Palazzo Verasis-Asinari

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Palazzo Verasis-Asinari
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàAsti
Indirizzovia Milliavacca
Coordinate44°54′05.2″N 8°11′58.6″E / 44.901444°N 8.199611°E44.901444; 8.199611
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXIV secolo
Realizzazione
Proprietarioprivato

Il Palazzo Verasis-Asinari è un palazzo medievale che sorge in via Natta, tra via Milliavacca e via Giobert ad Asti.

L'edificio[modifica | modifica wikitesto]

Risale al secolo XIV, ma in epoca rinascimentale fu ristrutturato.

Costruito in arenaria e mattone, faceva parte di un complesso edilizio più vasto di architettura gotica, comprendente le vie Cattedrale, Giobert, Natta e Milliavacca.

A sinistra del portone vi era una torre segnalata nella carta del Theatrum Statuum Sabaudiae del 1671.

Il piano nobile presenta finestre "crociate" rinascimentali simili a quelle presenti a Palazzo Mazzola.

La proprietà[modifica | modifica wikitesto]

Stemma dei Verasis-Asinari scolpito sulle colonne del Palazzo

«Il conte Giovanni Antonio Verasis - Asinari, ubbidì ben volentieri al suocero e fece scolpire nei capitelli delle colonne l'antico suo stemma più quello degli Asinari come tuttora si può vedere»

La casa nel XVI secolo era di proprietà della famiglia Verasis.

Nel 1620, il conte Aurelio Asinari di Costigliole d'Asti, constatò che la famiglia si sarebbe estinta a causa della presenza di solo discenti femminili.
Essendo due delle tre figlie del conte (Barbara e Camilla) monache clarisse in Asti, nel testamento del 24 maggio 1620, il conte lasciava l'intero patrimonio della famiglia alla primogenita Aurelia Ottavia, a patto che il genero assumesse nome e stemma Asinari.

Quando la primogenita si sposò con il cavaliere Giovanni Antonio Verasis di San Biagio (oggi frazione di Casteggio PV, dove si trova il castello e l'omonimo oratorio risalente al 1706, perfettamente conservati), venne investito del feudo di Costigliole d'Asti e tutti i possedimenti della famiglia Asinari.

Nel XIX secolo il conte Luigi Verasi-Asinari abbandonò il palazzo per abitare in un lussuoso palazzo a Torino.

Nel 1933 la casa che apparteneva agli eredi Guglielminetti, venne messa all'asta dal tribunale di Asti. La acquistò la Cassa di Risparmio di Asti e la donò al Comune di Asti che tuttora la utilizza come sede del conservatorio "G. Verdi".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bianco A., Asti Medievale, Ed CRA 1960
  • Bianco A., Asti ai tempi della rivoluzione. Ed CRA 1960
  • Bera G., Asti edifici e palazzi nel medioevo. Gribaudo Editore Se Di Co 2004 ISBN 88-8058-886-9
  • Bordone R., Dalla carità al credito. C.R.A. 2005
  • Bordone R., Araldica astigiana, Allemandi 2001
  • Cipolla Carlo, Appunti per la storia di Asti, 1891
  • Crosa Giuseppe, Asti nel sette-ottocento, Gribaudo Editore. 1993 Cavallermaggiore
  • Gabiani Nicola, Asti nei principali suoi ricordi storici vol 1, 2,3. Tip. Vinassa 1927-1934
  • Gabiani Nicola, Le torri le case-forti ed i palazzi nobili medievali in Asti, A. Forni ed. 1978
  • Grassi S., Storia della Città di Asti. Atesa ed. 1987
  • Incisa S.G., Asti nelle sue chiese ed iscrizioni C. R.A. 1974
  • Malfatto V., Asti antiche e nobili casate. Il Portichetto 1982
  • Peyrot A., Asti e l'Astigiano, tip. Torinese Ed. 1983
  • Scapino M., La cattedrale di Asti e il suo antico borgo, C.R.A.
  • Taricco S., Piccola storia dell'arte astigiana. Quaderno del Platano Ed. Il Platano 1994
  • Vergano L., Storia di Asti Vol. 1,2,3 Tip. S. Giuseppe Asti, 1953, 1957

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