Pieter Burman il Giovane

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Pieter Burman il Giovane

Pieter Burman (o Burmann), latinizzato in Petrus Burmannus (Amsterdam, 23 ottobre 1713Santhorst, 24 giugno 1778), è stato un filologo classico olandese. Si autodefinì il Giovane per distinguersi dallo zio Pieter Burman il Vecchio.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studiò con suo zio all'Università di Leida, e quindi legge e filologia con Carl Andreas Duker e Arnold von Drakenborch all'Università di Utrecht. Nel 1735 venne nominato professore di storia ed eloquenza a Franeker, alla quale venne abbinata la cattedra di poesia nel 1741. Negli anni seguenti lasciò Franeker per Amsterdam per assumere la cattedra di storia e filologia all'Athenaeum. Divenne poi professore di poesia (1744), bibliotecario generale (1752) e ispettore del gymnasium (1753). Nel 1777 si ritirò dall'insegnamento e morì il 24 giugno 1778 a Santhorst, vicino Wassenaar.

Assomigliava al suo più celebre zio nelle maniere e nell'indirizzo dei suoi studi, oltre che nel suo temperamento violento, che lo coinvolse in litigi con i contemporanei, in particolare con Saxe e Christian Adolph Klotz. Era un uomo di vasta cultura e aveva un grande talento per la poesia latina.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Miscellaneae observationes in auctores veteres et recentiores, in collaborazione con Jacques Philippe D'Orville suo predecessore nella cattedra all'Università di Amsterdam
  • Anthologia veterum Latinorum epigrammatum et poematum, 2 voll. (1759-1763)
  • Aristophanis Comoediae novem (1760)
  • Rhetorica

Completò le edizioni di Virgilio (1767) e Claudio Claudiano (1760), lasciate incomplete da suo zio, ed iniziò una edizione di Sesto Properzio, una delle sue migliori opere, stampata soltanto per metà al momento della sua morte. Essa venne poi completata da L. van Santen e pubblicata nel 1780.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN49257108 · ISNI (EN0000 0001 1061 4047 · BAV 495/85463 · CERL cnp01260288 · LCCN (ENnr00016218 · GND (DE117174556 · BNF (FRcb12115306x (data) · J9U (ENHE987007283558205171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr00016218