Palazzo Ottavio Imperiale

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Palazzo Ottavio Imperiale
Scorcio di Campetto con il palazzo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàGenova
IndirizzoPiazza Campetto, 2
Coordinate44°24′32.62″N 8°55′53.75″E / 44.409061°N 8.931597°E44.409061; 8.931597
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1586-1589
Inaugurazione1589
Usoabitazione/uffici
Realizzazione
ArchitettoJacopo De Aggio
AppaltatoreOttavio Imperiale
De Mari

Il palazzo Ottavio Imperiale è un edificio sito a Campetto al civico 2, nella zona del Mercato di Soziglia nel centro storico di Genova. L'edificio, oggi sede di un grande magazzino, fu inserito nella lista dei palazzi iscritti ai Rolli di Genova.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Attribuito inizialmente all'architetto Bartolomeo Bianco, il palazzo fu in realtà costruito dal maestro Jacopo De Aggio tra il 1586 e il 1589 per Ottavio Imperiale, con una spesa di ben 50.000 scudi d'oro. Giulio Pallavicini ricorda l'inizio dei lavori come uno degli avvenimenti più notevoli dell'anno, assieme alla demolizione dell'"isola" che divideva Soziglia da Campetto.

Già prima dell'ultimazione, nel 1588, fu compreso tra i palazzi dei rolli e inserito nel secondo bussolo, mentre in seguito passò stabilmente al primo. Ottavio Sauli lo acquistò ai primi del Seicento e vi si trasferì con il fratello Gio Antonio, lasciando il vecchio palazzo di famiglia di piazza Sauli, anch'esso iscritto nei rolli. Il palazzo è rappresentato nei Palazzi di Genova del Pietro Paolo Rubens con tre tavole ed è indicato quale "Palazzo del sig. Ottavio Sauli".

Ancora indicato come tale alla fine del secolo passò in eredità alla famiglia De Mari e in seguito arricchito internamente da opere di numerosi artisti quali Domenico Piola: Cesare Bacco e Amore con la Galleria dei Pianeti e le Arti, Filippo Parodi: Ercole, Domenico Guidobono: Il Tempo che rapisce la Bellezza e altri di J. Boni. Queste opere, insieme alla ricca quadreria, verranno ricordate ancora nella guida dell'Anonimo del 1818.

Ambiente voltato posto tra atrio e cortile, corrispondente per dimensioni ad una doppia fila di logge e forse frutto di un rifacimento, introduce sulla destra all'ampio scalone che si svolge, privo di affaccio esterno, fino al secondo piano nobile. Dal lato opposto del cortile ben nove erano invece le botteghe affacciate sulla trafficata piazza di Soziglia.

Nel corso del XIX secolo il palazzo passò ai Casareto, ai quali rimase fino a tempi recenti. Oggi ospita un grande magazzino e appartamenti.

Il palazzo ereditò quindi il suo nome ufficiale, Casareto – De Mari, ma già nel Seicento era più noto con un altro appellativo, infatti molti lo chiamano ancora oggi Palazzo del Melograno.

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