Nationaltheater (Monaco di Baviera)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Teatro nazionale
Nationaltheater
Il teatro nel 2003
Ubicazione
StatoBandiera della Germania Germania
LocalitàMonaco di Baviera
IndirizzoMax-Joseph-Platz
Dati tecnici
Capienza2.100 posti
Realizzazione
CostruzioneXIX secolo
Inaugurazione1818 e 1963
ArchitettoKarl von Fischer
Leo von Klenze
Sito ufficiale
Coordinate: 48°08′22.88″N 11°34′44.17″E / 48.139688°N 11.578935°E48.139688; 11.578935

Il Nationaltheater (Teatro Nazionale) è un teatro di Monaco di Baviera, sito nella Max-Joseph-Platz.[1][2][3][4]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il palco reale

Il teatro venne commissionato da Massimiliano I e il progetto venne affidato all'architetto Karl von Fischer, che lo ultimò nel 1818. L'edificio venne distrutto da un incendio nel 1823 e venne riedificato per l'apertura del 23 gennaio 1825, su progetto di Leo von Klenze. In quella particolare situazione, per riedificare il teatro fu autorizzata un'eccezionale tassa su tutta la birra prodotta a Monaco di Baviera. L'edificio venne costruito in stile neoclassico, ispirandosi all'architettura dei templi greci. Anche l'interno del teatro rispetta i canoni della classicità greca. L'auditorium ha una forma circolare ed è decorato in rosso porpora, avorio, oro e azzurro. È circondato da cinque ordini di palchi, con al centro il palco reale.[1]

Il teatro divenne ben presto famoso per le rappresentazioni delle opere di Richard Wagner. Qui, infatti, si tennero le prime di Tristano e Isotta (Tristan und Isolde, 10 giugno 1865), di I maestri cantori di Norimberga (Die Meistersinger von Nürnberg, 21 giugno 1868), de L'oro del Reno (Das Rheingold, 22 settembre 1869), de La Valchiria (Die Wälkure, 26 giugno 1870) e Die Feen (29 giugno 1888).[1]

Durante l'ultima parte del XIX secolo fu Richard Strauss a dare lustro al teatro con le rappresentazioni delle sue opere. Nel 1887 avviene la prima assoluta di Aus Italien di Strauss e il 1º ottobre 1894 viene nominato direttore d'orchestra e artistico del Nationaltheater.[1] Il 1º gennaio 1913 Bruno Walter viene nominato Generalmusikdirektor.

L'edificio venne quasi completamente distrutto durante un bombardamento aereo nella notte del 3 ottobre 1943. Venne ricostruito su progetto di Gerhard Moritz Graubner, che si attenne ai disegni originali di von Fischer, fatta eccezione per una misura interna del teatro, che ha dato luogo ad una sala che era inesistente nel vecchio progetto. Il teatro riaprì il 22 novembre 1963, con la rappresentazione de I maestri cantori di Norimberga. Oggi il teatro è la sede dell'Opera di Stato della Baviera (Bayerische Staatsoper), dell'Orchestra di Stato della Baviera (Bayerische Staatsorchester), del Balletto di Stato della Baviera (Bayerische Staatsballet), nonché del festival lirico Münchner Opernfestspiele, che si svolge ogni anno nel mese di luglio.[1]

Prime mondiali[modifica | modifica wikitesto]

L'elenco si riferisce solo alle prime dell'Opera di Stato della Baviera messe in scena al Nationaltheater. L'Opera di Stato della Baviera ha avuto altre prime anche in altri teatri. Anche il "Bayerisches Staatsballett" è stato presentato in anteprima al Nationaltheater.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e History of the Bayerische Staatsoper, su staatsoper.de, Munich. URL consultato l'8 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2018).
  2. ^ Allgemeine musikalische Zeitung, Band 25, Leipzig, Breitkopf und Härtel, 1823, p. 79.
  3. ^ (DE) Wolfgang Görl, Auch Bier kann den Brand löschen, in Süddeutsche Zeitung, Munich, 1º aprile 2016. URL consultato il 7 settembre 2017.
  4. ^ (DE) Sina Schönbauer, Die Bayerische Staatsoper ist die drittgrößte Bühne Europas, in Focus, 15 giugno 2016. URL consultato il 7 settembre 2017.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su staatsoper.de. Modifica su Wikidata
  • Bayerische Staatsoper, su web.archive.org, 6 agosto 2007. URL consultato il 1º gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2007).
Controllo di autoritàVIAF (EN261664051 · LCCN (ENn82079263 · GND (DE1218969-8 · J9U (ENHE987007451646105171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2019093596