Passat (nave 1911)

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Passat
Descrizione generale
TipoVeliero mercantile
ProprietàF. Laeisz (1911-1921;1922-1932)
Governo francese (1921)
Gustaf Erikson (1932-51)
Heinz Schliewen (1951-1959)
Città di Lubecca (dal 1959)
Porto di registrazione Amburgo (1911-1919)
Amburgo (1919-1921)
Marsiglia (1921)
Amburgo (1922-1932)
Mariehamn (1932-1951)
Amburgo (1951-1958)
Lubecca (dal 1958)
IdentificazioneIndicativo di chiamata radio ITU:
Delta
D
Hotel
H
Six
6
One
1
Zero
0
One
1
(Delta-Hotel-Six-One-Zero-One)

Numero MMSI: 211369440

CostruttoriBlohm & Voss
CantiereAmburgo, Germania
Varo20 settembre 1911
Entrata in servizio24 dicembre 1911
Intitolazione"Aliseo" in tedesco
Statonave museo a Travemünde
Caratteristiche generali
Lunghezzafuori tutto (bompresso compreso): 115 m
Larghezza14,3 m
Altezza54 m
Pescaggio24 m
Propulsione34 vele
Superficie velica: 4600
Armamento velicoNave a palo
Capacità di carico4223
Equipaggio21-30
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La prua della Passat

La Passat è un veliero tedesco della classe Flying P-Liner, costruita nel 1911 e ora ancorata stabilmente come nave-museo a Travemünde, il sobborgo balneare di Lubecca.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La Passat è un veliero a quattro alberi.[1][2][3]

Ha una lunghezza di 115 metri[2][3] e una larghezza massima di 14,30 metri[3] .

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione della nave fu ordinata al cantiere Blohm + Voss di Amburgo il 2 marzo 1911 per sostituire il veliero Preußen, andato perduto nel novembre precedente.[1]

La Passat fu quindi varata il 20 settembre 1911.[1][2][4][5] I costi per il suo realizzo ammontarono a 680.000 marchi d'oro.[1][2]

La nave effettuò il proprio viaggio inaugurale la vigilia di Natale dello stesso anno, con destinazione Cile (Capo Horn e Valparaíso), agli ordini del Capitano Wendler.[1][2][5] Raggiunse Valparaíso il 14 marzo 1912.[1][2][4]

Nel 1921, la nave, dopo aver effettuato un viaggio in Cile, il carico della nave, consistente in 4.700 tonnellate di nitrato fu requisito a Marsiglia e la nave stessa fu consegnata ai Francesi.[1] Poiché però i Francesi non fecero alcun utilizzo della nave, la Passat fu venduta il 22 dicembre 1921 alla compagnia Laeisz per il prezzo di 13.000 lire.[1]

Il 28 agosto 1928, si verificò una collisione nel canale della Manica tra la Passat e il piroscafo francese Daphne[1][4] : la Passat fu quindi riparata a Rotterdam[1] e il 2 settembre seguente poté rientrare in servizio[1].

La Passat fu quindi protagonista di una nuova collisione nel canale della Manica, avvenuta il 25 giugno 1929 con il piroscafo britannico "British Governor".[1][4]

Tra il 1944 e il 1947, la Passat venne ancorata nel porto di Stoccolma, dove fu utilizzata come deposito per cereali.[1][4] La nave batté quindi per un periodo bandiera finlandese prima di tornare nuovamente tedesca.[1][4]

Nel 1951, nel cantiere navale di Kiel, furono apportate delle modifiche al veliero, che venne dotato di motore.[1][2]

Sei anni dopo, la nave divenne quindi di proprietà di una fondazione.[1][4]

Nel 1959 il veliero cessò definitivamente il proprio servizio.[4] Fu salvato dal rischio di trasformarsi in un relitto dalla città di Lubecca, che decise di ancorarlo stabilmente a Travemünde.[3]

Nel 1978, la nave fu dichiarata monumento protetto.[2]

Circa vent'anni dopo, tra il 3 agosto 1997 e il 16 maggio 1998, fu intrapresa un'ampia opera di restauro della nave, che costò 7 milioni di marchi.[2]

Nell'agosto 2004, di fronte alla nave-museo Passat, fu realizzata da Claus Görtz una scultura in legno di quercia del peso di 700 chili intitolata Fiete, der letzte Seemann ("Fiete, l'ultimo marinaio").[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p (DE) Geschichte der Viermastbark "Passat", su ss-passat.com, SS Passat - Sito ufficiale. URL consultato il 27 febbraio 2016.
  2. ^ a b c d e f g h i j (DE) Viermastbark "Passat", su ostsee.de. URL consultato il 27 febbraio 2016.
  3. ^ a b c d (DE) Die Viermastbark "Passat" - Erleben Sie die Faszination des Travemünder Wahrzeichens, su travemuende.de, Travemünde.de. URL consultato il 27 febbraio 2016.
  4. ^ a b c d e f g h (DE) Die "Passat" - Geschichte, su travemuende.de, Travemünde.de. URL consultato il 27 febbraio 2016.
  5. ^ a b (DE) Legendärer Frachtsegler: Die "Passat", su ndr.de, NDR. URL consultato il 27 febbraio 2016.

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