Obizzo II d'Este

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«e quell'altro ch'è biondo / è Opizzo da Esti, il qual per vero / fu spento dal figliastro sù nel mondo»

Obizzo II d'Este (1247 circa – 13 febbraio 1293) è stato marchese di Ferrara e della Marca anconitana.

Stemma della famiglia d'Este

Fu proclamato signore a vita di Ferrara nel 1264, signore di Modena nel 1288 e di Reggio nel 1289. Con la sua acclamazione si concludeva il periodo comunale a Ferrara e iniziava ufficialmente la Signoria.

Biografia

Figlio naturale di Rinaldo d'Este e nipote di Azzo VII d'Este, detto anche Azzo Novello, Obizzo nacque dalla relazione che il padre ebbe con una lavandaia napoletana. Alla morte di Azzo VII (1264), Obizzo divenne il principale pretendente della signoria ferrarese, dato che il padre Rinaldo era già deceduto nel 1251, fatto avvelenare dall'imperatore Corrado che lo teneva in cattività in Puglia.

I nemici degli Este, contestarono le umili origini di Obizzo ed a Ferrara si svilupparono due fazioni, ma grazie all'appoggio di molte città guelfe emiliane e romagnole, tra cui Modena e Reggio, e del potente arcivescovo di Ravenna un'assemblea pubblica in piazza proclamò Obizzo II signore perpetuo di Ferrara.

A Modena Obizzo fece costruire il castello prima residenza ducale degli estensi, ampliato e migliorato nel 1643 dal duca Francesco I

Alla sua morte, avvenuta forse per mano del figlio Azzo VIII d'Este nel 1293, si ebbero conflitti per la successione non avendo Obizzo indicato il suo erede.

Le autorità cittadine nominarono Azzo VIII per diritto di primogenitura, ma egli subì una violenta contestazione dai fratelli che affermarono che secondo la legge longobarda, a cui si attenevano gli Estensi i possedimenti dovevano essere divisi in modo equo fra i tre figli e cioè Ferrara ad Azzo VIII, Modena ad Aldobrandino e Reggio Emilia a Francesco.

Obizzo nella Divina Commedia

I cronisti dell'epoca non sono affatto concordi sulla sua morte e si trovano tracce della vicenda anche nell'Inferno in Dante Alighieri.

Il poeta fiorentino colloca Obizzo tra i tiranni nel 1º girone dei violenti, sommerso fino agli occhi nel sangue bollente del Flegetonte.

Dante, per bocca del centauro Nesso, fa dire "per vero", cioè in verità, che egli fu ucciso dal figliastro. Questa affermazione, che sa di rivelazione da parte di chi sa come si siano svolti i fatti, parla di un "figliastro", che si può intendere sia come "figlio degenere", sia come figlio illegittimo, accusando ulteriormente Azzo che nel frattempo era succeduto al padre.

L'affermazione del poeta è particolarmente coraggiosa se si pensa che Azzo fino al 1308 era in vita e che se davvero colpevole e/o illegittimo a regnare egli avrà fatto tutto il possibile per mascherare le carte.

Obizzo è forse citato indirettamente anche nel Canto XVIII, quando Venedico Caccianemico racconta come facesse prostituire sua sorella Ghisolabella presso il marchese di Ferrara, sperando di avere un appoggio politico. Questo passo potrebbe anche riferirsi ad Azzo.

Bibliografia

Predecessore Marchese di Ferrara Successore
Azzo VII 1264-1293 Azzo VIII
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