Palazzo Marcantonio Giustiniani

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Palazzo Marcantonio Giustiniani
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàGenova
IndirizzoPiazza Giustiniani, 6
Coordinate44°24′25.65″N 8°55′47.91″E / 44.407125°N 8.929975°E44.407125; 8.929975
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVII-XVIII secolo; XIX secolo
InaugurazioneXVIII secolo
Usoabitazione/uffici
Realizzazione
AppaltatoreMarcantonio Giustiniani

Il palazzo Marcantonio Giustiniani è un edificio sito in piazza Giustiniani al civico 6 nel centro storico di Genova. L'edificio fu inserito nella lista dei palazzi iscritti ai Rolli di Genova.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'aspetto unitario del palazzo è dovuto a una serie di interventi che la famiglia Giustiniani, nella figura di Marcantonio, realizza tra il XVII e XVIII secolo con l'acquisto e l'accorpamento dell'ala nord di proprietà di Filippo Scaglia. È sul prospetto di quest'ultimo che si vede ancora un bassorilievo con il leone di San Marco, portato da Pola d'Istria nel 1380 dopo l'ultima sconfitta della Repubblica di Venezia, durante la guerra di Chioggia[1].

Tutta la piazza testimonia del resto la forza secolare di una parentela che ebbe dal Comune medievale genovese anche il compito di amministrare l'isola di Chios (Grecia). Sulla piazza, ampliata, sopraelevata di alcuni gradini nel XV secolo e chiusa da bassi paramuri per segnare i limiti di proprietà della famiglia, si affacciano due piani nobili, segnale della presenza di due linee ereditarie.

Se l'impianto medievale è ancora leggibile nei corsi in pietra del basamento, le facciate con finestre coronate dall'arme giustiniana, l'atrio a padiglione lunettato e il portale esterno sono chiaramente secenteschi, così come i portali interni, opere dei maestri Bartolomeo Spazio e Daniele Solaro. Nella prima metà del XIX secolo si sopraeleva l'edificio di un piano e si chiude la loggia[1] dei Giustiniani che costituiva, insieme alla piazza, un noto e autorevole luogo d'incontro nella vita quotidiana di antico regime.

Sopra il portale marmoreo è presente lo steffa famigliare, ripreso poi anche sulle decorazioni della facciata.[1]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Riccardo Navone, Viaggio nei caruggi. Edicole votive, pietre e portali, Fratelli Frilli Editori, Genova, 2007 ISBN 978-88-7563-334-9, p. 89

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