Palazzo Torrigiani Del Nero

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Palazzo Torrigiani Del Nero
Palazzo Torrigiani Del Nero
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Indirizzopiazza de' Mozzi 5
Coordinate43°45′55.15″N 11°15′29.26″E / 43.765319°N 11.258128°E43.765319; 11.258128
Informazioni generali
CondizioniIn uso

Palazzo Torrigiani già Del Nero è un edificio storico del centro di Firenze, situato in Oltrarno, in piazza de' Mozzi 5 angolo lungarno Torrigiani 1. Fu a lungo testa di ponte del ponte alle Grazie, e nelle forme originali si protendeva sull'Arno con giardini pensili e un arco che creava una cateratta usata per attività produttive. Rimpicciolito nelle forme attuali negli anni 1870-1873, per la sua importanza e storia ha dato il nome allo stesso lungarno Torrigiani.

Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1914[1].

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il lungarno con il ponte alle Grazie, stampa settecentesca di Giuseppe Zocchi (1744)

Nasi e Del Nero[modifica | modifica wikitesto]

Dell'erezione del primo nucleo del palazzo documenta Giorgio Vasari che, nella vita di Baccio d'Agnolo, informa di come l'architetto "sulla piazza de' Mozzi cominciò, ma non finì, la casa de' Nasi, che risponde in sul renaio d'Arno", aggiungendo poi, nelle brevi note su suo figlio Domenico, come quest'ultimo facesse "per Agostino del Nero in sulla piazza de' Mozzi le cantonate, ed un bellissimo terrazzo a quelle case de' Nasi già cominciate da Baccio suo padre"[1].

Il palazzo nell'incisione di Scipione Ammirato, visto dall'Arno

La costruzione della prima casa, quindi, sarebbe da attribuirsi a Baccio d'Agnolo su commissione di Roberto Nasi che, morto nel 1543, la lasciò incompiuta, e che Agostino del Nero (con il contributo del fratello Francesco) comprò nel 1552, portando a termine i lavori per poi affrontare nuove opere destinate a definire quella che i documenti indicano come "la casa nuova". Il nucleo originario voluto dai Nasi, infatti, è da identificare in corrispondenza dei primi cinque assi verso via de' Bardi, serviti da un primo portone (originariamente posto sul quinto asse e nell'Ottocento spostato sul quarto e quindi tamponato), mentre la porzione promossa dai Del Nero e eretta su progetto di Domenico di Baccio, corrisponde ai sei assi verso l'Arno, per l'altezza di soli tre piani[1].

Il grandioso edificio andava così a segnare la coscia del ponte di Rubaconte, dove si elevava una seconda facciata posta con le fondamenta direttamente sul greto del fiume (in assenza del lungarno ottocentesco) e sopra la quale era un'ampia altana (il "bellissimo terrazzo" voltato ad angolo di cui parla Vasari), come è ben documentato da una nitida incisione di Scipione Ammirato del 1590 circa [2].

Sulla cantonata, a segnare la proprietà, era già il notevole scudo con l'arme d'unione di Cosimo I de' Medici e di Eleonora di Toledo (sposi nel 1549), eseguito dallo scultore di Settignano Antonio Lorenzi (testimonia Francesco Bocchi: "L'arme di pietra poscia di pietra forte in sul canto del palazzo è di mano di Antonio Lorenzi, fatta con bell'arte, e con lodevole disegno")[1]. Llla tabella sottostante è parzialmente illeggibile; in base alle lettere superstiti si potrebbe interpretare come: «GRATVS [BENEFICI]OR / AC [HAEC?] MEMOR EREXIT» ("Grato per i benefici eresse questa memoria").

I lavori al palazzo continuarono comunque a lungo, a coprire un venticinquennio circa, dal 1552 al 1575, con la direzione della fabbrica passata in ultimo al figlio di Agostino del Nero, Tommaso, che probabilmente intervenne soprattutto a definire la facciata posteriore prospiciente il 'pratello', a lungo elogiata da Francesco Bocchi ne Le bellezze della città di Firenze[1].

I Torrigiani[modifica | modifica wikitesto]

Stemma Medici-Da Toledo sulla cantonata, opera di Antonio Lorenzi
Facciata sul giardino

Con tali caratteristiche, fatti salvi i lavori di decorazione degli interni che si successero a più riprese, il palazzo passò ai primi dell'Ottocento (1816) ai Torrigiani, eredi dei Del Nero[1].

Avendo scelto il palazzo come residenza principale e luogo dove sistemare le proprie raccolte d'arte, i Torrigiani acquistarono anche l'edificio posto sulla sinistra della fabbrica, in modo da ingrandire su questo lato i propri appartamenti, e promossero, verso il 1850, al tempo del marchese Luigi, importanti lavori per dare alla numerosa prole adeguati e convenienti alloggi. Purtroppo i nuovi spazi vennero ricavati chiudendo il loggiato superiore e realizzando una nuova scala (su progetto dell'architetto Michelangelo Maiorfi) che comportò, ai fini di una migliore illuminazione del vano, l'apertura di nuove e più ampie finestre sul fronte verso l'Arno, fuori asse rispetto alle antiche, come ancora oggi si vede[1].

Nell'aprile del 1868 il consiglio comunale di Firenze deliberò la creazione dei nuovi lungarni, con lavori definiti in questro tratto tra il 1869 e il 1873[3], sulla base di un progetto del 1866 dovuto a Luigi Del Sarto e a Raffaele Canevari, a sua volta da leggere nell'ambito del piano di ampliamento della città approntato da Giuseppe Poggi per Firenze Capitale (1865-1871). Palazzo Torrigiani del Nero vide sacrificare la porzione che si protendeva verso il ponte alle Grazie, analogamente alle altre pittoresche strutture del vicino palazzo Serristori, l'affaccio diretto sull'Arno e un'ampia fetta dei giardini[1].

La soprelevazione del corpo centrale dell'edificio fino a giungere agli attuali quattro piani (determinando un blocco compatto che originariamente si presentava invece segnato da corpi in soprelevazione solo ai lati) dovrebbe invece risalire al periodo fra le due ultime guerre, al tempo del marchese Migliore, al quale sicuramente si deve la risistemazione della parte centrale della facciata posteriore, arricchita da un ampio terrazzo coperto a compensare, in parte, la perdita di quello cinquecentesco[1].

In una porzione del giardino, divenuta pubblica nel 1871, è stata eretta nel 1901 la chiesa Evangelica Luterana (progetto di Riccardo Mazzanti). Gli stemmi sui portoni con le armi dei Del Nero (di nero, al cane rampante d'argento, lampassato e collarinato di rosso) e dei Torrigiani (d'azzurro, alla torre d'argento) sono moderni[1].

Opere già in palazzo Torrigiani-Del Nero[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j Paolini, scheda web
  2. ^ resa nota da Leonardo Ginori Lisci nella sua pubblicazione su I palazzi di Firenze (1972).
  3. ^ Relazione archeologica, Regione Toscana

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Portale principale
Stemma del Nero
  • Le bellezze della città di Firenze, dove a pieno di pittura, di scultura, di sacri templi, di palazzi, i più notabili artifizi, e più preziosi si contengono, scritte già da M. Francesco Bocchi, ed ora da M. Giovanni Cinelli ampliate, ed accresciute, Firenze, per Gio. Gugliantini, 1677, pp. 288-293;
  • Giuseppe Zocchi, Scelta di XXIV vedute delle principali Contrade, Piazze, Chiese e Palazzi della Città di Firenze, Firenze, appresso Giuseppe Allegrini, 1744, tav. III;
  • Ristretto delle cose più notabili della città di Firenze del dottor Raffaello del Bruno, Firenze, Moucke, 1757, pp. 128-129;
  • Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino; o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Imperiale, 1765, p. 200;
  • Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino o sia Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1771, p. 212;
  • Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino, o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della citta di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1781, p. 196;
  • Marco Lastri, L’osservatore fiorentino sugli edifici della sua Patria, Terza edizione eseguita sopra quella del 1797, riordinata e compiuta dall’autore, coll’aggiunta di varie annotazioni del professore Giuseppe Del Rosso R. Consultore Architetto, ascritto a più distinte società di Scienze, e Belle Arti, 8 voll., Firenze, presso Gaspero Ricci, 1821, VIII, pp. 75-81;
  • Guida della città di Firenze e suoi contorni con la descrizione della I. e R. Galleria e Palazzo Pitti, Firenze, presso Antonio Campani, 1828, p. 215;
  • Marco Lastri, Palazzo del Nero, Accademia degli Alterati, ed altre, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, XV, pp. 24-30;
  • Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, pp. 600-601, n. 314;
  • Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 231, n. 575;
  • Nuova Guida Di Firenze, Firenze, Editore Ricci, 1845, p. 253;
  • Giuseppe Formigli, Guida per la città di Firenze e suoi contorni, nuova edizione corretta ed accresciuta, Firenze, Carini e Formigli, 1849, p. 219;
  • Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, pp. 549-550;
  • Emilio Burci, Guida artistica della città di Firenze, riveduta e annotata da Pietro Fanfani, Firenze, Tipografia Cenniniana, 1875, p. 193;
  • Emilio Bacciotti, Firenze illustrata nella sua storia, famiglie, monumenti, arti e scienze dalla sua origine fino ai nostri tempi, 3 voll., Firenze, Stabilimento Tipografico Mariani e Tipografia Cooperativa, 1879-1886, III, 1886, pp. 311-312;
  • Carl von Stegmann, Heinrich von Geymüller, Die Architektur der Renaissance in Toscana: dargestellt in den hervorragendsten Kirchen, Palästen, Villen und Monumenten, 11 voll., München, Bruckmann, 1885-1908, VII, p. 10;
  • Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 256;
  • Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568), edizione a cura di Gaetano Milanesi, Firenze, Sansoni, 1906, V, pp. 352, 359;
  • Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 690;
  • Luigi Vittorio Bertarelli, Italia Centrale, II, Firenze, Siena, Perugia, Assisi, Milano, Touring Club Italiano, 1922, p. 175;
  • Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, p. 286, n. XXXIX;
  • Luigi Vittorio Bertarelli, Firenze e dintorni, Milano, Touring Club Italiano, 1937, p. 296;
  • Ettore Allodoli, Arturo Jahn Rusconi, Firenze e dintorni, Roma, Istituto Poligrafico e Libreria dello Stato, 1950, p. 161;
  • Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 690;
  • Mario Bucci, Palazzi di Firenze, fotografie di Raffaello Bencini, 4 voll., Firenze, Vallecchi, 1971-1973 (I, Quartiere di Santa Croce, 1971; II, Quartiere della SS. Annunziata, 1973; III, Quartiere di S. Maria Novella, 1973; IV, Quartiere di Santo Spirirto, 1973), IV, 1973, pp. 67-74;
  • Leonardo Ginori Lisci, I palazzi di Firenze nella storia e nell’arte, Firenze, Giunti & Barbèra, 1972, II, pp. 675-682;
  • Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, p. 358;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, II, 1977, p. 307;
  • Carlo Cresti, Luigi Zangheri, Architetti e ingegneri nella Firenze dell’Ottocento, Firenze, Uniedit, 1978, p. 134;
  • Giuseppe Zocchi, Vedute di Firenze e della Toscana, a cura di Rainer Michael Mason, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1981, pp. 36-37;
  • Egidio Mucci (a cura di), Firenze: frammenti di memoria, Firenze, Ponte alle Grazie, 1990, p. 54;
  • Marcello Vannucci, Splendidi palazzi di Firenze, con scritti di Janet Ross e Antonio Fredianelli, Firenze, Le Lettere, 1995, pp. 391-393;
  • Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, I, p. 412; II, p. 693;
  • Franco Cesati, Le piazze di Firenze. Storia, arte, folclore e personaggi che hanno reso famosi i duecento palcoscenici storici della città più amata nel mondo, Roma, Newton & Compton editori, 2005, p. 142;
  • Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 438;
  • Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Archivistica per la Toscana, Guida agli archivi di architetti e ingegneri del Novecento in Toscana, a cura di Elisabetta Insabato e Cecilia Ghelli, con la collaborazione di Cristina Sanguineti, Firenze, Edifir, 2007, p. 223;
  • Claudio Paolini, Architetture d’Oltrarno: da piazza Giuseppe Poggi a piazza Santa Maria Soprarno, Firenze, Polistampa, 2010, pp. 46-50, n. 24.
  • Valentina Catalucci, La famiglia Del Nero di Firenze: proprietà, patrimonio e collezioni; il palazzo Del Nero (oggi Torrigiani in piazza dei Mozzi), in "Studi di Storia dell'Arte", 2013, 24, pp. 147-180 (Ia parte); 2014, 25, pp. 109-144 (IIa parte);
  • Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 483-484.

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