Odontites luteus

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Perlina gialla
Odontites luteus
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Orobanchaceae
Tribù Rhinantheae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Scrophulariales
Famiglia Scrophulariaceae
Genere Odontites
Specie O. luteus
Nomenclatura binomiale
Odontites luteus
(L.) Clairv., 1811
Nomi comuni

Odontite gialla

La perlina gialla (nome scientifico Odontites luteus (L.) Clairv., 1811) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico (Odontites) deriva dal greco "odos" o "odontos" (= dente, del dente). Tale nome appare per la prima volta in uno scritto di Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79]), scrittore, ammiraglio e naturalista romano, e si riferisce al suo uso per il trattamento del mal di denti.[2][3] L'epiteto specifico (luteus) significa "giallo" e si riferisce al colore della corolla dei fiori di questa pianta.[4][5]

Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto inizialmente da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum", perfezionato poi dal botanico e entomologo francese Joseph Philippe de Clairville (1742-1830) nella pubblicazione "Manuel d'Herborisation en Suisse et en Valais, redigé selon le systême de Linné, corrigé par ses propres principes. Avec l'indication d'un nouveau systême derivé également des principesde ce grand maître. Winterthour. - 207. 1811" del 1811.[6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento

Queste piante raggiungono una altezza di 2 - 5 dm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Sono piante semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla) e sono provviste di uno o più austori connessi alle radici ospiti per ricavare sostanze nutritive.[7][8][9][10]

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono tipo fittone.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

La parte aerea del fusto è ascendente o eretta. La parte apicale è ricoperta di peli appressati e più o meno increspati. La sezione è quadrangolare. I rami sono arcuati e spesso superano in altezza il fusto principale; all'apice possono essere penduli.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto; hanno la lamina a forma lineare con contorno intero e superficie pubescente. Il portamento è patente o riflesso. Non sono presenti stipole. Le foglie superiori non sono di tipo bratteale. Dimensione delle foglie: larghezza 1 – 2 mm; lunghezza 8 – 25 mm

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Le infiorescenze sono formate da racemi spiciformi unilaterali. Le brattee dell'infiorescenza sono lunghe 6 – 8 mm. Lunghezza dei racemi: 3 – 10 cm.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori sono ermafroditi, zigomorfi e tetraciclici (con i quattro verticilli fondamentali delle Angiosperme: calicecorollaandroceogineceo). in genere sono più o meno pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). Lunghezza del fiore: 5 – 8 mm.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (4), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula[7]
  • Calice: il calice, gamosepalo, ha quattro denti (tetramero); la forma è tubulosa-conica-campanulata. Il calice è pubescente per brevi peli semplici. Lunghezza del calice : 3 – 4 mm.
  • Corolla: la corolla, pentamera (a cinque lobi) e simpetala, è bilabiata; il labbro inferiore ha tre lobi più o meno interi; la superficie è pubescente; il colore è giallo. La corolla in genere è lunga il doppio del calice ed è priva dello sperone. Lunghezza del tubo: 3 mm. Lunghezza delle labbra: 3 – 5 mm.
  • Androceo: gli stami dell'androceo sono quattro didinami; sono inseriti nel tubo corollino. Le antere sono glabre e sporgono dalle fauci corolline. Le antere sono conniventi ed hanno una loggia portante un cornetto allungato (i cornetti sono uguali fra di loro). Le sacche polliniche hanno l'estremità inferiore a forma di freccia[10]
  • Gineceo: i carpelli del gineceo sono due e formano un ovario unico supero biloculare (derivato dai due carpelli iniziali). Lo stilo è unico lievemente più lungo degli stami ed è inserito all'apice dell'ovario; lo stimma è capitato.
  • Fioritura: da (luglio) agosto a ottobre.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è del tipo a capsula deiscente; la forma è ellittica con superficie pubescente. I semi sono numerosi. Lunghezza della capsula: 3 – 4 mm (alla fruttificazione la capsula è lunga 1,5 volte la lunghezza del calice).

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

In queste piante il semiparassitismo è tale per cui anche i semi per germogliare hanno bisogno della presenza delle radici della pianta ospite; altrimenti le giovani piantine sono destinate ad una precoce degenerazione.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[11] – Distribuzione alpina[12])

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico Odontites luteus appartiene alla seguente comunità vegetale:[12]

Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
Classe: Festuco-Brometea

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza della specie (Orobanchaceae) comprende soprattutto piante erbacee perenni e annuali semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla a parte qualche genere completamente parassita) con uno o più austori connessi alle radici ospiti. È una famiglia abbastanza numerosa con circa 60 - 90 generi e oltre 1700 - 2000 specie (il numero dei generi e delle specie dipende dai vari metodi di classificazione[13][14]) distribuiti in tutti i continenti. Il genere Odontites è distribuito soprattutto in Europa con una trentina di specie di cui 7 sono presenti nella flora spontanea italiana.[8]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La classificazione tassonomica del Odontites luteus è in via di definizione in quanto fino a poco tempo fa il suo genere apparteneva alla famiglia delle Scrophulariaceae (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist), mentre ora con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) è stata assegnata alla famiglia delle Orobanchaceae (tribù Rhinantheae).[15]

Il numero cromosomico per questa specie è: 2n = 20.[16]

Variabilità e sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Odontites luteus è una pianta variabile. La variabilità si manifesta nelle foglie (la lamina è più o meno sviluppata e alla base possono essere presenti 1 - 2 dentelli per lato); nella ramosità incostante (scarsa o abbondante con rami diritti o arcuati).

Di questa specie sono riconosciute come valide le seguenti sottospecie:[1]

  • Odontites luteus (L.) Clairv. subsp. luteus - Distribuzione: Algeria e Corsica
  • Odontites luteus subsp. bonifaciensis (Rouy) P. Fourn., 1937 - Distribuzione: Corsica
  • Odontites luteus subsp. reboudii (Pomel) Quézel & Santa, 1963 - Distribuzione: Algeria
  • Odontites luteus subsp. triboutii (Gren. & Paill.) Quézel & Santa, 1811 - Distribuzione: è la sottospecie più comune, quella presente anche in Italia.

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]

  • Euphrasia lutea L.
  • Orthantha lutea (L.) Wettst.
  • Orthanthella lutea (L.) Rauschert

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Le varie specie di Odontites sono molto simili tra di loro (relativamente alle specie con corolla gialla). La tebella sottostante evidenzia i tratti morfologici più distintivi per ogni specie:

  • Odontites lanceolata (Gaudin) Rchb. - Perlina lanceolata: si distingue subito per le foglie a forma lanceolata (la larghezza della lamina è maggiore di 4 mm).
  • Odontites viscosus (L.) Clairv. - Perlina vischiosa: è ricoperta di peli ghiandolari viscosi (le foglie sono larghe da 1 a 4 mm).
  • Odontites rigidifoglia (Biv.) Benth. - Perlina siciliana: si distingue per le foglie molto strette (0,7 mm di larghezza) e con portamento eretto e appressato al fusto. Questa specie è presente solamente in Sicilia.
  • Odontites luteus (L.) Clairv. - Perlina gialla: le foglie sono larghe da 1 a 4 mm, la corolla è lunga il doppio del calice, le antere sono sporgenti e le brattee sono lunghe 6 - 8 mm.

Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]

La odontite gialla in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Gelber Zahntrost
  • (FR) Odontitès jaune

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 9 febbraio 2015.
  2. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 119.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 278.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 244.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato l'8 febbraio 2015.
  6. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato l'8 febbraio 2015.
  7. ^ a b Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 18 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  8. ^ a b Judd 2007, pag. 496.
  9. ^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 119.
  10. ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
  11. ^ Conti et al. 2005, pag. 133.
  12. ^ a b c d e Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 254.
  13. ^ Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Vol.2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 850, ISBN 88-7287-344-4.
  14. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  15. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 21 agosto 2009.
  16. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 9 febbraio 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, pag.119.
  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 9 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 582, ISBN 88-506-2449-2.
  • AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 244.
  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 852, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.

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