Kangal çoban köpeği

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Kangal çoban köpeği
Classificazione FCI - n. 331
Gruppo
Sezione
Standard n. 331 del 1990 ([- en] [- fr])
Nome originale Kangal Çoban köpeği
Tipo Cani da Montagna
Origine Bandiera della Turchia Turchia (Anatolia)
Altezza al garrese Maschio 74-83 cm
Femmina 70-79 cm
Peso ideale Maschio 50-65 kg
Femmina 40-55 kg
Razze canine
Kangal çoban köpeği, cane adulto.
Kangal çoban köpeği.

Il Kangal çoban köpeği[1] (anteriormente cane da pastore dell'Anatolia)[1] è una razza di cane originaria dell'Anatolia (Turchia centrale). Come indica il suo nome, è allevato principalmente come guardiano di greggi, sebbene oggigiorno sia diffuso in molti paesi anche come cane da compagnia.

In realtà, la razza "Pastore dell'anatolia" è da ritenersi una invenzione dell'allevamento occidentale. In Turchia si distinguono almeno tre varietà di pastori-custodi ben distinte tra loro[2]: il Kangal, conosciuto anche come Karabash ("testa nera"); l'Akbash ("testa bianca"), esponente del gruppo dei Grandi Cani Bianchi (assieme al Cane da Montagna dei Pirenei, al Mastino Abruzzese, al Pastore di Tatra, ecc.), ed il meno noto Aksaray. Il Pastore dell'Anatolia è ritenuto un incrocio di questi diversi tipi, ed effettivamente la sua morfologia è intermedia fra le distinte varietà.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Di origini molto antiche, la sua storia è sicuramente comune a quella degli altri cani pastori custodi asiatici. È sorprendente la sua somiglianza con i cani da guerra assiri raffigurati sui bassorilievi del palazzo Assurbanipal a Ninive, nell'odierno Iraq. Nel corso dei secoli la razza si è poi adattata alle esigenze della pastorizia. La sua funzione storica è infatti quella di difensore delle greggi e dei villaggi sull'altopiano anatolico. L'ambiente ostile in cui il Pastore dell'Anatolia si è sviluppato ha fatto sì che venisse selezionata una razza capace di resistere a condizioni climatiche estreme.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Nello standard di razza[3] il colore del manto deve essere unico, sono accettati colori nel gradiente fulvo chiaro - grigio lupo. La presenza di una macchia più chiara o bianca sul petto e di calzini non sono escluse, così come la punta della coda bianca. La presenza della maschera nera sul muso è invece obbligatoria. Il pelo è corto e folto con sottopelo fitto, o semilungo. Leggermente più lungo e folto sul collo e sulle spalle. Gli occhi sono piuttosto piccoli in proporzione al cranio, a mandorla, ben distanziati e profondi; palpebre nere. Le orecchie sono di dimensioni medie e forma triangolare, arrotondate sulla punta, portate piatte sul cranio e pendenti; tendono a sollevarsi quando il cane è all'erta, in Turchia sono amputate corte e a volte arrotondate. La testa è grande, larga tra le orecchie, con salto naso-frontale non molto accentuato. I maschi adulti devono avere la testa più larga delle femmine. Muso leggermente più corto della metà della lunghezza totale della testa. Labbro superiore leggermente cascante (ma solo a coprire il labbro inferiore). Profilo squadrato. Collo forte e leggermente arcuato, non molto lungo, spalle muscolose di media angolatura col braccio. Buona ossatura, ma non grossolana e muscolatura lunga e forte. Linea dorsale forte e rettilinea, con groppa muscolosa ed obliqua, coda attaccata alta e più o meno arrotolata sul dorso quando il cane è in movimento. Lunga almeno fino al garretto e leggermente curva in punta quando il cane è a riposo. Arti posteriori bene in appiombo, lunghi e muscolosi, piedi ovali robusti con dita serrate ed arcuate, cuscinetti adatti alla marcia su tutti i terreni. Presenza o meno di speroni, anche doppi.

Carattere[modifica | modifica wikitesto]

Abituato a lavorare in assenza del pastore anche per molti giorni, ha sviluppato un carattere forte e indipendente. E nella guardia può arrivare a prendere decisioni autonome, ma sempre proporzionate alla reale gravità della minaccia. Non si può dire facilmente addestrabile, ma è sempre rispettoso dell'autorità del leader umano. Paziente e sensibile, è possessivo nei confronti della casa e della proprietà. Rispetto agli estranei dimostra invece una naturale diffidenza, ma solo fino a che non è certo che siano bene accetti dal padrone.

Questo cane ha fatto parte della Lista delle razze canine pericolose ormai non più in vigore.[4]

Cure[modifica | modifica wikitesto]

È abituato a resistere a ogni condizione climatica, è un cane decisamente rustico e dalle poche esigenze. Non ha nessun problema riguardo all'alimentazione che dovrà essere tuttavia adeguata alla mole. Non richiede poi particolari cure per il suo mantello. Saranno sufficienti delle spazzolate regolari e un controllo periodico del pelo alla ricerca di eventuali parassiti, soprattutto all'inizio della bella stagione.

Consigli[modifica | modifica wikitesto]

Ha un'indole temprata da secoli di duro lavoro come guardiano delle greggi, per questo è opportuno curare una sua precoce socializzazione. In questo modo si potrà ridurre al minimo il rischio che da adulto possa lasciarsi andare a episodi di aggressività verso altri cani. La sua educazione deve essere basata su coerenza e pazienza: va evitata ogni forma di coercizione, anche se bisogna far sentire sempre il proprio polso.

Adatto per[modifica | modifica wikitesto]

  • Compagnia
  • Guardia
  • difesa delle greggi

Non adatto per[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b KANGAL COBAN KOPEGI, su enci.it. URL consultato il 12 luglio 2020.
  2. ^ Gli studi di genetica veterinaria riportati in Saraç, Gökçek (2010), An investigation of the origin of the Kangal dogs in Turkey: Genetic distinction between Kangal, Akbash and other dog populations Paperback, LAP LAMBERT Academic Publishing, ISBN 3838376684., hanno infatti dimostrato che il Kangal e l'Akbash siano da ritenersi due razze canine ben distinte, originate da percorsi evolutivi nettamente distinti senza un antenato comune "diretto".
  3. ^ FCI-Standard N° 331 - Kangal Shepherd Dog (PDF), su fci.be.
  4. ^ Copia archiviata (PDF), su poliziadistato.it. URL consultato il 14 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2008).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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