Pedicularis kerneri

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Pedicolare di Kerner
Pedicularis kerneri
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Orobanchaceae
Tribù Pedicularideae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Scrophulariales
Famiglia Orobanchaceae
Genere Pedicularis
Specie P. kerneri
Nomenclatura binomiale
Pedicularis kerneri
Dalla Torre, 1882

La pedicolare di Kerner (nome scientifico Pedicularis kerneri Dalla Torre, 1882) è una pianta parassita appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico (Pedicularis) deriva da un termine latino che significa "pidocchio" e si riferisce alla convinzione che queste piante infestino di pidocchi il bestiame al pascolo; altri giustificano l'etimologia del nome del genere all'opposto, ossia in quanto si pensa che queste piante liberino la testa dai pidocchi.[2][3][4] L'epiteto specifico (kerneri) è stato dato in ricordo del professore di botanico a Innsbruck Kerner A. von Marilaun (1831 - 1898).[5]

Il binomio scientifico di questa pianta è stato proposto per la prima volta dal biologo austriaco Karl Wilhelm von Dalla Torre (1850 - 1928) nella pubblicazione "Anleit. Beob. Alpenfl.: 176." del 1882.[6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione delle parti della pianta
Il portamento

Queste piante sono alte da 3 a 12 cm. La forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale. Sono inoltre piante parassite: le radici mostrano organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante.[2][5][7][8]

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici, spesso fusiforme o fascicolate, grosse e carnose, si distribuiscono a raggiera cercando di raggiungere le radici di altre piante per succhiarne la linfa.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

La parte aerea del fusto è prostrato; la superficie è pubescente.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie hanno un contorno lanceolato a forma due volte pennatosetta con segmenti più o meno profondamente dentati; la superficie è glabra e colorata di purpureo scuro; il rachide è alato. Dimensione delle foglie: larghezza 1 – 2 cm; lunghezza 6 – 9 cm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Le infiorescenze sono povere di fiori (2 - 3 o al massimo 6 fiori) raggruppati in una breve spiga capitata; i peduncoli dei fiori sono lunghi 2 – 5 mm. Le brattee dell'infiorescenza sono simili alle foglie cauline ma più brevi.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori

I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (del tipo bilabiato), tetrameri, ossia con quattro verticilli (calicecorolla - androceogineceo) e pentameri (la corolla e il calice sono a 5 parti). Lunghezza del fiore: 16 – 20 mm.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula[7]
  • Calice:il calice è gamosepalo con cinque denti diseguali di tipo crenato-lobato lunghi la metà della parte tubulosa (la base del calice è un tubo campanulato); la superficie è glabra o pubescente uniformemente. Lunghezza del calice: 8 – 9 mm.
  • Corolla: la corolla, a forma più o meno cilindrica, è gamopetala bilabiata a fauci aperte. Il tubo della corolla supera appena il calice. Delle due labbra, quello superiore è colorato più intensamente (purpureo), è falcato e termina in un becco allungato; quello inferiore è formato da tre lobi con superficie glabra. Il colore della corolla è roseo. Lunghezza della corolla: 16 – 18 mm. Lunghezza del becco: 3 – 5 mm.
  • Androceo: l'androceo possiede quattro stami didinami (due grandi e due piccoli - quelli inferiori hanno i filamenti allungati). I filamenti sono inseriti più o meno alla base della corolla e quelli degli stami anteriori sono densamente pubescenti. Le antere, dissimulate sotto il cappuccio del labbro superiore sono strettamente unite da una fitta peluria. La maturazione del polline è contemporanea allo stigma.[9]
  • Gineceo: l'ovario è supero formato da due carpelli ed è biloculare. Lo stilo inserito all'apice dell'ovario è del tipo filiforme; lo stigma è semplice ed è protruso brevemente oltre il cappuccio della corolla in modo da evitare l'auto-impollinazione.[9]
  • Fioritura: da luglio a agosto.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è una capsula loculicida bivalve a fusiforme, appuntita (a maturità è lunga il doppio del calice). I semi sono pochi a forma angolosa.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[10] – Distribuzione alpina[11])
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita / Alpico-Pirenaico.
  • Distribuzione: in Italia è una specie rara e si trova solamente nelle Alpi (è meno presente nella parte orientale). Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia, Svizzera e Austria (parte occidentale). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nei Pirenei.[11]
  • Habitat: l'habitat tipico per questo fiore sono i pascoli alpini, i curvuleti e le pietraie. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[11]
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 2100 fino a 2800 m s.l.m. (massimo 3050 m s.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: alpino e in parte quello nivale e quello subalpino.

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico Pedicularis kerneri appartiene alla seguente comunità vegetale:[11]

Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Juncetea trifidi
Ordine: Caricetalia curvulae

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza della specie (Orobanchaceae) comprende soprattutto piante erbacee perenni e annuali semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla a parte qualche genere completamente parassita) con uno o più austori connessi alle radici ospiti. È una famiglia abbastanza numerosa con circa 60 - 90 generi e oltre 1700 - 2000 specie (il numero dei generi e delle specie dipende dai vari metodi di classificazione[12][13]) distribuiti in tutti i continenti. Il genere Pedicularis comprende 400-500 specie (il genere più numeroso della famiglia con distribuzione quasi cosmopolita - manca in Africa e Australia) delle quali 23 sono presenti nella flora spontanea italiana.

Le tre sezioni del genere

La classificazione del genere è difficile in quanto la forma del fiore è molto simile tra specie e specie; inoltre il colore della corolla nel secco è indistinguibile. Pignatti nella "Flora d'Italia" divide le specie spontanee della flora italiana in tre gruppi in base alla forma del labbro superiore (vedi il disegno):[5]

  • Sez. Anodontae: l'apice del labbro superiore della corolla è arrotondato (né rostrato e né dentato).
  • Sez. Rhyncholophae: il labbro superiore della corolla è più o meno falcato e termina in un becco allungato.
  • Sez. Pedicularis: il labbro superiore della corolla è provvisto di due dentini sotto la parte falcata.

La specie P. kerneri appartiene alla sez. Rhyncholophae.

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Secondo una recente ricerca di tipo filogenetico la famiglia Orobanchaceae è composta da 6 cladi principali nidificati uno all'interno dell'altro. Il genere Pedicularis si trova nel quarto clade (relativo alla tribù Pedicularideae). All'interno della tribù il genere è in posizione "gruppo fratello" al resto dei generi della tribù.[14]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Pedicularis caespitosa (Sieber ex Rchb.) Steininger
  • Pedicularis letourneuxii Personnat
  • Pedicularis rhaetica A.Kern.
  • Pedicularis rostrata L. subsp. rostrata
  • Pedicularis rostrata L. var. caespitosa Sieber ex Rchb.

Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]

La pedicolare di Kerner in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Kerners Läusekraut
  • (FR) Pédiculaire de Kerner

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pedicularis kerneri, su The Plant List. URL consultato il 15 luglio 2015.
  2. ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 236.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag.294.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 21 giugno 2015.
  5. ^ a b c Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 596.
  6. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 15 luglio 2015.
  7. ^ a b Judd, pag. 496.
  8. ^ Strasburger, pag. 852.
  9. ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 237.
  10. ^ Conti et al. 2005, pag. 140.
  11. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 268.
  12. ^ Strasburger, p. 850.
  13. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  14. ^ McNeal, Bennet, Wolfe, Mathews.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, p. 236.
  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 15 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 268.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 137, ISBN 88-7621-458-5.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 596, ISBN 88-506-2449-2.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica, vol. 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Joel R. McNeal, Jonathan R. Bennett, Andrea D. Wolfe e Sarah Mathews, Phylogeny and origins of holoparasitism in Orobanchaceae, in American Journal of Botany, vol. 100, n. 5, maggio 2013, pp. 971-983 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2015).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]