Pachino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando il Pomodoro di Pachino, vedi Pomodoro di Pachino.
Pachino
comune
Pachino – Stemma
Pachino – Bandiera
Pachino – Veduta
Pachino – Veduta
Panorama
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Siracusa
Amministrazione
SindacoGiovanni Cocco (commissario prefettizio) dal 23-11-2023
Data di istituzione21 luglio 1760
Territorio
Coordinate36°43′N 15°06′E / 36.716667°N 15.1°E36.716667; 15.1 (Pachino)
Altitudine65 m s.l.m.
Superficie50,98 km²
Abitanti21 513[1] (30-6-2022)
Densità421,99 ab./km²
FrazioniGranelli, Marzamemi, Pantano Cuba, Pantano Longarini, Pantano Morghella, Torrefano, Chiappa, Carratois, Concerie, Costa dell'ambra
Comuni confinantiIspica (RG), Noto, Portopalo di Capo Passero
Altre informazioni
Cod. postale96018
Prefisso0931
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT089014
Cod. catastaleG211
TargaSR
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona B, 780 GG[3]
Nome abitantipachinesi
PatronoMadonna Assunta
Giorno festivo15 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pachino
Pachino
Pachino – Mappa
Pachino – Mappa
Posizione del comune di Pachino nel libero consorzio comunale di Siracusa
Sito istituzionale

Pachino (Bachinu o Pachinu in siciliano) è un comune italiano di 21 513 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Siracusa in Sicilia.

Pachino è la città che ospita la coltivazione dell'omonimo pomodoro ciliegino IGP.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Pachino è situata nell'estremo sud est della Sicilia, a 51 chilometri da Siracusa. I comuni limitrofi sono: Noto a nord, Portopalo di Capo Passero a sud e Ispica a ovest.

Le spiagge[modifica | modifica wikitesto]

Le spiagge del territorio di Pachino modellano la costa per un totale di 8 chilometri. Le più conosciute sono quelle di Lido, Cavettone e Morghella sulla costa ionica (a partire da Marzamemi verso sud), mentre sulla costa mediterranea ci sono quella di Cuffara (conosciuta anche come Carratois), Costa dell'Ambra, in zona Contrada Concerie, Scarpitta, Chiappa e Raneddi (Granelli), fino al porto Ulisse. Il mare, limpido e di un intenso azzurro sulla costa ionica, anche in considerazione dei fondali, è invece di colore verde smeraldo sulla costa mediterranea; ricco di fauna ittica, è assai pescoso, il che rende la zona un importante riferimento commerciale, soprattutto per il mercato ittico catanese.

La ristorazione a base di pesce e il mare assai pulito fanno della zona di Pachino un luogo turistico molto apprezzato, con un flusso di stanziali e di turisti piuttosto rilevante, anche considerando l'interesse dei surfisti per una zona che, con le sue correnti ventose, si rivela particolarmente adatta alla pratica sportiva del windsurf.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Pachino ha un clima mediterraneo subtropicale. Posta a 65 metri sul livello del mare, nella parte sud-orientale della provincia di Siracusa, a cavallo del mar Mediterraneo e dello Ionio, Pachino ha un clima secco in primavera e in autunno, mite d'inverno e caldo afoso in estate. La città in primavera ed estate è spesso ventilata. Le precipitazioni sono concentrate soprattutto durante l'inverno. Una ricerca dell'ENEA del 2001, ha rilevato che Pachino è il comune siciliano con più radiazione solare[4].

La neve è un fenomeno assai raro. Gli episodi in cui il termometro scese a zero gradi risalgono al febbraio 1929 e 1956, e al Capodanno 2015.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome viene attestato in greco antico come Πάχυνος (Pákhunos), riadattato poi in lingua latina come Pachynus o Pachynum. Secondo Tommaso Fazello l'etimologia sarebbe da rinvenire nel greco παχύς (pakhús, "abbondante", "fertile").

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa Madre SS Crocifisso

Preistoria[modifica | modifica wikitesto]

Il promontorio di Pachino si è formato nel periodo del Cretaceo (più di 70 milioni di anni fa) da eruzioni vulcaniche sottomarine[5], le cui vulcaniti (le più antiche della Sicilia) ne caratterizzano il territorio. Pare che il Promontorium Pachyni fosse abitato sin dalle prime epoche preistoriche, anche se di queste presenze non restano molte testimonianze: circa 10.000 anni fa fu abitata la grotta Corruggi, nella quale vennero rinvenuti moltissimi reperti archeologici, che si trovano conservati in gran parte presso il Museo archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa. Si tratta di raschiatoi, coltelli, lance, punteruoli, aghi e altri oggetti di uso quotidiano.

Dalle grotte Corruggi e del Fico, durante il periodo neolitico (tra l'8000 e il 1500 a.C.), l'uomo passò a vivere nelle grotte (una delle più note di questa zona è quella di Calafarina).

Successivamente, nell'età del ferro, del rame e del bronzo, fino all'arrivo dei Siculi, le abitazioni rupestri si spostarono nella vicina zona denominata "Cugni di Calafarina". Qui nacquero villaggi e necropoli, un dolmen per i defunti ed un forno sotterraneo per la lavorazione dei metalli, i cui resti, portati alla luce da Paolo Orsi, sono tuttora ben visibili e discretamente conservati.

Antichità[modifica | modifica wikitesto]

«…Meglio è con lungo indugio e lunga volta
girar Pachino e la Trinacria tutta,
che, non ch'altro, veder quell'antro orrendo,
sentir quegli urli spaventosi e fieri
di quei cerulei suoi rabbiosi cani...
…Rademmo di Pachino i sassi alpestri,
scoprimmo Camarina, e 'l fato udimmo,
che mal per lei fôra il suo stagno asciutto…»

Dal 750 a.C. in poi, il territorio di Pachino fu abitato da fenici, punici e greci.

Dal 200 al 400 d.C., a dominare la zona furono i romani, che ne fecero un centro di attività commerciali e di colonizzazione. Con loro si sviluppò notevolmente l'agricoltura, e specialmente la coltivazione della vite e del frumento. Nel periodo ellenistico, furono edificati alcuni templi, di cui uno dedicato ad Apollo Libystino. Ancora oggi rimangono i resti di un tempietto votivo agreste in contrada Cugni, località nella quale furono tracciate le rotaie della via Elorina, tuttora ben visibili sulla roccia. La contrada Cugni, per l'alta concentrazione di resti antichi, risulta essere una sorta di "parco archeologico".

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

La Torre Xibini

Dopo i romani, arrivarono prima i Bizantini (dal 500 all'800), poi gli Arabi (dall'800 al 1090) ed, infine, i Normanni.

Gli Arabi diedero il nome alla frazione di Marzamemi (porto delle tortore), nella quale costruirono la tonnara, rimasta funzionante fino agli anni cinquanta, introdussero la coltivazione degli agrumi, bonificarono le campagne, completarono l'acquedotto della Torre Xibini, costruirono le saline e i pozzi Senia per l'irrigazione dei campi (tuttora funzionanti), di cui uno alle porte di Marzamemi, detto u puzzu de quattru uocchi, utilizzato nei secoli, anche a livello industriale, da popoli diversi, pirati compresi.

Il declino della città inizia con i Normanni, gli Aragonesi e gli Angioini. In questo periodo furono erette le fortificazioni di Torre Xibini e Torre Fano contro le invasioni piratesche dei Turchi.

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1583 al 1714, nascono in Sicilia un centinaio di nuove terre feudali. In questo periodo si determina un sostanziale cambiamento della geografia dell'agro netino, con la fondazione, nella fascia costiera tra le tonnare di Marzamemi e Capo Passero e dei porti di Portopalo e della Marza, di Pachino e Portopalo.

Palazzo Tasca

La storia dell'attuale Pachino ha inizio quando, nel 1734, gli Starrabba di Piazza Armerina, proprietari dei feudi Scibini e Bimmisca e, come tali, aventi su tali feudi il titolo baronale oltre a quello di principi di Giardinelli, decisero di risiedere sul territorio per meglio curare i loro interessi. A tal fine, i fratelli Gaetano e Vincenzo Starrabba chiesero, nel 1758, a Carlo III di Borbone e, successivamente, nel 1760, a Ferdinando IV di Borbone l'autorizzazione a fondare una città (licentia populandi), decreto che fu emesso a Napoli, in data 21 luglio 1760, e che fu reso esecutivo in data 1º dicembre 1760, ottenendo così l'investitura del titolo di Barone della neonato feudo.

Colonia maltese[modifica | modifica wikitesto]

Il principe Ferdinando I volle mettere in esecuzione le condizioni del Real Decreto. Invitò perciò i vicini maltesi a popolare il nuovo paese e diverse famiglie accettarono l'invito.

Pachino e Marzamemi nella seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Il 10 luglio 1943, nel tratto di costa che va da Licata a Pachino, ebbe inizio con lo sbarco in Sicilia da parte degli Alleati. L'attacco all'Italia fu deciso da americani e britannici durante la Conferenza di Casablanca; la pianificazione e organizzazione vennero affidate al generale Dwight Eisenhower.

L'Operazione Husky costituì uno dei più grandi sbarchi della seconda guerra mondiale, permise l'occupazione in Europa delle potenze anglosassoni e l'attacco alle potenza dell'Asse. A mezzogiorno del 10 luglio i generali Alexander e Montgomery pranzarono all’albergo di Pachino dedicato proprio ai Savoia, di proprietà di Concettina Mescatello, al numero 13 di via Palestro, a pochi isolati dalla piazza centrale. A Pachino si erano infatti ritrovate anche le truppe che erano sbarcate a Marzamemi, oltre a quelle di Portopalo.[6]

Difesi e accompagnati da un intenso bombardamento navale rivolto alla costa, intorno alle 3:00 di notte (9-10 luglio), presso Marzamemi, nell'area di Pachino (che dà il proprio nome all'erea geografica detta penisola di Pachino), i primi a sbarcare furono gli uomini della 231st Infantry Independent Brigade (la sopracitata brigata "Malta"), del generale Robert Urquhart, e la prima parte della 23rd Armoured Brigade (brigata corazzata) con gli Sherman, consistente nello Squadrone B del 46th (Liverpool Welsh) Royal Tank Regiment e nel 50th Royal Tank Regiment (il resto della brigata sarebbe giunta il 26 luglio).[7][8] La brigata indipendente dell'isola di Malta comprendeva tre battaglioni (2º battaglione del Devonshire Regiment, 1º battaglione del Dorsetshire Regiment e 1º battaglione dell'Hampshire Regiment), batterie anticarro e antiaeree, genieri, artiglieri e ambulanze con medici da campo (il 200° Field Ambulance del Royal Army Medical Corps). Costoro sbarcarono nel settore denominato Bark East, sul lato settentrionale della spiaggia detta Green Beach (divisa in Amber, Red e Scramble Red).

Soldati della 51st Highland Division sbarcano sulle spiagge di Pachino il 10 luglio 1943

L'intera area della penisola di Pachino era difesa da circa 1.000 soldati italiani: 250 di questi erano posti nei capisaldi costieri delle spiagge che videro lo sbarco dei Royal Marines e dei canadesi. Il 40° Commando nel prendere la spiaggia ebbe un solo caduto e 20 uomini feriti, mentre il 41° ebbe 7 morti e 17 feriti.[9] Sulle spiagge pachinesi, atterrarono inoltre anche gruppi di aliantisti (per errore); alcuni di essi, presi prigionieri, vennero liberati verso l'alba dai Royal Marines.

Nonostante isolati atti di resistenza, la difesa della penisola di Pachino si rivelò cedevole e poco ostinata; il nemico, quindi, alle 9:00 del mattino del 10 luglio occupò il centro urbano di Pachino in maniera pacifica (Pachino era un altro grosso centro del siracusano: nel 1940 sfiorava pure esso i 20.000 abitanti). Fu la brigata indipendente di Malta la prima a mettervi piede. Gli scozzesi, detti Jocks, furono così lieti di non trovare ostilità nella popolazione, che fin da subito regalarono a piene mani cibo, dolciumi e sigarette; il capostazione della città, rimanendo positivamente colpito da quel determinato comportamento, telegrafò al suo collega di Vizzini (cittadina dei monti Iblei che amministrativamente faceva parte della provincia catanese), mandandogli un messaggio di rassicurazione sul fatto che sebbene l'invasione fosse cominciata, non riteneva vi fosse alcunché da temere per la popolazione civile, poiché gli Alleati mostravano per essa benevolenza.[10]

Verso mezzogiorno i canadesi presero l'aeroporto di Pachino; distrutto sia dalle bombe che dagli italiani, che lo avevano arato per impedire agli inglesi di utilizzarlo, ma questi in tempi brevi lo sistemarono e, come fecero con la piana di Cassibile, lo fecero divenire sede della Royal Air Force. Conquistata tutta la penisola pachinese, parte dei canadesi seguì la 51ª divisione e la 231ª brigata, rimanendo nel siracusano (dirigendosi verso Rosolini e Noto), altra parte di essi si diresse invece alla conquista della provincia di Ragusa; entrambe le parti si inoltrarono poi, su ordine improvviso di Montgomery, nella Sicilia centrale.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma della Città di Pachino è uno scudo interzato in fascia: nel primo è raffigurata la torre di avvistamento di Xibini eretta nel 1493 dal barone Antonino Xurtino o Sortino, signore dei feudi Scibini, Bimmisca e Belludia, il cui emblema era una sfera armillare, che ha ispirato la figura del mappamondo che compare nella seconda partizione; nel terzo un porcellino è attribuito di sant'Antonio abate, patrono degli allevatori e degli agricoltori.[11]

Il gonfalone è un drappo di rosso.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Decreto del Presidente della Repubblica»
— 30 novembre 1990[12]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa Madre SS. Crocifisso: edificata nel 1790 dal marchese Vincenzo Starrabba per la comunità cristiana, si presenta con una semplice struttura comprendente una sola navata con una cappella a destra dell'abside; vi si conservano i resti di Gaetano e Vincenzo Starrabba. Restaurata nel 2010.
  • Torre Scibini: fatta costruire nel 1494 dal conte Antonio de Xurtino per rimediare alle ruberie del feudo e se necessario, correre in aiuto per le scorrerie dei pirati saraceni[13]
  • Tonnara di Marzamemi: risale al tempo della dominazione degli arabi in Sicilia; nel 1630, venne venduta dal proprietario al Principe di Villadorata
  • Palazzo e Chiesa della tonnara: edificati nel 1752.
  • Palazzo Tasca: costruzione ottocentesca, che ospita un suggestivo cortile pavimentato con basole di pietra calcarea.

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Ingresso della Grotta Calafarina

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[14]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2007 la città di Pachino è gemellata con il comune svizzero di Bienne.

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

In città vi sono 3 istituti comprensivi statali, 2 istituti privati e 2 istituti di istruzione secondaria superiore:

I istituto di istruzione secondaria superiore "Michelangelo Bartolo"[modifica | modifica wikitesto]

  • Liceo Classico;
  • Liceo Scientifico tradizionale;
  • Liceo Scientifico opzione 'Scienze Applicate' ;
  • Liceo delle Scienze Umane tradizionale;
  • Istituto tecnico Elettronica ed Elettrotecnica;
  • Istituto tecnico Meccanica, Meccatronica ed Energia;
  • Istituto tecnico Trasporti e Logistica.

II istituto di istruzione secondaria superiore "Paolo Calleri"[modifica | modifica wikitesto]

  • Istituto professionale Agricoltura, ambiente e sviluppo rurale;
  • Istituto professionale Enogastronomia e ospitalità alberghiera;
  • Istituto professionale Servizi socio sanitari.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa del SS. Crocifisso (Chiesa Madre);
  • Chiesa Madonna del Rosario di Pompei;
  • Chiesa San Corrado Confalonieri (Padri Canossiani);
  • Chiesa San Giuseppe;
  • Chiesa San Francesco d'Assisi;
  • Chiesa Sacro Cuore di Gesù;
  • Chiesa Santi Angeli;
  • Chiesa Santi Pietro e Paolo;
  • Chiesa San Francesco di Paola (Padri Canossiani - Marzamemi);
  • Chiesa Valdese, progettata dall'arch. Leonardo Ricci nel 1964.[15]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Festival del Cinema di Frontiera a Marzamemi

La città di Pachino e i suoi dintorni sono stati più volte scelti come location di diversi set cinematografici, fra cui:

Pachino è stata inoltre il set di alcune puntate della fiction "Il commissario Montalbano".

Dal 2000 la città ospita il Festival del Cinema di Frontiera, che si svolge nella piazza principale di Marzamemi in piazza Regina Margherita, con proiezioni di film e cortometraggi provenienti da diverse zone del mondo.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Marzamemi è il borgo marinaro di Pachino. Il suo nome deriva dall'arabo Marsa-al-hamem, che significa "rada delle tortore", ultima frontiera dell'isola, punta estrema della Sicilia. In principio fu un villaggio arabo. Il centro di Marzamemi, con le sue architetture (tra cui le saline, la tonnara e le prime "casuzze arabe" risalgono a questo primo insediamento. L'attuale Marzamemi ha preso forma e una veste ufficiale nel 1752, quando il Principe di Villadorata fece costruire il palazzo, la loggia, la nuova tonnara e la chiesetta. Un'altra frazione di Pachino è Granelli. In Granelli sorgono molte villette e bar che si affacciano direttamente sulla battigia del Mar Mediterraneo.[16]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Pachino è un comune che fonda la sua economia essenzialmente sull'agricoltura. Nel XIX secolo si era sviluppata la coltivazione del cotone, ma già dalla fine dell'Ottocento si diffuse e si consolidò la coltura della vite: il territorio pachinese aumenta l'importanza dell'esportazione di mosti e vini destinati ai mercati del nord Italia e della Francia come vini da taglio.

Sostanzialmente la maggior parte dell'economia è ancora vincolata alla produzione dell'ortofrutta, nella quale spiccano il Ciliegino di Pachino (IGP) e il "costoluto", ma le speranze degli agricoltori sono indirizzate alla ripresa della viticultura e, soprattutto, alla produzione di vini di qualità. Il comune fa parte dell'associazione Città del Vino. A Marzamemi viene costruito in località Fossa il Porto Grande, con una profondità tale da permettere l'attracco dei "vapori" che così potevano caricare direttamente il vino, tramite apposite tubazioni che originavano dal vicino palmento, il primo a livello industriale della Sicilia, fatto costruire alla fine dell'Ottocento da Antonio Starabba, marchese di Rudinì[17]. Le navi così cariche partivano alla volta di Marsiglia dove scaricavano il prezioso carico. Attività poi proseguita "su ferro" fino alla fine degli anni sessanta; infatti dalla Stazione di Pachino partivano per le dette destinazioni numerosi lunghi treni di carri ferroviari cisterna, spinti da una o due sbuffanti locomotive a vapore, carichi del robusto ed apprezzato vino locale. Negli anni settanta la viticultura pachinese ha attraversato un periodo di crisi, che ha portato all'abbandono e all'estirpazione di molti vigneti, sostituiti da colture in serra di prodotti ortofrutticoli che costituiscono oggi la produzione prevalente. Questo mercato genera un elevatissimo fatturato e occupa almeno 4000 persone solo nel circondario pachinese. Come negli altri casi, anche l'ortofrutta sta vivendo momenti di difficoltà, dovuta a crisi di mercato e infrastrutturali. Si assiste ad una ripresa dei vigneti, dedicati però a produzioni di qualità come il Nero d'Avola ( territorio tra i più vocati dell'isola) e altri vini DOC (Eloro- sotto zona Pachino).

Famosa è anche la produzione locale della bottarga di tonno rosso, che viene prodotta artigianalmente, secondo antiche tradizioni arabe, a Marzamemi. Sviluppata è anche la conservazione, artigianale, di prodotti ortofrutticoli, e del pescato locale, custode di tradizioni culinarie antiche, e oggi molto ricercate.

Negli ultimi decenni, con la creazione presso Marzamemi del porto turistico, si è assistito ad una forte espansione del turismo nautico. Il turismo è molto sviluppato per via delle spiagge e del mare pulitissimo e anche per il borgo marinaro di Marzamemi, molto apprezzato dai turisti per l'antichità di lontane origi arabe di questa frazione. A Marzamemi è stata per secoli operante la tonnara di ritorno più importante della Sicilia, che cessò l'attività nel 1969.[18]

Dal 12 gennaio 1908 è attiva la Cassa Rurale e Artigiana, ora Banca di Credito Cooperativo, nata col nome di Cooperativa Agricola di Produzione e Lavoro. Conta oggi 3275 soci e 99 dipendenti, con 16 filiali dislocate su quattro province siciliane.[19]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1890 1890 Nunzio Costa Sindaco
1946 1952 Sebastiano Fortuna Sindaco
1952 1952 Nicola Caruso Sindaco
1953 1953 Paolo Cultrera Sindaco
1953 1956 Salvatore Petruzzello Sindaco
1956 1961 Sebastiano Fortuna Sindaco
1961 1962 Pietro Moncada Sindaco
1962 1965 Salvatore Di Martino Sindaco
1965 1966 Sebastiano Fortuna Sindaco
1966 1968 Salvatore Di Martino Sindaco
1968 1970 Carmelo Geraci Sindaco
1970 1973 Attilio Trovato Comm. straordinario
1973 1974 Sebastiano Fortuna Sindaco
1974 1975 Gaetano Costa Sindaco
1975 1976 Salvatore Di Martino Sindaco
1976 1976 Andrea Amenta Sindaco
1976 1976 Vincenzo Olindo Sindaco
1976 1978 Pietro Ferrara Sindaco
1978 1978 Salvatore Ardilio Sindaco
1978 1982 Emanuele Cimino Sindaco
1982 1983 Pietro Ferrara Sindaco
1983 1983 Antonino Trombetta Sindaco
1983 1985 Francesco Bartolo Sindaco
1985 1985 Modestino Preziosi Sindaco
1985 1986 Emanuele Mazzara Sindaco
1986 1987 Angelo Maione Sindaco
1987 1987 Modestino Preziosi Sindaco
1987 1988 Salvatore Ardilio Sindaco
2 luglio 1988 9 agosto 1989 Emanuele Mazzara Democrazia Cristiana Sindaco [20]
9 ottobre 1989 20 novembre 1989 Giuseppe Bufardeci Democrazia Cristiana Sindaco [20]
20 novembre 1989 16 giugno 1990 Pietro Ferrara Partito Socialista Italiano Sindaco [20]
16 giugno 1990 8 gennaio 1991 Angelo Maione Partito Socialista Italiano Sindaco [20]
8 novembre 1991 17 agosto 1992 Sebastiano Ferrara Partito Socialista Italiano Sindaco [20]
18 agosto 1992 23 novembre 1992 Giuseppe Tripisciano Comm. straordinario
24 novembre 1992 28 giugno 1993 Antonino Savarino Comm. straordinario
29 giugno 1993 15 dicembre 1997 Modestino Preziosi Partito Democratico della Sinistra Sindaco [20]
15 dicembre 1997 22 marzo 1999 Carmelo Latino centro-destra Sindaco [20]
22 marzo 1999 13 dicembre 1999 Rodolfo Casarubea Comm. straordinario [20]
13 dicembre 1999 21 aprile 2001 Mauro Adamo centro-sinistra Sindaco [20]
21 aprile 2001 27 giugno 2001 Giuseppe Santacroce centro-sinistra Vice sindaco [20]
27 giugno 2001 26 novembre 2001 Pietro Tramuto Comm. straordinario [20]
26 novembre 2001 28 giugno 2006 Sebastiano Barone centro-destra Sindaco [20]
30 giugno 2006 25 settembre 2008 Giuseppe Campisi centro-sinistra Sindaco [20]
30 ottobre 2008 23 giugno 2009 Margherita Mirra Comm. straordinario [20]
23 giugno 2009 11 giugno 2014 Paolo Bonaiuto Il Popolo della Libertà Sindaco [20]
11 giugno 2014 15 febbraio 2019 Roberto Bruno Partito Democratico Sindaco
12 ottobre 2021 30 Ottobre 2023 Natalina Petralito FdI - #DB - Liste civiche Sindaco
23 novembre 2023 in carica Giovanni Cocco Comm. straordinario [20]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Nel comune la storica società di calcio è l'Asd Pachino Calcio che ha disputato campionati dilettantistici regionali, arrivando a disputare l'Eccellenza per tre stagioni consecutive (1991-92, 1992-93 e 1993-94). È stata attiva fino alla stagione 2021-22 quando ha disputato il torneo di Prima categoria, terminato con la retrocessione. Attualmente militano in Terza categoria altre due società calcistiche pachinesi, il Real Pachino e lo Sporting Club Nipa; quest'ultima è una società comprensoriale che include anche la vicina Portopalo di Capo Passero[22]. A Pachino sono nati e cresciuti, anche calcisticamente, gli ex calciatori e fratelli Corrado e Cristian Baglieri.

La squadra di pallavolo A.S.D. Volley Pachino nella stagione 2018-2019 milita nel campionato di prima divisione. Gli impianti sportivi di Pachino sono lo stadio comunale "Sasà Brancati", e il tensostatico dove giocano squadre di calcio a 5 e altri sport.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 9 settembre 2022. URL consultato il 18 settembre 2022.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Curiosità su Pozzallo, su siciliafan.it. URL consultato il 5 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2013).
  5. ^ Giuseppe Privitera (a cura di), Pachino e Portopalo di Capo Passero, su win.lafrecciaverde.it.
  6. ^ Salvo Sorbello, Nome in codice Operazione Husky, LaSicilia quotidiano, 10 luglio 2018.
  7. ^ Domenico Anfora, 2016, p. 82.
  8. ^ (EN) Ken Ford, Assault on Sicily: Monty and Patton at War, 2007, cap. 7.
  9. ^ Domenico Anfora, 2016, p. 85.
  10. ^ Domenico Anfora, 2016, pp. 84-85.
  11. ^ Pachino, su araldicacivica.it.
  12. ^ Pachino, decreto 1990-11-30 DPR, concessione di titolo di città, su Archivio Centrale dello Stato.
  13. ^ La torre Xibini, su siciliafotografica.it (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2009).
  14. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  15. ^ AA VV, Il restauro del Moderno in Italia e in Europa, FrancoAngeli, 17 novembre 2011, ISBN 978-88-568-7097-8. URL consultato il 13 febbraio 2022.
  16. ^ Abusivismo edilizio. Gennuso dice no alle demolizioni: "a Noto e Pachino tante famiglie non avevano i soldi per potere edificare nei centri urbani", su Noto News, 24 agosto 2017. URL consultato l'11 febbraio 2022.
  17. ^ Nobile, coraggioso e politico potente, Salvo Sorbello, quotidiano LaSicilia del 4 agosto 2018
  18. ^ Salvo Sorbello, Pachino il risveglio e la crescita, pagg. 270-282, Grafiche Fratantonio, Pachino giugno 2019
  19. ^ Maurizio Campo, Pachino il risveglio e la crescita, pagg. 35-78, Frantantonio giugno 2019
  20. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p http://amministratori.interno.it/
  21. ^ Mappa - Bienne (Biel), su mapnall.com. URL consultato il 26 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2018).
  22. ^ La scuola calcio pachinese “Sporting Club Nipa” lancia il progetto “Next Gen Terza Categoria”: per il futuro del Calcio Giovanile, su pachinocamnews.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Salvo Sorbello La pesca del tonno nel capolinea del sud. Le tonnare di Vendicari, Marzamemi e Portopalo di Capo Passero ISBN 978-88-7428-093-3

AA.VV. Pachino il risveglio e la crescita, Effe Grafica Fratantonio, Pachino, giugno 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN124535469 · LCCN (ENn2003082907 · GND (DE4748078-6 · J9U (ENHE987007489574505171
  Portale Siracusa: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Siracusa