Niccolò Cabeo

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Niccolò Cabeo

Niccolò Cabeo (Ferrara, 26 febbraio 1586Genova, 30 giugno 1650) è stato un gesuita, filosofo e matematico italiano. Con il suo nome è stato chiamato il cratere lunare Cabeus.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1602 novizio della Compagnia di Gesù, ebbe Giuseppe Biancani come insegnante di matematica nel collegio gesuitico di Parma dove compiuti i suoi studi fu docente di filosofia per molti anni e ricevette gli ordini sacerdotali nel 1622[1]. Dopo il 1622 abbandonato l'insegnamento fu predicatore in varie città italiane mantenendo sempre stretti rapporti di familiarità con Ferdinando Gonzaga e Francesco d'Este. [2]

Cabeo prese parte alla contesa tra Bologna e Ferrara sull'introduzione del Reno nel Po Grande avvenuta negli anni venti del Seicento, prendendo le parti dei ferraresi e opponendosi alle teorie di Benedetto Castelli.[3]

Nel 1632 si stabilì a Genova dove conobbe Giovanni Battista Baliani divenendone amico. Nel suo commento alle Meteore di Aristotele Cabeo sostenne e testimoniò la priorità della scoperta della legge di caduta dei gravi dello scienziato genovese rispetto a quella di Galilei.

Cabeo collaborò con vari fisici del suo tempo su argomenti che mettevano in discussione le ricerche di Galilei: con lo stesso Baliani a Genova, con il Renieri a Pisa, con il Riccioli, suo amico e allievo anche lui del Biancani, con il quale nel 1634 aveva condotto a Ferrara esperimenti sulla caduta dei gravi. Soggiornò a Roma nello stesso periodo in cui era presente nel 1645 e nel 1646 Marin Mersenne, il "segretario dell' Europa dotta" [4] che vi si trovava in occasione dell'elezione di Vincenzo Carafa a generale dei gesuiti.

Tornato a Genova per dedicarsi all'insegnamento nel collegio gesuitico, morì dopo due mesi nel 1650.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Philosophia magnetica, 1629

Fin dal 1617 Cabeo aveva iniziato a comporre la Philosophia magnetica che, stampata poi a Ferrara nel 1629, fu criticata negativamente dagli studiosi galileiani. Nell'introduzione Cabeo sosteneva l'imprescindibile necessità che ogni asserzione scientifica fosse sostenuta dall'esperienza e - sulla base degli studi di Pierre Pelerin de Maricourt, di Giovanni Battista Della Porta e di William Gilbert, dell'opera inedita del gesuita Leonardo Garzoni - asseriva, dopo aver condotto accurati esperimenti, che la Terra possedeva una qualità magnetica che assieme alla gravità faceva sì che quella fosse stabile e immobile. Nella stessa opera definiva il fenomeno della repulsione elettrica.

Nel 1646 venivano pubblicati a Roma i quattro volumi di un commento alle Meteore di Aristotele con il titolo In quatuor libros Meteorologicorum Aristotelis commentaria, et quaestiones quatuor tomis compraehensa... poi modificato nella ristampa del 1686 in Philosophia experimentalis, dove Cabeo si schierava a difesa della priorità del Baliani e, nel criticare in nome dell'osservazione e dell'esperimento la concezione metafisica aristotelica, introduceva la presentazione di questioni scientifiche attuali. L'opera era condotta in duri toni antigalileiani con un'aspra contestazione del fenomeno delle maree così com'era stato descritto da Galilei sostenendo invece che fosse dovuto «all'ebollizione, operata dalla Luna, di "spiriti sulfurei e salnitrosi" presenti sul fondo del mare.»[5]

Cabeo sostenne la validità scientifica dell'alchimia da lui ritenuta un "philosophia chimica" che, depurata da ogni aspetto esoterico, era degna di studio e osservazione.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi, Idraulici italiani (PDF), su beic.it, Fondazione BEIC, p. 57 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2021).
  2. ^ Alfonso Ingegno, Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 15, (1972) alla voce corrispondente
  3. ^ Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi, Idraulici italiani (PDF), su beic.it, Fondazione BEIC, p. 56 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2021).
  4. ^ Domenico Massaro SFI Archiviato il 13 giugno 2008 in Internet Archive.
  5. ^ A. Ingegno, Op. cit.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Claudii Berigardi Circulus Pisanus... De veteri et peripatetica philosophia in Aristotelis libros de Coelo..., Utini 1647, pp. 82-85;
  • Galileo Galilei, Opere (ediz. naz.), XIV, pp. 32-34, 35-37, 61, 77, 79, 300; XV, p. 273; XVI, p. 325; XVIII, pp. 87, 93-95, 99, 305, 310, 312;
  • Le opere dei discepoli di Galileo Galilei, I, L'Accademia del Cimento, parte 1, Firenze 1942, pp. 51, 374 s., 411 s.;
  • Fulvio Testi, Lettere, a cura di Maria Luisa Doglio, III, 1638-1646, Bari 1967, pp. 208, 236, 239, 504 s.;
  • Opere di Evangelista Torricelli, Faenza 1919, I, 1, p. X; III, p. 415;
  • Lorenzo Barotti, Memorie istoriche di letterati ferraresi, II, Ferrara 1793, pp. 262-269;
  • Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, VIII, 1, Firenze 1812, pp. 249 s.;
  • Timoteo Bertelli, Sopra Pietro Peregrino di Maricourt e la sua epistola "De Magnete", in Bull. di bibliogr. e di storia delle scienze mat. e fisiche pubbl. da B. Boncompagni, I (1868), pp. 1-32, 65-99, 101-139, 319-420;
  • Pietro Riccardi, Biblioteca matematica italiana, Modena 1870, p. 206;
  • Raffaello Caverni, Storia del metodo sperimentale in Italia, II, Firenze 1892, pp. 257, 265-271; IV, ibid. 1895, pp. 237 s., 279 58-, 315 ss., 391-400, 404, 413-416, 526, 570 s.; V, ibid. 1898, pp. 9 s., 27;
  • Silvio Magrini, Il "De Magnete" del Gilbert e i primordi della magnotologia in Italia in rapporto alla lotta intorno ai massimi sistemi, in Archivio di storia della scienza, VIII (1927), n. 2, pp. 17-39;
  • Jean Daujat, Origines et formation de la théorie des phénomènes électriques et magnétiques, Paris 1945, pp. 190-204;
  • Lynn Thorndike, A History of magic and experimental Science, New York 1958, VII, pp. 61, 276-79, 422 ss., 685; VIII, pp. 204, 207, 430;
  • Alexandre Koyré, Etudes d'histoire de la pensée scientifique, Paris 1966, pp. 198-201, 271;
  • Serge Moscovici, L'expérience du mouvement. Jean Baptiste Baliani disciple et critique de Galilée, Paris 1967, pp. 49 53, 55, 58;
  • Claudio Costantini, Baliani e i gesuiti. Annotazioni in margine alla corrispondenza del Baliani con Gio. Luigi Confalonieri e Orazio Grassi, Firenze 1969, pp. 5, 7, 52, 103;
  • Maria Bellucci, La filosofia naturale di Claudio Berigardo, in Rivista Critica di Storia della Filosofia, vol. 26, n. 4, 1971, p. 389, JSTOR 44021645.
  • Charles Coulston Gillispie, Dictionary of Scientific Biography Vol. 3. New York, Scribners, 1973.
  • John Lewis Heilbron, Electricity in the 17th and 18th Centuries. Los Angeles: University of California Press, 1979.
  • Cesare Maffioli, Out of Galileo, The Science of Waters 1628–1718. Rotterdam: Erasmus Publishing, 1994.
  • Peter Dear, Discipline and Experience: The Mathematical Way in the Scientific Revolution. Chicago: University of Chicago Press, 1995.
  • Maria Teresa Borgato, Niccolò Cabeo tra teoria ed esperimenti: le leggi del moto, in G.P. Brizzi and R. Greci (ed), Gesuiti e Università in Europa, Bologna: Clueb, 2002, pp. 361–385.
  • Craig Martin, With Aristotelians Like These, Who Needs Anti-Aristotelians? Chymical Corpuscular Matter Theory in Niccolò Cabeo's "Meteorology", in Early Science and Medicine, vol. 11, n. 2, 2006, pp. 135-161, JSTOR 4130256.
  • Carlos Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus II, p. 483.

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