Napoli violenta

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Napoli violenta
Immagine dei titoli di testa
Paese di produzioneItalia
Anno1976
Durata95 min
Rapporto2,35:1
Generepoliziesco
RegiaUmberto Lenzi
SoggettoVincenzo Mannino
SceneggiaturaVincenzo Mannino
ProduttoreFabrizio De Angelis
Casa di produzionePaneuropean Production Pictures S.r.l.
Distribuzione in italianoFida Cinematografica
FotografiaSebastiano Celeste, Fausto Zuccoli
MontaggioVincenzo Tomassi
Effetti specialiGino Vagniluca
MusicheFranco Micalizzi
ScenografiaFrancesco Calabrese
CostumiSilvana Scandariato
TruccoDante Trani
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

«Bentornato, signor commissario! Ma voi dovete essere prudente, vedete...Napoli è una città pericolosa, a non stare bene attenti!»

Napoli violenta è un film poliziottesco italiano del 1976, diretto da Umberto Lenzi. Dopo Roma violenta, il film vede il ritorno del commissario Betti, interpretato da Maurizio Merli, costituendo il secondo capitolo della trilogia del commissario.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La tipica visuale in soggettiva dal cruscotto della moto durante gli inseguimenti

Il commissario Betti viene trasferito a Napoli. Per lui è un ritorno, avendovi già lavorato in passato. Nemmeno il tempo di scendere dal treno, che viene subito "avvertito" negativamente da 'O Generale, un potente boss della camorra, che lo mette in guardia dicendogli che Napoli è una città pericolosa.

'O Generale si incontra con Francesco Capuano, un imprenditore la cui attività comprende anche finanziamenti di traffici illeciti. Il boss vuole dividere con lui una grossa fetta degli introiti. Capuano, invece, non vuole dividere nulla col Generale, nascondendogli le sue reali intenzioni e finanziando invece un suo concorrente. 'O Generale però si accorge della cosa e decide di punirlo dello sgarro.

Proseguono i crimini: un'intera via di Napoli, sottomessa al potere camorrista de 'O Generale, non paga la protezione e quindi riceve una serie di assalti vandalici da parte della banda del boss; fa eccezione il titolare di un garage, che aveva convinto tutti gli altri a non cedere al ricatto ed al quale viene quindi "riservato" un trattamento speciale che non si fa attendere: i camorristi infatti danno alle fiamme l'autorimessa causando la morte del titolare e ferite gravissime al suo figliolo Gennarino, che resterà invalido per il resto della sua vita.

Francesco Capuano (John Saxon) nella sequenza in questura

In varie parti della città, inoltre, si verificano da tempo rapine con una certa costanza. Betti sospetta che l'autore di queste rapine possa essere Franco Casagrande, uno specialista in questo campo nonché sua vecchia conoscenza, ma non può incolparlo: il delinquente infatti ogni giorno firma il registro dei sorvegliati speciali all'una in punto. Le rapine si verificano, invece, sempre verso l'una meno dieci in parti della città lontane. In realtà, il bandito riesce sempre ad arrivare puntualmente, dopo le sue rapine, con l'ausilio di un complice che lo porta da un capo all'altro della città in pochi minuti con una potente motocicletta.

Nonostante l'apparente alibi di ferro, Betti non si convince del tutto: il commissario viene avvisato di un nuovo colpo che sta per avvenire in una banca del Vomero: Betti predispone un appostamento con una squadra di uomini, ma i banditi compiono invece il colpo in un'altra filiale della stessa banca: inizia una corsa contro il tempo per le strade di Napoli per giungere alla centrale. Betti incastra il rapinatore sorprendendolo per strada con il suo complice in moto. Casagrande fugge a piedi, ma viene inseguito e raggiunto in un convoglio della funicolare di Montesanto dal commissario, che lo fredda dopo che il bandito ha barbaramente ucciso una passeggera presa in ostaggio, facendola sporgere da un finestrino al passaggio di un mezzo in senso opposto.

Il brigadiere Silvestri (Carlo Gaddi) in una scena

Betti fa poi rimettere a nuovo l'autorimessa incendiata dai criminali infiltrandovi un poliziotto che finge di essere il nuovo titolare, fa installare anche delle telecamere a circuito chiuso per cogliere in flagrante gli uomini del Generale, subito intervenuti ad esigere i soldi per la protezione. Riuscirà nell'intento, ma i criminali per ritorsione uccideranno il poliziotto.

Intanto Capuano è fuggito a Genova. Betti lo raggiunge in un albergo della città e lo riporta a Napoli, dove questi dovrà sbrigare i suoi ultimi affari e regolare i conti con 'O Generale. Betti fa quindi in modo che Capuano e 'O Generale si incontrino al porto dove, in un conflitto a fuoco, il boss della camorra viene ucciso unitamente al suo guardaspalle; in realtà è lo stesso Betti, nascosto dietro un muretto, a ucciderlo facendo in modo che la responsabilità dell'accaduto ricada però unicamente su Capuano, che viene così arrestato e tolto di mezzo.

Nonostante i brillanti risultati ottenuti, Betti è amareggiato, soprattutto perché tre suoi agenti speciali hanno perso la vita nelle varie operazioni; decide quindi di dare le dimissioni e lasciare la città ma, mentre sta andando verso la stazione ferroviaria, strada facendo si imbatte in Gennarino, costretto per sempre a camminare con le stampelle. Sentendosi moralmente responsabile per quanto occorso al ragazzino, Betti cambia subito idea e torna al suo lavoro.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

La pellicola venne distribuita nel circuito cinematografico italiano il 7 agosto 1976, con la censura che impose il divieto alla visione ai minori di 14 anni.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

'O Generale (Barry Sullivan) nella sequenza iniziale

Se ormai i personaggi sono stereotipati,[1] a partire dal commissario tutto d'un pezzo che - pur di far rispettare la legge - giunge ad infrangerla sino ai delinquenti spietati, Lenzi riesce a rendere originale il film come fosse un documentario involontario (ad esempio, tutti gli autobus presenti sono arancioni o a livrea biverde, quelli cioè usati fino agli anni settanta).[2] [1] Molteplici sono le scene d'azione che lo rendono molto interessante, anche se spesso il regista è stato accusato di sensazionalizzare molte di queste includendo episodi di violenza e splatter inauditi e poco realistici.[1]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

La pellicola, a fronte delle critiche negative, ottenne un ottimo risultato commerciale, incassando 2.046.936.220 lire dell'epoca,[3] facendone il secondo maggiore incasso del filone poliziottesco, preceduto solamente da Roma violenta (di cui Napoli violenta rappresenta il sequel)[4] e risultando il 26° miglior incasso al botteghino italiano della stagione cinematografica 1976-1977.[5]

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

La colonna sonora è stata composta da Franco Micalizzi e include le seguenti tracce:

Edizione del 1976[modifica | modifica wikitesto]

  1. Folk and Violence
  2. Special Agents
  3. During the Story
  4. Folk Tarantella
  5. After a Robbery
  6. Tira a Rezza Oj Piscatore!
  7. Kidnapping
  8. Man Before Your Time (Bulldog)

Edizione rimasterizzata[modifica | modifica wikitesto]

  1. Folk and Violence
  2. Welcome to Napoli *
  3. Tira 'A Rezza Oj Piscatore
  4. Crime Outcome *
  5. The Violent Face
  6. A Man Before Your Time [Vocal] *
  7. Gennarino's Joke *
  8. I Won't Say It *
  9. Naples' Alley *
  10. The Garage of the Giant *
  11. Trap and Death *
  12. Fire in the Garage *
  13. The Giant is Dead *
  14. Bloody Robbery *
  15. Rush for a Sign *
  16. Betti's Investigation *
  17. The Chase Over the Roofs *
  18. Useless Waiting *
  19. Criminals at Work *
  20. Ten Minutes to One *
  21. Get Down the Train *
  22. Targeting a Killer *
  23. Bitter Success
  24. The Price for a Fight *
  25. Looking for Capuano *
  26. A Man Before Your Time [Instrumental] *
  27. Thus Ended the General *
  28. The Price is Too High *
  29. Get Back to Fight *
  30. A Man Before Your Time [Vocal] *

* : tracce inedite

Sequel[modifica | modifica wikitesto]

Nello stesso anno viene realizzato l'ultimo capitolo della trilogia:

Nel 1977 vieni realizzato, invece, uno spin-off:

Nel film, infatti, viene inserito il commissario Belli (interpretato da Leonard Mann) che rappresenta il sostituto del commissario Betti. È presente anche la figura di Gennarino, il bambino interpretato da Massimo Deda, già presente in Napoli violenta, che in questo film, già orfano del padre, si guadagna da vivere facendo il ladruncolo, e che finirà per essere ucciso involontariamente durante un conflitto a fuoco.


Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • Nella sola Napoli il film incassò 59 milioni di lire ed è considerato uno dei maggiori successi di Umberto Lenzi.
  • Il regista Umberto Lenzi ha raccontato che la funicolare di Montesanto, dove furono girate le scene di inseguimento fra il commissario Betti e il bandito Casagrande, fu ottenuta per poche ore per poter effettuare le riprese; per giustificare la chiusura al pubblico dell'impianto, venne affisso un cartello con il quale ai viaggiatori ne veniva comunicata l'indisponibilità "per motivi tecnici". Fra l'altro, durante le riprese, Maurizio Merli non si avvalse di nessuna controfigura nonostante la rischiosità delle acrobazie da effettuare sul tetto del convoglio.
  • Una versione rimasterizzata è stata presentata in Finlandia, nel 2003, durante il Night Visions Film Festival.[4]
  • Le moto usate nella scena della spedizione punitiva sono:

Honda CB 750 four K1 (1972) candy gold

Honda CB 350 four f1 (1974) silver metallic

Norton commando 850 K11 1973-75

Laverda 750 SF 1974

  • La Moto usata per la corsa al commissariato :

Suzuki TS 400

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ipse Dixit - a cura di Franco Grattarola, su pollanetsquad.it. URL consultato il 30 dicembre 2007.
  2. ^ Mondo Tram: Napoli violenta, su mondotram.it. URL consultato il 30 dicembre 2007.
  3. ^ Roberto Curti, Italian Crime Filmography, 1968-1980, McFarland, 2013, ISBN 0786469765.
  4. ^ a b Date di uscita per Napoli violenta (1976), su imdb.com. URL consultato il 15 ottobre 2008.
  5. ^ Stagione 1976-77: i 100 film di maggior incasso, su hitparadeitalia.it. URL consultato il 19 gennaio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Giusti, Dizionario dei film italiani. Stracult, Roma, Frassinelli, 2004, ISBN 88-200-2919-7.
  • Paolo Spagnuolo, Napoli Violenta. Un classico del cinema poliziesco. Genesi, struttura e curiosità della pellicola diretta da Umberto Lenzi. Edizioni Mephite, 2014, ISBN 978-88-6320-103-1

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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