Nunzio Incannamorte

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Nunzio Incannamorte

Nunzio Incannamorte (o erroneamente chiamato Ingannamorte) (Gravina in Puglia, 23 dicembre 1913Roma, 10 settembre 1943) è stato un militare italiano, eroe di guerra durante la Seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il liceo, si arruolò nell'esercito ed entrò nell'Accademia Reale di Torino.

Partecipò alla Seconda guerra mondiale col grado di capitano, distinguendosi per coraggio e valore sia sul fronte francese sia nella campagna di Russia. Nel 1942 venne trasferito a Roma, entrando successivamente in forza nell'estate del 1943 come artigliere presso la 135ª Divisione corazzata "Ariete II", facente parte del Corpo d'Armata Motocorazzato (CAM) dislocato a difesa della Capitale.

Al comando di un semovente Ansaldo 105/25 posto a presidio della stazione radio trasmittente della EIAR di Prato Smeraldo, in località Tor Pagnotta, vicino a Roma, resistette validamente all'attacco attuato dalle truppe tedesche a seguito della dichiarazione di armistizio dell'Italia.[1]

Fu colpito a morte il 10 settembre, sulla Via Laurentina, presso il forte Ostiense, durante il tentativo di rompere l'accerchiamento ed esalò l'ultimo respiro all'Ospedale militare del Celio[2].

Intitolazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nella città natale di Gravina in Puglia gli è stata intitolata una scuola secondaria di primo grado (seppure erroneamente denominata "Ingannamorte").

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale di elette virtù militari, ardente di patriottismo, si era già distinto per eccezionale valore e per spiccata capacità durante lunghi e rischiosi cicli operativi in altri scacchieri. Comandante di una batteria semovente da 105/25, con audaci azioni di manovra e di fuoco, concorreva a respingere, per una intera giornata, reiterali attacchi in forza di paracadutisti tedeschi, che inutilmente si accanivano contro la posizione da lui saldamente tenuta. Circondato e investito da un intenso fuoco di artiglieria e di mortai, non desisteva dalla lotta. L’indomani, nell’inderogabile necessità di rompere l’accerchiamento, si riservava l’arduo compito di eliminare un pezzo anticarro che sbarrava la strada: tutto il busto fuori dal carro e la pistola in pugno, si avventava contro l’insidia nemica frantumandola in quel suo slancio travolgente. E mentre il successo coronava la sua audacia, una raffica di mitragliatrice lo colpiva in fronte. Prima di esalare l’ultimo respiro, trovava ancora la forza di incitare i suoi artiglieri a continuare la disperata lotta. Consapevolmente, incontrava morte gloriosa in un atto di suprema dedizione alla Patria.»
— Roma, 10 settembre 1943

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ INCANNAMORTE Nunzio, su MOVM. URL consultato il 22 aprile 2022.
  2. ^ Associazione fra i Romani (a cura di), Albo d'oro dei caduti nella difesa di Roma del settembre 1943, Roma, 1968, pagg. 52-53

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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