Palazzo de' Benci

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Disambiguazione – Se stai cercando il palazzo fiorentino in piazza Madonna degli Aldobrandini, vedi Palazzo Benci.
Palazzo de' Benci
Palazzo Benci
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Indirizzovia de' Benci 16
Coordinate43°46′06.34″N 11°15′36.67″E / 43.768429°N 11.260186°E43.768429; 11.260186
Informazioni generali
CondizioniIn uso

Palazzo de' Benci si trova in via de' Benci 16 a Firenze.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Posto davanti all'arco dei Peruzzi, l'edificio era un'ulteriore porzione della grande proprietà che gli Alberti del Giudice avevano su questo lato della via, acquistata tra il 1462 e il 1469 dai Benci, che originariamente avevano le proprie case al di là del ponte alle Grazie. Al prestigio di questa proprietà si deve la titolazione della strada e, benché non si conoscano le forme assunte dal palazzo nel Quattrocento, la fama del luogo, segnalato dalla letteratura essenzialmente per la tradizione che vuole che Leonardo da Vinci dipingesse qui il famoso Ritratto di Ginevra de' Benci, ora alla National Gallery di Washington, e l'Adorazione dei Magi degli Uffizi, che in effetti lo stesso Giorgio Vasari dice presente "in casa d'Amerigo Benci dirimpetto alla loggia dei Peruzzi".

L'edificio attuale, già indicato da Walther Limburger come risalente alla fine del Quattrocento, è in realtà una reinterpretazione ottocentesca dell'architettura fiorentina rinascimentale, voluta dalla famiglia Fossi che a questa data ne era divenuta proprietaria, e che sfrutta un primo piano riconducibile all'originario edificio trecentesco.

La facciata è stata restaurata nel 1977 e quindi nel 2000. Il palazzo è sottoposto a vincolo architettonico dal 1936.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Maniglia del portale

Il palazzo presenta il terreno segnato da grandi bozze di pietra rustica, sul quale si aprono le finestre rettangolari del mezzanino e cinque grandi arcate: quella centrale è adibita a ingresso, le altre sono state chiuse e includono finestre rettangolari, con brachettone, databili al Seicento. Sul fronte si allineano ferri da cavallo e ferri da bandiera; notevoli anche le belle inferriate in ferro battuto e l'affisso del portone (XIX secolo).

Il primo e il secondo piano, come detto, sono un rifacimento ottocentesco. Oltre l'androne d'ingresso è un cortile, molto trasformato ma che conserva ancora al primo piano, su due lati, un corpo aggettante su grandi mensole, identificabile come parte della primitiva costruzione. Nel cortile è uno scudo con l'arme dei Fossi (d'oro, alla fascia (araldica) diminuita e abbassata d'argento, sostenente un'aquila dal volo abbassato di nero, e alla campagna di rosso, caricata di un rametto di cedro di verde, fruttato d'oro, rivolto; nel quarto franco d'argento, caricato di una porta di rosso, chiusa dello stesso), successivo al 1840, visto che il quarto franco appare per la prima volta in occasione dell'ammissione di Giovanni Battista Fossi alla nobiltà fiesolana in tale data.

Di notevole interesse lo scalone, databile fra il XVIII e il XIX secolo.

Al 32r l'edificio ha una casa di dipendenza, che vi si addossa: in quanto originariamente destinato a locali di servizio, non presenta elementi architettonici di particolare interesse, pur mostrando forme e disegno complessivo che rimandano al XVII secolo. Il fronte si presenta scandito su quattro livelli da fasce marcadavanzale, con il piano terra caratterizzato da una grande apertura ad arco ribassato con cornice in pietra, probabile antico ingresso carraio del palazzo. Su ciascuno degli altri piani vi sono due aperture anch'esse incorniciate. La facciata è intonacata.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 257;
  • Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, p. 147, n. XXXI;
  • Enrico Barfucci, Giornate fiorentine. La città, la collina, i pellegrini stranieri, Firenze, Vallecchi, 1958, pp. 132–133;
  • Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 257;
  • Giovanni Fanelli, Firenze architettura e città, 2 voll. (I, Testo; II, Atlante), Firenze, Vallecchi, 1973, II, p. 39, fig. 214;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, I, 1977, p. 119;
  • Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, I, p. 68;
  • Claudio Paolini, Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce a Firenze, Firenze, Paideia, 2008, p. 69, n. 79;
  • Claudio Paolini, Lungo le mura del secondo cerchio. Case e palazzi di via de’ Benci, Quaderni del Servizio Educativo della Soprintendenza BAPSAE per le province di Firenze Pistoia e Prato n. 25, Firenze, Polistampa, 2008, pp. 66–68, n. 14; p. 68, n. 15;
  • Claudio Paolini, Architetture fiorentine. Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce, Firenze, Paideia, 2009, pp. 90–91, n. 93; p. 91, n. 94.
  • Brenda Preyer, "Da chasa gli Alberti": the 'Territory' and Housing of the Family, in Leon Battista Alberti. Architetture e committenti, atti dei convegni internazionali del Comitato Nazionale VI centenario della nascita di Leon Battista Alberti (Firenze-Rimini-Mantova, 12-16 ottobre 2004) a cura di Arturo Calzona et al., Firenze, Olschki, 2009, pp. 3–33.

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