Palazzo Lascaris di Ventimiglia

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Palazzo Lascaris di Ventimiglia
Sede del Consiglio regionale del Piemonte
Ingresso principale del Palazzo Lascaris
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
LocalitàTorino
Indirizzovia Alfieri, 15
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1663 - 1665
Stilebarocco
Usoistituzionale
Realizzazione
ArchitettoAmedeo di Castellamonte
IngegnereDomenico Bernardi
ProprietarioRegione Piemonte
Committenteconte Giovanni Battista Beggiamo

Palazzo Lascaris di Ventimiglia, noto semplicemente ai più come Palazzo Lascaris, è un edificio storico costruito a Torino nel XVII secolo per volontà del conte Giovanni Battista Beggiamo e, attualmente, ospita la sede del Consiglio regionale del Piemonte.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo, costruito tra il 1663 e il 1665 da Domenico Bernardi su disegno di Amedeo di Castellamonte per il conte Giovanni Battista Beggiamo di Sant'Albano e Cervere, passò poi alla marchesa de Marolles di Caluso e quindi alla famiglia Carron di San Tommaso. Nella seconda metà del XVIII secolo venne ristrutturato ed ampliato dall'architetto Francesco Valeriano Dellala di Beinasco.

Nel 1803 passò per successione ereditaria alla famiglia Lascaris (da cui il nome del palazzo) e, in seguito, a Camillo Benso, conte di Cavour.[1]

Dal 1919 al 1928 l'edificio fu di proprietà del ricco finanziere Riccardo Gualino che vi stabilì il suo quartier generale, nonché la sede della SNIA e di altre sue società a essa collegate.

Durante la seconda guerra mondiale l'edificio fu colpito durante un bombardamento e parzialmente danneggiato: in particolare andarono perduti gli affreschi di Stefano Maria Legnani.[2]

Nel secondo dopoguerra fu sede della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Torino. Nel 1975 passò in proprietà alla Regione Piemonte, che ne fece la sede del Consiglio regionale.[1]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio, rimaneggiato e ristrutturato più volte, ha perso il suo stile architettonico poiché è un intreccio di stili diversi. Durante un restauro venne portata alla luce la parte seicentesca del Palazzo.[senza fonte] Nel 1979 venne inaugurata l'Aula del Consiglio regionale, al livello ipogeo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Roberto Dinucci, Guida di Torino, p. 91
  2. ^ Marziano Bernardi, Torino – Storia e arte, p. 133

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Dinucci, Guida di Torino, Torino, Edizioni D'Aponte
  • Marziano Bernardi, Torino – Storia e arte, Torino, Ed. Fratelli Pozzo, 1975

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