Pierre Clémenti

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Pierre Clémenti in Scusi, facciamo l'amore? (1968)

Pierre Clémenti (Parigi, 28 settembre 1942Parigi, 27 dicembre 1999) è stato un attore, regista e scrittore francese.

Importante interprete del cinema francese e italiano tra gli anni sessanta e settanta, è considerato una tra le figure rappresentative dello spirito di ribellione e dell'anticonformismo che caratterizzano quegli anni.

L'etichetta di "bello e dannato" gli rimase impressa anche nella vita: il suo arresto in Italia nel 1971 per possesso di droga provocò la protesta di tutta la comunità cinematografica. In seguito a questa esperienza, l'attore scrisse un libro, Carcere italiano (Quelques messages personnels), una testimonianza contro il codice penale italiano risalente al fascismo, contro un regime carcerario carente dal punto di vista umano, e contro la società repressiva.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Pierre Clémenti nacque a Parigi da padre sconosciuto e da madre di origine corsa, Rose Clémenti, che lavorava come custode. Trascorse un'infanzia difficile, passando da una famiglia affidataria all'altra, e con una madre incapace di occuparsi di lui poiché oppressa dalle difficoltà materiali. A 13 anni venne mandato in una casa di correzione, dove incontrò un educatore che gli fece scoprire la poesia. Ritornato a Parigi da adolescente, visse di piccoli lavori saltuari, come il tagliatore di pietra e il fattorino d'albergo, iniziando nello stesso tempo a seguire i corsi di recitazione della scuola del Théâtre du Vieux-Colombier.

Nel 1957 Clémenti fece la conoscenza di Eugène Ionesco, Samuel Beckett, Edgar Varèse e dell'attore francese Roger Blin, incontri determinanti per la sua futura carriera da attore. Il suo atteggiamento beatnik e apparentemente fragile, il suo bell'aspetto fisico e il suo charme fecero colpo negli ambienti artistici e intellettuali di Saint-Germain-des-Prés, consentendogli di iniziare la sua carriera di attore in alcuni lavori di Michel Deville.

Fu Alain Delon a presentare il giovane attore al regista Luchino Visconti che, impressionato, gli affidò il suo primo ruolo memorabile, quello di uno dei figli del principe Salina ne Il Gattopardo (1963). Rientrato a Parigi, entrò in contatto con lo scrittore, regista e drammaturgo Marc'O, artista impegnato nella ricerca e messa in pratica di un nuovo rapporto tra gli attori e la scena. Clémenti si lanciò con entusiasmo in questa avventura teatrale di avanguardia, a fianco di un gruppo di giovani attori che presto sarebbero diventati celebri come Bulle Ogier e Jean-Pierre Kalfon, ed esordì in teatro per i locali off parigini.

Nel 1967 Luis Buñuel gli affidò l'importante ruolo di protagonista in Bella di giorno, a fianco di Catherine Deneuve, che lo lanciò definitivamente come una vedette del cinema. Proprio in questo periodo acquistò una cinepresa 16mm e cominciò a realizzare da solo i propri film. Girerà molto materiale anche durante le riprese di Partner (1968) di Bertolucci.

Fedele alle sue convinzioni, Clémenti rifiutò di partecipare a pellicole da lui ritenute non interessanti e mantenne uno stile di vita dimesso, distribuendo i suoi cachet ai senzatetto e vivendo in una camera di poco prezzo.

Pierre Clémenti in Porcile (1969)

Fra il 1967 e il 1971 recitò in alcuni dei film più importanti di una stagione di profondo rinnovamento linguistico della scena cinematografica italiana e francese: Partner (1968) e Il conformista (1970) di Bernardo Bertolucci, Scusi, facciamo l'amore? (1968) di Vittorio Caprioli, I cannibali (1969) di Liliana Cavani, Porcile (1969) di Pier Paolo Pasolini, La via lattea (1969) di Luis Buñuel, Le Lit de la Vierge (1969), La Cicatrice Interieur (1970) di Philippe Garrel, Cutting Heads (1970) di Glauber Rocha.

Nel 1971 fu co-protagonista con Tomas Milian ne La vittima designata, dove offrì un'interpretazione intensa e poetica, sottolineata dal sottofondo musicale di Luis Bacalov. Nel giugno di quell'anno venne arrestato a Roma per detenzione e uso di stupefacenti; condannato a due anni di prigione, fu incarcerato a Regina Coeli, da dove uscirà dopo 18 mesi per insufficienza di prove e costretto ad abbandonare il Paese.

La traumatica esperienza lo segnerà per sempre e lo porterà a pubblicare nel 1973 il libro Quelques messages personnels (Pensieri dal carcere), vera e propria requisitoria contro l'ingiustizia e le condizioni della detenzione carceraria. Nell'opera autobiografica sono contenuti anche episodi essenziali della sua vita e della sua carriera folgorante.

Nonostante il suo periodo di maggiore successo potesse dirsi ormai concluso, Clémenti continuò a recitare, dando prove di intatte doti interpretative fino al 1998, anno in cui uscì Ideus Kinky - Un treno per Marrakech di Gillies MacKinnon.

Nel 1988 la Cinémathèque française gli dedicò un omaggio retrospettivo.

Pierre Clementi morì a Parigi il 27 dicembre 1999, a 57 anni, in seguito a un cancro. Nel 2008 e per tutto il 2009, a dieci anni dalla sua morte, gli vennero dedicati vari omaggi retrospettivi.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1965 sposò Margareth, dalla quale ebbe un figlio, Balthazar, nel luglio dello stesso anno, divenuto anch'egli attore.

Risposatosi con Nadine Hermand, da lei ebbe un figlio, Valentin.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Attore[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Doris Peternel, Pierre Clémenti, cinéaste, in La furia umana, n. 4, primavera 2010. URL consultato il 19 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).

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