Pangrattato

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Pangrattato in un piatto.

Il pangrattato o pane grattugiato è un preparato alimentare costituito da pane secco pestato o macinato con vari gradi di finezza, che si usa in cucina soprattutto per impanare e gratinare[1]; ha poi diversi usi come addensante di salse o anche come ingrediente di minestre e condimenti (per esempio, nella pasta con le sarde[2] o in piatti a base di pasta della cucina dell'Italia meridionale).

Il nome deriva dal fatto che in origine lo si otteneva passando i pezzi di pane raffermo su una grattugia e facendo poi asciugare la mollica ottenuta in forno a bassa temperatura[3].

Tecnicamente si possono distinguere due tipi di pan grattato: quello bianco e quello biondo[3]. Il primo si ottiene col metodo tradizionale, cioè grattugiando della mollica di pane raffermo con una grattugia o con una forchetta, passandola al setaccio e lasciandola poi seccare per qualche tempo; è il pangrattato più adatto a impanare i cibi che vanno fritti (come le cotolette alla milanese), ma ha lo svantaggio di non durare a lungo. Il secondo tipo si ottiene grattugiando o pestando la crosta, oppure come il primo ma facendo poi tostare leggermente la mollica in forno; si conserva anche per qualche tempo, se tenuto in vaso chiuso ermeticamente, ed è il più adatto per tutti gli usi diversi dalla frittura, in particolare per gratinare.

Bisogna stare attenti a non usare per il pangrattato pane o grissini conditi, perché i grassi si alterano rapidamente.

Oggi esistono in commercio confezioni di pangrattato (di solito miscele di bianco e biondo) prodotto artigianalmente o industrialmente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ pangrattato in Vocabolario, su treccani.it. URL consultato il 28 settembre 2018.
  2. ^ Pasta con le sarde, su Le Ricette di GialloZafferano.it. URL consultato il 28 settembre 2018.
  3. ^ a b Ricette con pane grattugiato (pangrattato), su Agrodolce. URL consultato il 28 settembre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Grande enciclopedia illustrata della gastronomia, Reader's Digest S.p.A, Milano, 1990, ISBN 88-7045-082-1.

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