NGC 6204

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NGC 6204
Ammasso aperto
NGC 6204
Scoperta
ScopritoreJames Dunlop
Data1826
Dati osservativi
(epoca J2000.0)
CostellazioneAltare
Ascensione retta16h 46m 08s[1]
Declinazione-47° 00′ 44″[1]
Distanza3540[2] a.l.
(1085[2] pc)
Magnitudine apparente (V)8,2[1]
Dimensione apparente (V)5'
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso aperto
ClasseI 3 m
Età stimata37 milioni di anni[2]
Altre designazioni
Cr 312; OCl 982[1]
Mappa di localizzazione
NGC 6204
Categoria di ammassi aperti

Coordinate: Carta celeste 16h 46m 08s, -47° 00′ 44″

NGC 6204 è un ammasso aperto situato nella costellazione dell'Altare.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Mappa per individuare NGC 6204.

Si individua 2 gradi a NNE dell'ammasso NGC 6193 in una regione parzialmente oscurata da polveri interstellari, che fanno sì che l'ammasso non risulti particolarmente appariscente; con un binocolo è appena individuabile come una piccola e debole macchia nebulosa, mentre con un piccolo telescopio già si risolve in una decina di stelle a partire dalla magnitudine 9,7. Con strumenti da 200mm di apertura è possibile otare alcune decine di stelle fino alla magnitudine 14, in prevalenza bianco-azzurre. Pochi primi a SE è visibile l'ammasso aperto Hogg 22, formato da poche stelle molto concentrate.

A causa della sua declinazione fortemente meridionale, quest'ammasso può essere osservato soprattutto da osservatori situati nell'emisfero australe della Terra; la sua osservazione dall'emisfero nord è possibile solo in vicinanza delle latitudini subtropicali.[3] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra giugno e ottobre.

Storia delle osservazioni[modifica | modifica wikitesto]

NGC 6204 è stato scoperto assieme agli ammassi vicini da James Dunlop nel 1826, durante la sua permanenza in Australia come sovrintendente dell'osservatorio del Nuovo Galles del Sud, con un telescopio da 9 pollici; fu poi riosservato da John Herschel e nel New General Catalogue è descritto come un ammasso piuttosto ricco formato da stelle con magnitudini comprese fra la 11 e la 12.[4]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

NGC 6204 è situato a circa 1085 parsec (circa 3540 anni luce) di distanza,[2] in corrispondenza del bordo esterno del Braccio del Sagittario; la sua età è piuttosto giovane ed è stimata sui 37 milioni di anni,[2] fatto evidente anche dalla presenza di giovani stelle di colore azzurro fra le sue componenti. Altre stime indicano una distanza di 1200 parsec e un'età attorno agli 80 milioni di anni, dati che sostanzialmente non si discostano eccessivamente.[5] Gli studi su questo e gli ammassi vicini sono resi più difficoltosi a causa dell'oscuramento ad opera delle polveri interstellari.

A brevissima distanza verso sudest si trova un piccolo gruppo di stelle luminose costituenti un ammasso a sé stante, catalogato come Hogg 22; si tratta di un ammasso molto più giovane, essendo dominato da stelle di classe spettrale O con un'età di 5 milioni di anni, e probabilmente più lontano, a 2800 parsec di distanza.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d SIMBAD Astronomical Database, su Results for NGC 6204. URL consultato il 10 giugno 2013.
  2. ^ a b c d e WEBDA page for open cluster NGC 6204, su univie.ac.at. URL consultato il 10 giugno 2013.
  3. ^ Una declinazione di 47°S equivale ad una distanza angolare dal polo sud celeste di 43°; il che equivale a dire che a sud del 43°S l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a nord del 43°N l'oggetto non sorge mai.
  4. ^ Catalogo NGC/IC online - result for NGC 6204, su ngcicproject.org. URL consultato il 10 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  5. ^ Carraro, Giovanni; Munari, Ulisse, A multicolour CCD photometric study of the open clusters NGC 2866, Pismis 19, Westerlund 2, ESO96-SC04, NGC 5617 and NGC 6204, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 347, n. 2, gennaio 2004, pp. 625-631, DOI:10.1111/j.1365-2966.2004.07244.x. URL consultato il 10 giugno 2013.
  6. ^ Forbes, Douglas; Short, Stephen, NGC 6204 and HOGG 22: The Odd Couple, in Astronomical Journal, vol. 111, aprile 1996, p. 1609, DOI:10.1086/117900. URL consultato il 10 giugno 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Catalogo NGC online, su ngcicproject.org. URL consultato il 7 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0, William-Bell inc. ISBN 0-943396-15-8

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