Novazzano

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Novazzano
comune
Novazzano – Stemma
Novazzano – Veduta
Novazzano – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
Cantone Ticino
DistrettoMendrisio
Amministrazione
SindacoSergio Bernasconi (PPD) dal 2012
Lingue ufficialiitaliano
Territorio
Coordinate45°50′31″N 8°58′48″E / 45.841944°N 8.98°E45.841944; 8.98 (Novazzano)
Altitudine345 m s.l.m.
Superficie5,21 km²
Abitanti2 398 (2016)
Densità460,27 ab./km²
FrazioniBrusata, Castel di Sotto, Canova, Boscherina, Casate, Pobia
Comuni confinantiBalerna, Bizzarone (IT-CO), Chiasso, Coldrerio, Mendrisio, Uggiate con Ronago (IT-CO)
Altre informazioni
Cod. postale6883
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
Codice OFS5260
TargaTI
Nome abitantinovazzanesi
CircoloStabio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Svizzera
Novazzano
Novazzano
Novazzano – Mappa
Novazzano – Mappa
Sito istituzionale

Novazzano (in dialetto comasco Novazzàn[senza fonte]) è un comune svizzero di 2 398 abitanti del Canton Ticino, nel distretto di Mendrisio.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il Parco della Valle della Motta ospita giacimenti di argilla marina risalenti al Pliocene.[1]

Sul territorio del villaggio collinare[2] di Novazzano si trovano delle specie anfibie rare, quali in particolare la Rana di Lataste[senza fonte].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Seppur la prima citazione storica del comune di cui si ha notizia sia dell'anno 875 (in un documento che cita un tal ser Baltardo de Nepotiano, membro della famiglia De Novenzano, come messo del vescovo di Como[3]), il villaggio esisteva già parecchio prima,[2] come testimoniato dal ritrovamento di un'ara in frazione Castel di Sotto.[4]

La tradizione vuole che il paese si chiamasse inizialmente Azzano, sorgesse al limitare della palude tra il corso del rio Roncaglia e quello del torrente Faloppia e fosse già esistente al tempo in cui, attorno all'VIII secolo a.C., nella regione arrivarono gli Etruschi.[3] Si racconta poi di una grande alluvione che distrusse completamente il villaggio. Esso venne poi ricostruito sulla vicina collina e prese il nome di "Nuovo Azzano" che poi divenne semplicemente "Novazzano"[senza fonte].

Nel VI secolo a.C. nella regione si stanziò un'ondata migratoria gallica che successivamente si integrò con i Romani, giunti in Insubria attorno all'anno 196 a.C.. All' epoca gallo-romana dovrebbero risalire, oltre alla già citata ara, i resti dell'iscrizione di un tempio in località Paü.[3] Della stessa epoca avrebbe potuto essere anche un cippo in località Gall, oggi scomparso, ma che fino al XV secolo veniva citato come Saxum in Gallos.[3]

Più tardi, nell'anno 518 d.C., fu la volta dei Longobardi che controllarono il territorio per due secoli e mezzo circa, quando furono sconfitti da Carlo Magno dando origine al dominio dei Franchi. I toponimi di alcune frazioni e località richiamano la presenza di fortificazioni di epoca medievale, risalenti al periodo della calata dei longobardi. È questo il caso del Castrum suptum Castellum, a Castel di Sotto, e del Castrum apud pontem, a Castellaccio,[3] postazioni difensive erette nel VI secolo.[4]

Tra l'ultimo quarto del secolo VIII e la seconda metà del IX comparve la famiglia De Novanzano (o De Novenzano), vassalli che qui si accasarono e fissarono i confini delle loro terre[3][5] (che allora si estendevano per circa 700 ha[4]).

Dal 1395 Novazzano fece parte del ducato di Milano, che nel 1499 fu occupato dalle truppe del re di Francia Luigi XII; dal 1512 Novazzano e l'intero Mendrisiotto passarono sotto il governo dei landfogti confederati[5],[3] diventando un baliaggio[4].

Tra i secoli XV e XVI, con lo stanziamento nel Mendrisiotto della famiglia veneta dei Fontana, ebbe inizio la storia della frazione di Brusata, toponimo che significa "Bruciata". La località deve il proprio nome a un incendio doloso, avvenuto nell'ambito di una lotta tra fazioni che aveva costretto i Fontana a scappare dal Veneto. L'incendio interessò l'area boschiva allora detta "Selva delle gaggie", dove si trovava la casa dei fratelli Francesco e Giacomo Fontana.[6]

Nel 1803, dopo la nascita della Repubblica e Cantone Ticino, Novazzano e il Mendrisiotto sembrarono vicini all'adesione al Regno Italico (a tal punto che, il 31 luglio 1812, il Gran Consiglio ticinese votò a favore dell'adesione); tuttavia, la disastrosa campagna di Russia di Napoleone Bonaparte impedì che ciò avvenisse, confermando l'appartenenza del distretto alla Confederazione Elvetica.[3]

Nel 1821 fu aperta la prima scuola elementare comunale[senza fonte].

Nel 1853, con la cacciata dei ticinesi dalla Lombardia austriaca,[7] Novazzano si trovò ad accogliere numerosi rimpatriati che vennero impiegati nella realizzazione di acquedotti.[3]

Nel 1941 si costituì il consiglio comunale[senza fonte].

Dagli anni 1950 Novazzano e la regione circostante subirono una radicale trasformazione da comune a vocazione agricola a zona residenziale,[3][4] con la maggior parte della popolazione impiegata nel settore terziario; ne conseguì un rapido sviluppo edilizio e un deciso aumento demografico[2].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[2]:

Abitanti censiti[9]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ente Turistico del Mendrisiotto e Basso Ceresio (a cura di), Novazzano - L'argilla blu e le fornaci di Boscherina, in pannello esplicativo sito in Via alla Chiesa.
  2. ^ a b c d e f g Stefania Bianchi, Novazzano, in Dizionario storico della Svizzera, 3 ottobre 2008. URL consultato il 19 novembre 2017.
  3. ^ a b c d e f g h i j Comune di Novazzano (a cura di), Effemeridi storiche, in Benvenuti a Novazzano (pannello informativo sito in Via alla Chiesa).
  4. ^ a b c d e Ente Turistico del Mendrisiotto e Basso Ceresio (a cura di), Novazzano - Nella storia ..., in pannello esplicativo sito in Via alla Chiesa.
  5. ^ a b c Novazzano, su artistiticinesi-ineuropa.ch. URL consultato il 19 novembre 2017.
  6. ^ a b Ente Turistico del Mendrisiotto e Basso Ceresio (a cura di), Novazzano - Brusata, nucleo colonico dei Fontana, in pannello esplicativo sito in Via alla Chiesa.
  7. ^ Ente Turistico del Mendrisiotto e Basso Ceresio (a cura di), Novazzano - La dogana di Pignora, in pannello esplicativo sito in Via alla Chiesa.
  8. ^ Ente Turistico del Mendrisiotto e Basso Ceresio (a cura di), Novazzano - L'Ultima Cena di Tarilli, in pannello esplicativo sito in Via alla Chiesa.
  9. ^ Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona, Dizionario storico della Svizzera

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894. p. 69 (Boscherina), 243.
  • Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 45, 303, 461-463, 475, 514, 576.
  • Renato Zariatti, Briciole di storia novazzanese, I, Consiglio parrocchiale Novazzano, Novazzano 1971.
  • Rinaldo Giambonini, Agostino Robertini, Silvano Toppi, Novazzano, in Il Comune, Edizioni Giornale del popolo, Lugano 1971, 225-238.
  • Giuseppe Martinola, Inventario d'arte del Mendrisiotto, I, Edizioni dello Stato, Bellinzona 1975, 406-426.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 369-371.
  • Tarcisio Bernasconi, Briciole di storia novazzanese, II, Municipio di Novazzano, Novazzano 1991.
  • Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, ristampa, Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 462-464.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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