Partito Social-Liberale (Brasile)

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Partito Social-Liberale
PresidenteLuciano Bivar
StatoBandiera del Brasile Brasile
AbbreviazionePSL
Fondazione30 ottobre 1994
Dissoluzione8 febbraio 2022
Confluito inUnione Brasile
Ideologia
CollocazioneEstrema destra
Seggi massimi Camera
54 / 513
(2018)
Seggi massimi Senato
4 / 81
(2018)
Iscritti240.983 (a marzo 2019)
Sito webwww.pslnacional.org.br/

Il Partito Social-Liberale (in portoghese: Partido Social Liberal - PSL) fu un partito politico brasiliano di orientamento nazionalista e conservatore; fondato nel 1994 e registratosi ufficialmente nel 1998, nel 2022 si fuse coi Democratici per dar vita ad un nuovo soggetto, Unione Brasile.

In occasione delle elezioni generali del 2018 accolse l'adesione dell'esponente di destra Jair Bolsonaro, abbandonando così le tradizionali posizioni socio-liberali e liberali classiche.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni parlamentari del 1998 e in quelle del 2002 ottenne lo 0,19%, eleggendo un deputato in entrambe le tornate.

Alle elezioni generali del 2006 perse la propria rappresentanza parlamentare, mentre alle presidenziali sostenne la candidatura di Luciano Bivar, che si fermò allo 0,06%.

Alle elezioni generali del 2014 il PSL appoggiò la candidata del Partito Socialista Brasiliano Marina Silva, giunta al terzo posto con il 21,32% dei voti. Nella medesima tornata elettorale il partito conseguì lo 0,19% dei voti, eleggendo un deputato.

Nel 2015 il partito vide costituirsi al proprio interno la corrente Livres, ispirata apertamente al liberalismo sociale e reclamando una riorganizzazione interna; contemporaneamente adottò un nuovo simbolo, di colore viola.

Nel 2016 sostenne la messa in stato di accusa nei confronti del presidente Dilma Rousseff.

Dopo l'adesione di Bolsonaro, avvenuta il 5 gennaio 2018, il partito ha assunto posizioni nazional-conservatrici e populiste, trasformandosi in uno dei partiti più conservatori dell'arena politica brasiliana; ciò provocò le proteste della corrente dei Livres, che abbandonarono il partito. Nello stesso periodo Bivar lasciò la presidenza del partito e Gustavo Bebianno fu nominato presidente ad interim.

Successivamente il partito modificò il proprio logo abbandonando il colore viola e adottando i colori della bandiera del Brasile (blu, giallo e verde), nominando il 22 luglio 2018 Bolsonaro come candidato ufficiale alla presidenza. Bolsonaro fu appoggiato anche dal Partito Laburista Rinnovatore Brasiliano (PRTB), anch'esso collocato su posizioni nazionaliste e conservatrici. PSL e PRTB formarono insieme la coalizione Brasile sopra tutto, Dio sopra chiunque.

Nel partito si costituì poi una corrente monarchica, guidata dal principe Luiz Philippe de Orleáns e Bragança, erede della famiglia imperiale del Brasile, che rievocava l'Impero del Brasile.

Alle elezioni generali del 2018 Bolsonaro ottenne al primo turno il 46% dei voti, distanziando notevolmente il candidato del Partito dei Lavoratori Fernando Haddad, venendo poi eletto al secondo turno col 55,1% dei voti. Alle elezioni parlamentari il PSL conquistò la maggioranza relativa dei voti raggiungendo l'11,7% ed elesse 52 deputati e 4 senatori. La guida del partito tornò frattanto a Luciano Bivar[11].

Secondo il quotidiano spagnolo El País il partito sarebbe stato di fatto sotto il controllo di Bolsonaro[12].

Nel 2019 Bolsonaro, pur sostenuto ancora, ha lasciato il PSL per fondare un proprio movimento di estrema destra, l'Alleanza per il Brasile.

Presidenti del partito[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Em que acreditamos, su pslnacional.org.br. URL consultato il 10 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2018).
  2. ^ Bolsonaro and Brazil's Illiberal Backlash, su journalofdemocracy.org.
  3. ^ Where the Virus Is Growing Most: Countries With 'Illiberal Populist' Leaders, su nytimes.com.
  4. ^ The Extremist Bolsonaro: the Very Dangerous Face of Populism in Brazil, su resetdoc.org.
  5. ^ Brazil elections: Bolsonaro and Haddad choices before voters, BBC, su bbc.co.uk.
  6. ^ Com discurso militarista, PSL de Bolsonaro lança Major Olímpio ao Senado, su msn.com.
  7. ^ Far-right populist Jair Bolsonaro wins divisive Brazil presidential election, su marketwatch.com.
  8. ^ Príncipe da família imperial brasileira será candidato a deputado federal, su gazetadopovo.com.br.
  9. ^ Monarquistas se aproximam de Bolsonaro e reforçam base de apoio do presidenciável, su conexaopolitica.com.br. URL consultato il 17 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2019).
  10. ^ Quem Somos, su eusoulivres.org.
  11. ^ (PT) Um dia após vitória de Bolsonaro, PSL troca presidência do partido, in O Globo, 29 ottobre 2018. URL consultato il 21 novembre 2018.
  12. ^ (PT) Afonso Benites, Bolsonaro inicia campanha pedindo votos para "bancada da metralhadora", in El País, 8 marzo 2018. URL consultato il 16 novembre 2018.

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