Palù del Fersina

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Palù del Fersina
comune
(IT) Comune di Palù del Fersina
(MHN) Gamoa' va Palai en Bersntol
Palù del Fersina – Stemma
Palù del Fersina – Veduta
Palù del Fersina – Veduta
Palù con la Valle dei Mòcheni sullo sfondo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Trento
Amministrazione
SindacoFranco Moar (lista civica Avanti Insieme-Zòmm Envir) dal 2020
Data di istituzione10-1-1948
Territorio
Coordinate46°08′N 11°21′E / 46.133333°N 11.35°E46.133333; 11.35 (Palù del Fersina)
Altitudine1 360 m s.l.m.
Superficie16,65 km²
Abitanti167[1] (31-10-2021)
Densità10,03 ab./km²
FrazioniBattisti, Tassaineri, Tolleri
Comuni confinantiBaselga di Piné, Bedollo, Fierozzo, Sant'Orsola Terme, Telve, Telve di Sopra, Torcegno
Altre informazioni
Cod. postale38050
Prefisso0461
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT022133
Cod. catastaleG296
TargaTN
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 4 512 GG[3]
Nome abitantipaludani detti palàeri o pallàori
Patronosanta Maria Maddalena
Giorno festivo22 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Palù del Fersina
Palù del Fersina
Palù del Fersina – Mappa
Palù del Fersina – Mappa
Posizione del comune di Palù del Fersina
nella provincia autonoma di Trento
Sito istituzionale

Palù del Fersina (Palai en Bersntol in mocheno[4] e Palai im Fersental in tedesco[5]) è un comune italiano di 167 abitanti della provincia autonoma di Trento.

Il centro abitato è situato a 1 360 m (s.l.m.)[6] e riunisce diverse località fra le quali Sigismondi, Stefani, Lenzi (dove si trova il municipio), Battisti, Tassaineri, Tolleri e Canopi.

Il comune attuale è l'aggregazione dei diversi masi originari evoluti in piccoli centri abitati[7].

Toponimo[modifica | modifica wikitesto]

L'etimo deriva dal latino "palus-paludis", e indica pertanto un luogo paludoso o comunque tendenzialmente umido. Il toponimo compare per la prima volta in un documento datato 1293, che fu redatto in occasione di un dibattimento processuale seguito ad una lite tra gli abitanti di Frassilongo e Fierozzo; i primi vengono scoperti ad usufruire del territorio del monte Florocium, per il pascolo e per il taglio del legname.[8] Il toponimo mocheno nella forma Palai o più raramente Palae, oggi in disuso, è frutto di una trasformazione del toponimo latino, che viene tedeschizzato in queste forme.

La toponomastica locale è bilingue, per quanto concerne i toponimi noti a livello nazionale, presenta il nome delle località prima in italiano, poi in mòcheno.

Tutto questo è regolamentato da una legge e da un regolamento provinciale che concretizzano lo Statuto di Autonomia delle Province Autonome di Trento e Bolzano, a tutela delle minoranze linguistiche.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Come già evidenziato più sopra il toponimo compare per la prima volta in un documento datato 1293[8], ma in questo scritto si parla di mons Paludis, indice che molto probabilmente la zona non era ancora abitata stabilmente, anche perché nella diatriba per lo "sfruttamento" del monte di Fierozzo, non sono presi in causa abitanti di Palù. Dai documenti risulta che la giurisdizione della parte più alta della vallata competesse ai conti Castelnuovo di Caldonazzo, anche se non sono ancora noti documenti che possano testimoniare come ne siano entrati in possesso. Nell'archivio Scena sono presenti 4 documenti di investiture, in cui si trovano riferimenti a Palù, tutti datati tra il 1324 ed il 1337. Il primo, datato 30 maggio 1324, riferisce di un tale Corrado, cacciatore trasferitosi a Fierozzo, ma che prima abitava a Palù. I primi abitanti di Palù e della sponda orografica sinistra del fiume Fersina sono detti "roncadori" perché una volta ottenuta l'investitura del maso, dovettero roncare la terra per renderla fertile e costruirci la propria abitazione. Essi accettarono il toponimo di origine latina già in uso per la zona, trasformandolo nella propria lingua natia, da cui l'attuale termine mòcheno, Palai.

In un documento del 24 agosto 1533 compare per la prima volta il termine nella forma tedeschizzata "Palay". Il toponimo ha avuto nel tempo numerose varianti, come ad esempio Pallù, Palù di Fierozzo, Palù di Pergine o Palù di Sant'Orsola nel ventennio fascista, detto anche Palù dei Mòcheni; dal 1959 con legge regionale è indicato con la forma odierna di Palù del Fèrsina. Difficile dire quando esattamente sia sorto l'abitato di Palù, le ipotesi degli studiosi sono differenti anche se gli studi più recenti indicano che molto probabilmente la colonizzazione della vallata è avvenuta dal basso verso l'alto, partendo quindi da Frassilongo, che è sempre stata giurisdizione del Castello di Pergine, come ritiene anche Giuseppe Gerola[9], seguono poi Fierozzo e Palù.

Sicuramente nel 1324 la zona era già abitata in maniera stabile da alcune famiglie che vivevano in masi, se negli anni seguenti molti documenti riportano a fianco al nome di persona, il toponimo Palù. Solo successivamente, all'inizio del cinquecento, giunsero i canopi, minatori specializzati che risiedevano temporaneamente in valle per lavorare all'interno delle miniere. Questi provenivano principalmente dalla Boemia, sfruttavano le risorse locali, legname per le gallerie e per la fusione dei minerali, e i pascoli per gli animali, utili a trasportare a valle i materiali estratti. Per questo motivo non erano in buoni rapporti con i roncadori, con i quali sorsero spesso nel tempo liti e contese.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di Santa Maria Maddalena risalente al XIV secolo, situata in rilievo rispetto al centro abitato è riconoscibile dal tetto ricoperto con le tipiche scandole che caratterizzano l'architettura della valle. Il campanile dispone di una slanciata cuspide a cipolla. L'altare maggiore risale al 1620[10].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

Variazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1929 è stato aggregato a Sant'Orsola (ora Sant'Orsola Terme); nel 1948 è stato distaccato e ricostituito come comune autonomo. Nel 1959 cambia denominazione da Palù a Palù del Fersina[12].

Ripartizione linguistica[modifica | modifica wikitesto]

La sua popolazione, secondo il censimento del 2021, è per il 70,3% di lingua mòchena e per il 29,7% di lingua italiana.[13]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istituti Culturali[modifica | modifica wikitesto]

A Palù del Fersina ha sede l'Istituto culturale mocheno, che oltre ad un allestimento permanente dedicato alla lingua e cultura della minoranza mòchena dispone di una ricca biblioteca specialistica.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Miniera - Museo Gruab va Hardimbl

Nel territorio del comune si trovano:

  • Miniera - Museo Gruab va Hardimbl, ricavato all'interno di una miniera sfruttata dal 1400 al 1650, ospita una raccolta di attrezzi storici dei minatori, abiti ed esempi dei minerali estratti[14].
  • Museo S Pèrgmandlhaus, dedicato all'attività in miniera e alla vita dei minatori della valle.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

  • La sera del 31 dicembre, il giorno di Capodanno e all'Epifania i coscritti (koskritn) portano in giro per il paese la Stela, una grossa stella colorata e decorata,; il percorso è accompagnato da canti e i partecipanti indossano un tipico copricapo chiamato krònz.
  • Il martedì grasso vi sono festeggiamenti che ruotano intorno alle figure del vecchio (bètscho), della vecchia (bètscha) e del portatore di uova (Oiertroger). Der bètscho e de bètscha hanno il viso interamente coperto di nero e portano rispettivamente in mano un bastone e uno scopino. Der oiertroger (il raccoglitore delle uova) porta sulle spalle una cassetta kraks dove vengono riposte le uova. I tre personaggi vanno di maso in maso a "seminare" fertilità e abbondanza, mentre l'ultimo menzionato raccoglie le uova offerte dalle famiglie. Tra un ballo e l'altro, momento importante del rituale è la morte simulata del bètscho e della bètscha; con il vecio a terra, la vecia procede alla lettura del testamento, lo stesso si ripete per la morte della bètscha. Nel testamento sono chiamati in causa i coscritti e le coscritte di tutto il paese; de bètsche, i vecchi assumono quindi il ruolo di genitori di tutti i ragazzi della comunità. La lettura del testamento suscita grande ilarità, perché avviene una sorta di gioco di inversione dei ruoli, e le tradizionali regole di successione vengono sovvertite. Dopo la lettura vengono offerte le torte preparate dalle ragazze coscritte. Il corteo carnevalesco termina al tramonto con il rogo della gobba in fieno del bètscho e dei testamenti. Tutta la comunità festosa si reca quindi in un prato chiamato Schèrzerbis, dove si brucia un enorme falò vòschn preparato precedentemente[15].

I Mòcheni[modifica | modifica wikitesto]

Particolarità di questo centro è di essere uno dei tre comuni della parte orientale della Valle del Fersina in cui la popolazione è costituita prevalentemente da Mocheni, cioè di una etnia parlante l'omonima lingua germanica, derivata da antiche migrazioni di coloni tedeschi in questa valle, a quell'epoca secondo alcuni per esercitare la professione di minatori, secondo altri invece come agricoltori e allevatori. Comunque, con la successiva chiusura delle miniere (di rame, argento e piombo), questa popolazione si dedicò all'agricoltura ed allevamento. La particolarità culturale di questa valle è difesa dalla legislazione regionale del Trentino-Alto Adige, e sviluppata dall'Istituto culturale mocheno, che ha sede appunto a Palù; il nome ufficiale di questo centro, in mocheno, suona Palai en Bersntol (quest'ultimo è il termine mocheno per indicare la valle del Fersina).

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2015 2020 Stefano Moltrer lista civica Sindaco
2020 in carica Franco Moar lista civica Sindaco [16]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Comune di Palù del Fersina - Statuto (PDF), su comune.paludelfersina.tn.it. URL consultato l'11 febbraio 2022.
  5. ^ Bollettino ufficiale della Regione autonoma Trentino-Alto Adige - 5 maggio 1998 - p. 16 (PDF), su regione.taa.it. URL consultato il 17 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2014).
  6. ^ Informazioni utili, su comune.paludelfersina.tn.it. URL consultato il 28 luglio 2018.
  7. ^ Pedrotti, p. 52.
  8. ^ a b Salvatore Piatti, Palù-Palae, Frammenti di storia, Comune di Palù del Fersina / Istituto Culturale Mòcheno-Cimbro, 1996, p. 123.
  9. ^ Giuseppe Gerola, Alcuni documenti, in Atti del reale Istituto veneto, tomo 88, II, p. 1122.
  10. ^ Pedrotti, p. 53.
  11. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  12. ^ Palù del Fersina, su elesh.it. URL consultato il 10 gennaio 2022.
  13. ^ RILEVAZIONE SULLA CONSISTENZA E LA DISLOCAZIONE TERRITORIALE DEGLI APPARTENENTI ALLE POPOLAZIONI DI LINGUA LADINA, MÒCHENA E CIMBRA (PDF), Provincia autonoma di Trento ISPAT, aprile 2022. URL consultato il 9 agosto 2022.
  14. ^ Miniera-museo dell'Erdemolo, su umpalai.it. URL consultato il 28 luglio 2018.
  15. ^ Bersntol, su bersntol.it. URL consultato il 14 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2018).
  16. ^ Elezioni comunali 2020 a Palù del Fersina, su 2020.elezionicomunali.tn.it. URL consultato il 10 gennaio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Walter Pedrotti, Pergine, Val dei Mòcheni e l'altopiano di Piné, Colognola ai Colli, La Libreria di Demetra, 1997.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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