Ogdoade

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Le otto divinità costituenti l'Ogdoade di Ermopoli

Nella mitologia egizia l'Ogdoade[1], in ieratico: "hemeneyu",

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è l'insieme di otto divinità venerate a Khemno (Ermopoli). Secondo la mitologia, esistevano prima della creazione, personificando le forze primeve del Caos ed erano venerate ad Ermopoli, nel XV distretto dell'Alto Egitto.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Tra le numerose cosmogonie egizie che comprendevano otto divinità primigenie, quella di Ermopoli, in egizio "Khemnu" ovvero "Città degli Otto", era la più astratta[2] e aveva come particolarità solo otto divinità chiamate Heh[3] con precise caratteristiche.

Nell'antico Egitto vigeva il principio della dualità intesa come forze uguali e contrapposte ma armoniosamente unite, per cui le divinità primigenie erano formate da coppie dove all'essenza maschile si opponeva quella femminile detta paredra. Esse erano:

Queste divinità avevano testa di rana per i maschi e di serpente per le femmine, animali simbolo delle acque da dove erano emersi.

Gli dei dell'Ogdoade generarono, ad Ermopoli, una collina di fango primordiale chiamata Isola delle Fiamme o Isola dei Coltelli. Qui, in maniera misteriosa dettero vita al sole (da cui il nome Isola delle fiamme)[4]. Infatti secondo il clero ermopolitano, le otto divinità risiedevano nel Caos ed oltre la creazione avevano anche il compito di consentire il sorgere del sole quotidianamente proteggendolo nell'Oltretomba.[5]

La leggenda passata a Tebe si sarebbe trasformata e gli dei avrebbero creato un uovo, da cui nacque Amon, il dio-sole.

Con l'assunzione di sempre maggior potere da parte del clero di Amon (complesso templare di Karnak), quest'ultima divinità verrà umanizzata e gli verrà fornita una famiglia (secondo la struttura trinitaria tipica degli dei egizi) composta dalla moglie Mut e dal figlio Khonsu.

Dettò anche il dogma secondo cui l'Ogdoade si formò a Tebe, si trasferì ad Ermopoli per compiere la creazione ed infine sarebbe tornata a Tebe per andare a morire sulla collina di Medinet Habu dove sarà adorata fino al periodo tolemaico[6].

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

I primi cenni sull'Ogdoade si trovano scritti già nei "Testi dei sarcofagi" del Medio Regno[7], nei "Testi delle piramidi"[8] e documentati già nella V dinastia nel tempio funerario del sovrano Sahura. I testi sull'Ogdoade sono frammentati e scritti successivamente dal clero tebano che adattò la cosmogonia ermopolitana ai propri dogmi[9], come nella "Pietra di Shabaka" conosciuta anche come "Testo di Teologia Menfita".

Evoluzione religiosa[modifica | modifica wikitesto]

Gli dei primevi sopravvissero nell'iconografia prendendo l'aspetto di babbuini cinocefali che salutano il sole nascente, Atum. Durante il Medio Regno, Huh divenne il dio dell'eternità ed il Nun acquisì maggiore importanza nella religione egizia[10]

Altri miti dell'Ogdoade egizia[modifica | modifica wikitesto]

  • I maschi dell'Ogdoade si sarebbero trasformati in un toro nero, le femmine in una vacca nera e la collina primordiale si sarebbe formata dallo sperma del toro;
  • Il sole costituiva l'embrione di un uovo nascosto dall'Ogdoade nell'Isola delle fiamme;
  • L'Ogdoade ed il sole dipendevano dal dio Thot che depose sulla collina l'astro addormentato[2];
  • La nascita del dio sole Atum, con l'aspetto di un fanciullo con il dito in bocca, nato dalla fecondazione del loto primordiale da parte degli dei dell'Ogdoade.

Centri di culto egizi[modifica | modifica wikitesto]

L'Ogdoade aveva numerosi centri di culto, oltre Ermopoli, quali Medinet Habu, Esna e Tebe.

Ogdoade cristiana[modifica | modifica wikitesto]

L'Ogdoade cristiana è fortemente collegata a quella gnostica, e questa può rintracciare le sue origini in Valentino (135-160 d.C.,). Secondo questo autore all'origine di tutto vi erano due princìpi: Abisso (o Padre) e Silenzio, l'uno maschile e l'altro femminile. Abisso non poteva stare in solitudine, perché egli è amore (che è sempre per qualcuno), e, unendosi con Silenzio, nacquero Intelletto e Verità. Si completa così la prima Tetrade, radicata in tutto ciò che esiste. Dall’unione di Intelletto e Verità nacquero Verbo e Vita, che, unendosi a loro volta, generano l’Uomo e la Chiesa. Si costituisce così la prima Ogdoade. Dall’unione di Verbo e Vita nacquero 10 Eoni, e da quella di Uomo e Chiesa nacquero 12 Eoni. La prima Ogdoade, la Decade e la Dodecade costituiscono il Pleroma, una società di 30 esseri divini. Gli ultimi due Eoni della Dodecade (e quindi del Pleroma) sono Volere e Sapienza. Quest’ultima cede al desiderio di scrutare il mistero di Abisso e, poiché Intelletto soltanto ne è capace, essa si sarebbe perduta nel vuoto se il Pleroma non avesse i limiti che prevengono la sua caduta. Sapienza viene fecondata da questo desiderio (e non da Volere) e partorisce un figlio bastardo, Concupiscenza, che è materia senza forma. Concupiscenza è esclusa dal Pleroma. Per evitare incidenti simili, Intelletto e Verità generano un’ultima coppia di Eoni, maschio e femmina, il Cristo e lo Spirito Santo, che insegnano agli altri Eoni del Pleroma a rispettare la trascendenza di Abisso e ad amarlo senza pretendere di eguagliarlo. Ristabilito l’ordine nel Pleroma, bisogna disciplinare Concupiscenza: dal desiderio degli Eoni, nasce Gesù, che purifica Concupiscenza dalle sue passioni e di ciascuna fa principio attivo del mondo futuro. Ciò che ne resta è una materia adatta a concepire, di cui è fatto tutto l’universo. Il Demiurgo, che sta nella regione bassa dove si trova Concupiscenza e che non conosce il mondo superiore, è separato dal Pleroma per il Limite e crea il mondo a immagine del Pleroma. Nascono così: a) gli uomini materiali (inferiori), che sono ormai perduti, destinati a dissolversi come materia; b) uomini psichico (più nobili) che hanno bisogno del riscatto di Gesù; c) uomini spirituali (ancora più nobili) che sono salvi perché partecipano al mondo divino. Quando il Demiurgo cesserà di produrre Concupiscenza, entrerà nel Pleroma e gli Psichici saranno riscattati mentre il resto perirà.[11]

Ogdoade gnostica[modifica | modifica wikitesto]

Per Ogdoade gnostica si intende proprio quella di Valentino, la quale presenta delle forti influenze cristiane, ma che rimane fortemente relegata allo gnosticismo proprio per la sua componente mistica che si discosta molto dai testi biblici, soprattutto per quanto riguarda le divinità e l'origine dell'universo.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ è un sostantivo femminile e si pronuncia ogdòade, vedi https://www.dizionario-italiano.it/dizionario-italiano.php?lemma=OGDOADE100
  2. ^ a b Mario Tosi, Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto, pag. 226
  3. ^ Zahi Hawass, Miti e divinità, pag.133
  4. ^ Mario Tosi, Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto, pag.225
  5. ^ Zahi Hawass, Miti e divinità, pag. 66
  6. ^ Guy Rachet, Dizionario Larousse della civiltà egizia, pag. 230
  7. ^ Edda Bresciani, Grande enciclopedia illustrata dell'antico Egitto, pag.246
  8. ^ Zahi Hawass, Miti e divinità, pag.93
  9. ^ F. Dunand e C. Zivie-Coche, Dei e uomini nell'Egitto antico, pag. 66
  10. ^ Margaret Bunson, Enciclopedia dell'antico Egitto, pag. 198
  11. ^ a b Etienne Gilson, La filosofia del Medioevo. Dalle origini patristiche alla fine del XIV secolo.

Bibliografia Antico Egitto[modifica | modifica wikitesto]

  • Margaret Bunson, Enciclopedia dell'antico Egitto, Fratelli Melita Editori, ISBN 88-403-7360-8
  • Guy Rachet, Dizionario Larousse della civiltà egizia, Gremese Editore, ISBN 88-8440-144-5
  • Zahi Hawass, Miti e divinità, Mondadori
  • Edda Bresciani, Grande enciclopedia illustrata dell'antico Egitto, De Agostini, ISBN 88-418-2005-5
  • Mario Tosi, Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto - Vol. I, Ananke, ISBN 88-7325-064-5
  • Erik Hornung, Gli dei dell'antico Egitto, Salerno Editrice, ISBN 88-8402-106-5
  • Françoise Dunand, Cristiane Zivie-Coche, Dei e uomini nell'Egitto antico, L'Erma di Bretschneider, ISBN 88-8265-225-4

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