Palazzo Ambrogio Di Negro

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Palazzo Ambrogio Di Negro
Scorcio da via al Ponte Reale
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàGenova
IndirizzoVia San Luca, 2
Coordinate44°24′34.06″N 8°55′47.42″E / 44.40946°N 8.92984°E44.40946; 8.92984
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1569-1572
Inaugurazione1572
Usoabitazione/uffici
Realizzazione
CommittenteAmbrogio Di Negro
 Bene protetto dall'UNESCO
Le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli di Genova
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(ii) (iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2006
Scheda UNESCO(EN) Genoa: Le Strade Nuove and the system of the Palazzi dei Rolli
(FR) Scheda

Il palazzo Ambrogio Di Negro è un edificio sito in via San Luca al civico 2 nella zona del Mercato di Banchi nel centro storico di Genova, inserito il 13 luglio del 2006 nella lista tra i 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova divenuti in tale data Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Conserva al suo interno un importante ciclo pittorico manierista. Antistante il palazzo è presente la loggia dei Mercanti e la chiesa di San Pietro in Banchi.

Andrea Semino, affreschi della Sala di Perseo

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Eretto tra il 1569 e il 1572 da Ambrogio Di Negro (1519-1601), banchiere della Corona spagnola, eletto doge della Repubblica di Genova nel biennio 1585-1587, e colto esponente dell'accademia degli addormentati[1], proprietario anche della Villa Di Negro a Fassolo, oggi Rosazza. Il palazzo è incluso nell'edizione rubensiana del 1622 dei Palazzi di Genova[2]. Presente in tutti i rolli, raggiunge il massimo splendore all'inizio del Seicento quando subentra Orazio, figlio illegittimo ed erede di Ambrogio[3].

Il palazzo è rimasto della famiglia Di Negro per oltre duecento anni come sede di importanti attività commerciali.

Ospita la sede della Fondazione Edoardo Garrone.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Posto accanto alla Loggia dei Mercanti, mostra due facciate principali a quadratura affrescata: su piazza Banchi, riordinata in quegli anni (tra il 1590 e il 1596), e sul carrubeous rectus (l'odierna via San Luca) dov'è l'entrata.

Lo scalone voltato, che sale sino al secondo piano, si affaccia con un loggiato su tre lati del cortile interno; rilevanti i portali in marmo bianco e quelli in pietra nera del grande salone del primo piano nobile, con sentenze latine che ricordano l'umanesimo di Ambrogio Di Negro. Il piano nobile ospita un importante ciclo decorativo risalente alla fine del Cinquecento, che ricopre le volte di tre sale, attribuito ad Andrea Semino e alla sua bottega. La sala principale ospita il grande affresco con "Il Ratto di Elena", circondato da riquadri con episodi della vita di Paride, mentre le due sale minori ospitano i cicli di Danae (Con Danae fecodata da Giove) e del figlio Perseo (con Minerva e le Muse sull'Elicona). Secondo recenti studi, all'opera avrebbero partecipato anche i figli di Andrea, Cesare e Alessandro, ed il fratello Ottavio[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Leggi e ordini dell'Accademia degli Addormentati di Genova (1587), a cura di Luca Beltrami, Manziana (Roma) : Vecchiarelli, 2017
  2. ^ PP. Rubens, Palazzi di Genova, Anversa - 1652, - Figure 118-121
  3. ^ Proposal for the inscription of Genoa Le Strade Nuove and the System of the Palazzi dei Rolli in the Unesco World Heritage List, Volume I - Dossier, p. 292.
  4. ^ La pittura in Liguria. Il Cinquecento, Parma, Elena, Editore: Banca Carige (1999), p.267.

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