a Visso un importante centro di guerriglia partigiana.

Amico di Sandro Pertini e di Carla Voltolina, fu commissario politico della Brigata Spartaco ed entrò a far parte del comando umbro-marchigiano delle Brigate Garibaldi, organizzate dal Partito Comunista Italiano.

Sfuggì più volte ai tedeschi, che avevano messo sulla sua testa una grossa taglia, ma fu catturato mentre stava compiendo una missione ispettiva. Dopo essere stato barbaramente torturato, venne fucilato in località Vena d'Oro di Ussita.

Dopo la sua morte la Brigata Spartaco si riorganizzò e si fuse al Gruppo 202, formando il Battaglione Capuzi di stanza a Fiastra.

Sul luogo della sua morte è stato edificato un monumento; a Pietro Capuzi è stata dedicata una targa commemorativa[1] affissa sulla sua casa di Visso e sono state intitolate una piazza a Visso, una strada a Macerata e la sezione ANPI dell'Alto Nera.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Partigiano combattente, è stato insignito della Medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ritrovando nella lotta partigiana lo slancio e l’energia della gioventù, benché avanzato negli anni, si adoperava indefessamente a costituire in Visso un centro di resistenza e di guerriglia partigiana, dando prova di alto spirito di sacrificio e di eroico disprezzo di ogni pericolo. Nei momenti più gravi della reazione nazista, assumeva personalmente il comando di tre Brigate Garibaldine ed animando con l’esempio e la parola i suoi compagni di lotta infrangeva ogni attacco, mantenendo le sue forze sempre più agguerrite e temibili per il nemico. Sfuggendo più volte ai tedeschi che accanitamente lo ricercavano e malgrado la forte taglia che gravava sulla sua testa, continuò instancabile la sua sempre più pericolosa attività, finché, preso dal nemico ad Ussita, sopportate fieramente disumane torture, veniva passato per le armi nel luogo stesso della cattura, dopo otto mesi di eroica incessante lotta per la liberazione della Patria. Ussita, 9 maggio 1944[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fotografia della targa commemorativa (JPG), su cronachemaceratesi.it.
  2. ^ Nasce la Sezione ANPI dell’Alto Nera “Pietro Capuzi”, su anpimacerata.it.
  3. ^ CAPUZI Pietro, su quirinale.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • 1° Circolo Didattico di Tolentino, "Pietro Capuzi e la Resistenza nel maceratese", Tolentino (Mc), 1980
  • ANPI/ISREC, "La Resistenza nel maceratese", Macerata, 25 aprile 2010

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Giornale ANPI, 25/4/2010
Storia Marche 900 Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive.
Carla, la partigiana "first-lady" Archiviato il 13 novembre 2007 in Internet Archive.