Palazzo Martellini-Rosselli del Turco

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Palazzo Martellini-Rosselli del Turco
Palazzo Martellini-Rosselli del Turco
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Indirizzovia Maggio 9
Coordinate43°46′02.48″N 11°14′57.8″E / 43.767356°N 11.249389°E43.767356; 11.249389
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Pianitre
Realizzazione
Proprietariofamiglia Rosselli Del Turco

Palazzo Martellini-Rosselli Del Turco è un palazzo di Firenze che si trova in via Maggio 9, angolo via de' Velluti e via de' Vellutini.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Di questo palazzo ci sono date le prime notizie da Donato Velluti che nella sua Cronica domestica del XIV secolo lo dice edificato da Bonaccorso di Piero Velluti attorno al 1260. Esso rappresenta la prima casa edificata in Via Maggio, che allora era detta in Casellina da un'unica casa esistente nella zona ove è adesso il tabernacolo del Canto alla Cuculia, ovvero l'attuale Palazzo Tempi-Mazzei, all'angolo tra Via Santa Monaca e Via dei Serragli.

Il palagio o casa dinanzi di Via Maggio appartenne poi a Gherardo Velluti, nipote di Bonaccorso e zio di Donato, autore della Cronica. Lo stesso Gherardo poi lo vendette ai biscugini Piero e Matteo Velluti, i cui figli lo possedevano nel 1367, anno in cui fu scritta la Cronica. Nel XVI secolo passò dai Velluti agli Ugolini, che già possedevano un palazzo all'angolo tra la stessa via Maggio e lo sdrucciolo de' Pitti. Il 17 luglio 1619 fu acquistato per 1250 scudi da Lionardo Martellini, a cui si deve l'inserimento probabilmente delle due grandi finestre inginocchiate e sicuramente dei due stemmi sulle cantonate. Nel 1627 alla morte di Lionardo il palazzo o casa grande di Via Maggio passò ai suoi figli Piero e Francesco. Quest'ultimo, divenuto unico proprietario nel 1633, morì nel 1636 lasciando eredi i suoi figli maschi Lionardo, Gio. Battista e Giovanni. Nel 1644 fu acquistato per 6000 scudi in conto residuo dotale dalla famiglia Pecori (poi Pecori-Giraldi) (Francesco Maria Pecori aveva sposato Alessandra Martellini, figlia di Francesco) che lo possedette (senza mai abitarvi ma affittandolo) fino al 1765. Successivamente, dopo vari passaggi di proprietà (Stefanini, Landini, Soldani Bensi, Ganucci, Favi, Harris), nel 1859 fu acquistato per 10500 scudi dai Rosselli Del Turco a cui appartiene tuttora. Il palazzo è stato dichiarato di interesse storico architettonico particolarmente importante con Decreto Ministero Beni Culturali ed Ambientali del 12 ottobre 1979.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Stemma nell'androne

La facciata si presenta solida, in uno stile cinquecentesco fiorentino molto vicino ai palazzi circostanti, grazie agli elementi in pietra che spiccano sull'intonaco.

Il pian terreno è caratterizzato da due portali ad arco gemelli al centro, caratteristica piuttosto insolita (infatti quello di sinistra per chi guarda fu probabilmente costruito nel XIX secolo per realizzare un fondo ad uso commerciale), sormontati da un'apertura rettangolare e affiancati da due finestre inginocchiate. Il piano superiore, segnato da un cornice marcapiano mondanata, presenta una fila di sette finestre ad arco con cornice in pietra col motivo "a raggiera", simili a quelle del secondo piano la cui lunetta però fu murata nel XIX secolo. Il tutto è inquadrato dagli spigoli evidenziati dalla pietra fino alla gronda, particolarmente sporgente. Agli angoli si trovano due stemmi scolpiti della famiglia Martellini (detta appunto Martellini del Falcone, poi Pontanari Martellini) che possedette il palazzo dal 1619 al 1644. Sempre nel XIX secolo, verosimilmente durante il periodo di Firenze capitale, alcuni locali del piano terreno dell'altezza di quasi 6 metri furono "tagliati" orizzontalmente con volte a vela semipiane per realizzare un appartamento al piano ammezzato o mezzanino, con apertura di 6 porte-finestre con parapetto in ferro battuto lungo la Via dei Vellutini. All'interno è un cortile con elementi in pietra serena (peducci, colonne e capitelli) dei primi del XVI secolo. La attuale scala principale dell'edificio risulta realizzata a metà del XIX secolo in pietra serena con 11 rampe di 9 scalini ciascuna e coperta da un grande lucernario in ferro e vetro.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz, F.A. Brockhaus, Leipzig 1910
  • Del Lungo, I.-Volpi, G. (a cura di) Donato Velluti. La Cronica domestica scritta tra il 1367 e il 1370, Sansoni, Firenze 1914
  • Sheryl E. Reiss - David G. Wilkins, Beyond Isabella: Secular Women Patrons of Art in Renaissance Italy, Truman State University Press, Kirksville Missouri 2001
  • Francesco Cesati, La grande guida delle strade di Firenze, Newton Compton Editori, Roma 2003.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]