Pietro Barcellona

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Pietro Barcellona

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato1979 –
1983
LegislaturaVIII
Gruppo
parlamentare
PCI
Incarichi parlamentari
membro della commissione Giustizia

Dati generali
Partito politicoPartito Comunista Italiano
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneDocente universitario

Pietro Barcellona (Catania, 12 marzo 1936San Giovanni la Punta, 6 settembre 2013) è stato un giurista e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

È stato docente di diritto privato e di filosofia del diritto presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Catania. È stato membro del Consiglio superiore della magistratura.

Si laurea in Giurisprudenza nel 1959 e nel 1963 consegue la libera docenza in Diritto Civile, insegnando a Messina. Dal 1976 al 1979 è componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Ha diretto il Centro per la Riforma dello Stato, fondato con Pietro Ingrao.

Nel 1979 è stato eletto deputato nelle file del Partito Comunista Italiano ed è stato membro della commissione giustizia della Camera fino al 1983 [1].

A causa della sua formazione teorica materialista, ha suscitato nel 2010 molto scalpore la sua conversione raccontata nel libro Incontro con Gesù.[2]

Docente emerito di filosofia del diritto all'università di Catania, è morto all'età di 77 anni la sera del 6 settembre 2013.

Presso l'Università degli studi di Catania e, più in generale nell'ambiente politico locale, era soprannominato "il Barone Rosso".

Opere[modifica | modifica wikitesto]

È autore di novantaquattro pubblicazioni. Ne seguono alcune:

Pietro Barcellona e la pittura[modifica | modifica wikitesto]

Una delle più grandi passioni di Pietro Barcellona, è stata senza dubbio la pittura. Comincia a dipingere all'età di 20 anni. Due sue opere si trovano in esposizione permanente presso il "Museo dei Castelli Romani". Un suo quadro fa parte della collezione permanente della Salerniana, Galleria Civica d'Arte Contemporanea "Giuseppe Perricone". Vanta diverse personali:

  • 1959 - "Mostra Città di Catania";
  • 1997 - "Galleria Arte Club" di Catania, con testi critici di Manlio Sgalambro e Salvo Di Stefano;
  • 2001 - "Galleria Arte Club" di Catania. Espone un nucleo di ventiquattro opere sul tema "La città della donna" con testo critico di Giuseppe Frazzetto;
  • 2002 - "Tensioni metropolitane" presso "Fondazione Luigi Di Sarro" di Roma;
  • 2002 - "Galleria Quadrifoglio" di Siracusa;
  • 2002 - "Fondazione Filiberto Menna" di Salerno;
  • 2003 - "Mitologia del quotidiano" presso "Galleria La Borgognona" di Roma, con testi in catalogo di Simonetta Lux e Domenico Guzzi[3];
  • 2003 - "Contrasti" presso "Galleria Tornabuoni" di Firenze, con testo in catalogo di Fabio Fornaciai e dello stesso Barcellona[3];
  • 2004 - "Museo dell'Infiorata" di Genzano;
  • 2006 - "L'impossibile completezza" presso il "Museo Laboratorio di Arte Contemporanea" di Roma, a cura di Patrizia Ferri e Mario de Candia[4];
  • 2011 - "Il desiderio impossibile" presso "Le Ciminiere", Sala C2, di Catania, con testo critico di Mario Grasso.

Saggi sull'opera di Pietro Barcellona[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Su Pietro Barcellona, ovvero, riverberi del meno, Atti del Convegno di Studi su alcune opere di Pietro Barcellona, a cura di Mario Grasso. Prova d'Autore, 2015. ISBN 978-88-6282-154-4
  • W. Magnoni, Persona e società: linee di etica sociale a partire da alcune provocazioni di Norberto Bobbio, Glossa Edizioni, Milano, 2012. ISBN 978-88-7105-301-1
  • M. De Candia, P. Ferri, Pietro Barcellona raccontato dai suoi amici, Gangemi, 2006. ISBN 978-88-492-0933-4
  • T. Greco, Modernità, diritto e legame sociale, in «Materiali per una storia della cultura giuridica», XXXI (2001), n. 2, pp. 517–541.
  • S. Pegorin, Emergenza Antropologica. Pietro Barcellona e la lotta in difesa dell’umano

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Il 29 marzo 2014, il Comune di Misterbianco (CT) gli intitola una piazza.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN31992433 · ISNI (EN0000 0001 2126 5735 · SBN CFIV050017 · LCCN (ENn79021316 · GND (DE124874967 · BNE (ESXX1090776 (data) · BNF (FRcb11890184p (data) · J9U (ENHE987007258277905171 · WorldCat Identities (ENlccn-n79021316