Peace-enforcement

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L'imposizione della pace, nota anche come peace-enforcement, indica, in ambito internazionale, diverse operazioni militari svolte sulla base di quanto previsto dal capitolo VII dello Statuto delle Nazioni Unite, qualora le parti in causa non abbiano raggiunto un accordo consensuale per la cessazione delle ostilità. Si differenziano dalle operazioni di mantenimento della pace per la maggior forza militare impiegata.

In Italia questa tipologia di operazione militare è normata dall'articolo 11 della Costituzione.

Caratteristiche delle operazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il contingente militare, incaricato di svolgere questo tipo di operazioni, utilizza la forza o ne minaccia l'uso obbligando i contendenti al rispetto delle condizioni stabilite dal mandato.

Se necessario la forza militare può ricorrere al combattimento, questo tipo d'azione però si differenzia dalle operazioni di guerra per il fatto che non è finalizzata alla distruzione, delle forze contrapposte, ma all'imposizione coercitiva delle condizioni stabilite dal mandato.

Cronologicamente, la missione di imposizione della pace è attuata per portare le parti in conflitto e che hanno precedentemente fermato le ostilità con un cessate il fuoco, seguito da un armistizio, all'intavolamento di trattative per la firma di un trattato di pace. Esse precedono le missioni di mantenimento della pace.

Tipologia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ambito di un'operazione di imposizione della pace possono essere svolte le seguenti missioni:

  • Contenimento: con lo scopo di limitare l'espansione e l'intensità del conflitto per mezzo o meno della forza.
  • Applicazione di misure coercitive: con azioni di forza contro obiettivi circoscritti attuate, generalmente, a seguito del mancato rispetto degli accordi.
  • Protezione delle attività umanitarie: con lo scopo di garantire la sicurezza alla popolazione e ai convogli umanitari, attraverso la vigilanza di obiettivi sensibili e scorte.
  • Creazione e controllo di aree sicure: mediante vigilanza e protezione di parti di territorio e popolazione ivi residente.
  • Separazione forzata dei contendenti: separando coercitivamente, anche con l'uso della forza, i contendenti creando zone demilitarizzate e creando i presupposti previsti dalle missioni di interposizione.
  • Liberazione di territori occupati: ottemperando al mandato internazionale, ripristinando la sovranità nazionale in territori occupati, anche mediante l'utilizzo della forza.

Alcuni esempi[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito alcuni esempi di missioni di imposizione della pace:

Note[modifica | modifica wikitesto]


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fulvio Attinà, La scelta del multilateralismo. L'Italia e le operazioni di pace. ISBN 978-88-141-4576-6
  • Paolo Beccegato, Walter Nanni, I conflitti dimenticati, Caritas Italiana, 2003.
  • Raffaele Cadin (1967-2021), I presupposti dell'azione del Consiglio di Sicurezza nell'articolo 39 della Carta delle Nazioni Unite. Giuffrè, 2008, ISBN 978-88-141-4088-4
  • Alberto L'Abate, Per un futuro senza guerre. 2011, ISBN 978-88-207-4250-8
  • Paolo Foradori, Caschi blu e processi di democratizzazione. 2007 ISBN 978-88-343-1424-1
  • Leonardo Pasquali, Il contributo delle organizzazioni regionali al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale con mezzi non implicanti l'uso della forza. Giappichelli, 2012, ISBN 978-88-348-2913-4
  • Natalino Ronzitti, Le forze di pace dell'Unione Europea. Rubbettino, 2005, ISBN 978-88-498-1041-7

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]