Palazzo delle Opere sociali

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Palazzo delle Opere sociali cattoliche
Facciata verso la piazza del Duomo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàVicenza
IndirizzoPiazza Duomo 2
Coordinate45°32′45.37″N 11°32′39.53″E / 45.545936°N 11.544313°E45.545936; 11.544313
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1808
Stileneoclassico
Usouffici, sedi di associazioni, eventi
Realizzazione
ArchitettoGiacomo Fontana
ProprietarioDiocesi di Vicenza
CommittenteSocietà del Casino Nuovo

Il Palazzo delle Opere sociali è un palazzo del XIX secolo, situato in Piazza Duomo 2 a Vicenza.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'ospedale di Sant'Antonio abate[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ospedale di Sant'Antonio (Vicenza).

Il palazzo sorge sull'area occupata in precedenza dall'Ospedale di Sant'Antonio, un complesso di edifici destinati a "ospitale" con due chiese annesse, dedicate la prima a Santa Maria, Sant'Antonio Abbate, San Giorgio e la seconda a San Gottardo[1], costruiti nei pressi della torre campanaria della cattedrale in piazza Duomo, tra il 1350 e il 1364.

Il fondatore dell'ospitale era stato il cavaliere tedesco Alberto di Billanth, conestabile di Vicenza sotto gli Scaligeri, che a più riprese mise nella costruzione e nella dotazione dell'ospitale e delle chiese tutti i propri averi e, dopo averne riservato a sé e alla moglie Aquilina il giuspatronato, fu sepolto insieme con lei in un'arca murata sopra l'altar maggiore della chiesa.

L'ospitale era gestito dalla Confraternita di San Giovanni decollato - che aveva preso origine da una fraglia dei Battuti - detta anche dei Negroni, perché i suoi membri indossavano la cappa nera, quando accompagnavano al patibolo i condannati a morte e ne curavano la sepoltura. L'ospedale di Sant'Antonio acquisì presto una notevole fama cittadina, confermata da parecchi documenti del secolo XIV, anche per i "molti strepitosi miracoli" dovuti all'intercessione di Sant'Antonio abate, che attirarono uno straordinario numero di donazioni le quali, oltre ad essere destinate ai poveri, si tradussero anche in preziose espressioni artistiche[2].

Già alla fine del Cinquecento, però, la chiesa aveva bisogno di notevoli riparazioni; durante il XVII secolo questa situazione peggiorò ancora per cui, quando nel secolo successivo l'ospedale venne trasferito nell'ex monastero di San Bartolomeo, non si pensò neppure di salvarlo; l'ospedale di Sant'Antonio abate fu soppresso, mentre la Confraternita di San Giovanni decollato fu concentrata nel piccolo ospedale di Sant'Ambrogio in Borgo Porta Nova[3].

Il Casino nuovo[modifica | modifica wikitesto]

Affacciato sulla piazza del Duomo dal lato opposto rispetto al vescovado, quello attuale è un sobrio palazzo del 1808, costruito da Giacomo Fontana commissionato dalla Società del Casino Nuovo, che nel 1805 aveva acquistato i fatiscenti edifici dell'ospedale, per farne una sede di svago dei soci appartenenti all'alta borghesia[4]. Questa associazione si differenziava dal Casino dei Nobili, presente in città da lungo tempo, a cui avevano accesso solo gli appartenenti alla nobiltà.

Il Palazzo delle Opere sociali[modifica | modifica wikitesto]

In seguito divenne di proprietà della diocesi di Vicenza e gli fu dato il nome di Palazzo delle Opere sociali cattoliche. Oggi è sede di uffici diocesani e di associazioni cattoliche; viene utilizzato per mostre, conferenze, convegni e attività culturali; in primavera vi si svolgono eventi del Festival biblico.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo occupa l'intero isolato e ingloba parzialmente anche la torre campanaria della Cattedrale di Santa Maria Annunciata.[5]

Il Salone d'Onore e altri ambienti del palazzo sono in stile neopalladiano, ispirati all'interno della chiesa di Santa Maria Nova.[5]

Tra gli affreschi, di Giacomo Ciesa rimangono le figure affrescate (1807) fra inquadrature sicuramente di David Rossi.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I documenti - soprattutto lasciti testamentari - redatti nel tempo, portano diverse denominazioni dell'ospitale, probabilmente derivanti dalla sovrapposizione delle devozioni, Mantese, 1964,  p. 675
  2. ^ Mantese, 1958,  pp. 449-50, 523-25, 622-24.
  3. ^ Mantese, 1982, 1,  p. 519.
  4. ^ Archivio Vajenti
  5. ^ a b Palazzo delle Opere sociali, su visitpalladio.com. URL consultato l'8 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2013).
  6. ^ Giacomo Ciesa in Dizionario Biografico – Treccani

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Dall'ospedale di Sant'Antonio al Palazzo delle opere sociali cattoliche. L'impegno del laicato vicentino (secoli XIV-XXI), Vicenza, Diocesi di Vicenza, Tipografia Rumor, 2002
  • Giovanni Mantese, Memorie storiche della Chiesa vicentina, III/1, Il Trecento Vicenza, Accademia Olimpica, 1958
  • Giovanni Mantese, Memorie storiche della Chiesa vicentina, III/2, Dal 1404 al 1563 Vicenza, Neri Pozza editore, 1964
  • Mantese Giovanni, Memorie storiche della Chiesa vicentina, V/1, Dal 1700 al 1866, Vicenza, Accademia Olimpica, 1982
  • Pietro Nonis, Gianna Gaudini, Franco Barbieri, Il palazzo delle Opere Sociali nella storia dell'arte, in Dall'Ospedale di Sant'Antonio al Palazzo delle Opere Sociali Cattoliche: l'impegno del laicato vicentino (sec. XIV-XXI), Vicenza, Tip. Rumor, 2002, pagg. 45-59.

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