Pentacloruro di uranio

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Pentacloruro di uranio
Nome IUPAC
Pentacloruro di uranio
Nomi alternativi
Cloruro di uranio(V)
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareUCl5
Massa molecolare (u)415,29
Aspettosolido bruno rossastro
Numero CAS13470-21-8
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)3,81
Solubilità in acquareagisce
Temperatura di fusione> 300 (decomposizione)
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
tossicità acuta tossico a lungo termine pericoloso per l'ambiente
Frasi H330, 300, 373, 411
Frasi S20/21, 45, 61

Il pentacloruro di uranio o cloruro di uranio(V) è il composto inorganico con formula UCl5, dove l'uranio ha numero di ossidazione +5. È un solido bruno rossastro volatile e instabile.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il pentacloruro di uranio fu scoperto nel 1874 da Henry Enfield Roscoe come sottoprodotto nella preparazione di UCl4.[1]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

UCl5 è un solido bruno rossastro, che può esistere in due diverse forme cristalline. La più comune è la forma α-UCl5, monoclinica, gruppo spaziale P21/n con costanti di reticolo a = 7,99; b = 10,69; c = 8,48 Å e β = 91,5°. Nella cella primitiva sono contenute 5 unità di formula UCl5. Gli atomi di uranio occupano un quinto dei siti ottaedrici, e due di questi ottaedri hanno un lato in comune formando unità dimere U2Cl10.[2] La specie dimera è presente anche allo stato vapore.[3]

La forma β-UCl5 appartiene al sistema triclino, gruppo spaziale P1 , e contiene le stesse unità U2Cl10.[4]

Sintesi[modifica | modifica wikitesto]

UCl5 si può preparare in vari modi. Un metodo prevede la riduzione e clorurazione di UO3 a riflusso in CCl4, a temperatura abbastanza bassa da evitare la formazione di UCl4. Un altro metodo è l'ossidazione di UCl4 con cloro.[5]

Reattività[modifica | modifica wikitesto]

UCl5 è un composto volatile e instabile. Anche in atmosfera inerte si decompone al di sotto dei 100 °C rilasciando cloro o disproporzionando:[4]

2UCl5 → 2UCl4 + Cl2
2UCl5 → UCl4 + UCl6

UCl5 è molto igroscopico e in acqua disproporziona formando UCl4 e UCl6. Reagisce istantaneamente anche con molti solventi organici come alcoli, acetone, eteri, diossano. È insolubile in benzene e xilene, mentre in solventi anidri come CCl4 e SOCl2 forma soluzioni abbastanza stabili.[4]

Tossicità / Indicazioni di sicurezza[modifica | modifica wikitesto]

Il composto non è disponibile in commercio. Data la sua instabilità è improbabile incontrarlo al di fuori di laboratori molto specialistici. Il prodotto non è classificato esplicitamente nella Direttiva 67/548/CE, ma come composto dell'uranio va considerato molto tossico e pericoloso per l'ambiente, nonché radioattivo.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Roscoe 1874
  2. ^ Smith et al. 1967
  3. ^ Gruen e McBeth 1969
  4. ^ a b c Morss et al. 2011
  5. ^ Clark et al. 1998
  6. ^ Composti dell'uranio nella banca dati GESTIS, su gestis-en.itrust.de. URL consultato il 7 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) D. L. Clark, D. W. Keogh, M. P. Neu, W. Runde, Uranium and uranium compounds, in Kirk-Othmer Encyclopedia of Chemical Technology, 4ª ed., John Wiley & Sons, 1998.
  • D. M. Gruen e R. L. McBeth, Vapor Complexes of Uranium Pentachloride and Uranium Tetrachloride with Aluminum Chloride. The Nature of Gaseous Uranium Pentachloride, in Inorg. Chem., vol. 8, n. 12, 1969, pp. 2625-2633.
  • H Martin e K. H. Eldau, Über die Beständigkeit des Uranpentachlorids, in Z. anorg. allg. Chem., vol. 251, n. 3, 1943, pp. 295-304, DOI:10.1002/zaac.19432510309. URL consultato il 5 novembre 2013.
  • (EN) L. R. Morss, N. M. Edelstein, J. Fuger, The Chemistry of the Actinide and Transactinide Elements, 4ª ed., Springer, 2011, ISBN 978-94-007-0210-3.
  • H. E. Roscoe, Ueber ein neues Uranchlorid, in Ber., vol. 7, n. 2, 1874, pp. 1131-1133, DOI:10.1002/cber.18740070260. URL consultato il 5 novembre 2013.
  • G. S. Smith, Q. Johnson e R. E. Elson, The Crystal Structure of Uranium Pentachloride, in Acta Cryst., vol. 22, 1967, pp. 300-303.
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