My Bonnie

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My Bonnie
album in studio
ArtistaTony Sheridan, The Beatles
Pubblicazione1960
Dischi1
Tracce12
GenereRock
Rockabilly
Beat
Pop
EtichettaPolydor Records
ProduttoreBert Kaempfert
ArrangiamentiTony Sheridan
Registrazione1960
FormatiLP
Tony Sheridan - cronologia
Album precedente
Album successivo
Just a Little Bit of Tony Sheridan
(1964)
The Beatles - cronologia
Album precedente
Album successivo
(1963)
Singoli
  1. My Bonnie/The Saints
    Pubblicato: 1962
  2. Sweet Georgia Brown/Nobody's Child
    Pubblicato: 1964 (Regno Unito)
  3. My Bonnie/The Saints
    Pubblicato: 1964 (Ristampa, USA)
  4. Why/Cry for a Shadow
    Pubblicato: 1964
  5. Ain't She Sweet/If You Love Me Baby
    Pubblicato: 1964(Regno Unito)
  6. Sweet Georgia Brown/ If You Love Me, Baby
    Pubblicato: 1964 (USA)
  7. Ain't She Sweet/Nobody's Child
    Pubblicato: 1964 (USA)[1]

My Bonnie è un album del 1962 di Tony Sheridan e The Beat Brothers, meglio noti come The Beatles.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1960, in occasione della loro prima visita ad Amburgo in Germania, i Beatles incontrarono il chitarrista rock Tony Sheridan, divenendo suoi amici. Nel corso della loro seconda trasferta, nel 1961, alternandosi con altri gruppi supportarono Sheridan che si esibiva al Top Ten[2]. Quell'anno, l'agente dell'etichetta discografica Polydor Bert Kaempfert – su consiglio di Alfred Schacht della Aberbach Music, che era rimasto positivamente colpito dalle qualità musicali di Sheridan – propose all'artista di incidere un disco, e Sheridan scelse, come gruppo di spalla, i Beatles[3]. Kaempfert produsse le registrazioni presso la sala d'incisione Friedrich-Ebert-Halle, coadiuvato dall'ingegnere del suono Karl Hinze[4]. Vennero realizzate diverse registrazioni della formazione di Liverpool, sia insieme a Sheridan che da soli come gruppo, ma soltanto alcune vennero inserite nell'album. I Beatles comparvero sul retro della copertina di My Bonnie/The Saints. La versione di Swanee River per l'album è talvolta attribuita ai Beatles, ma tale variante non è in realtà la loro e non è noto se la registrazione originale esiste ancora.

Nel 1961 Raymond Jones, un giovane di Liverpool, chiese una copia del singolo My Bonnie, che portò i Beatles all'attenzione dell'allora direttore di un negozio di dischi Brian Epstein, e mise in moto gli eventi che lo portarono a divenire l'agente dei Beatles. In verità non vi fu mai un Raymond Jones. L'assistente di Epstein Alistair Taylor ammise successivamente di aver inventato il nome per ordinare alcune copie di My Bonnie[5]. Dopo che i Beatles pervennero al successo, le otto tracce, assemblate ad altro materiale dei Beat Brothers, vennero ripubblicate in un album del 1964 intitolato The Beatles First[6].

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Lato uno
  1. My Bonnie (tradizionale, arrangiata da Tony Sheridan)
  2. Skinny Minny (Bill Haley, Rusty Keefer, Milt Gabler, Catherine Cafra)
  3. Whole Lotta Shakin' Goin On (Dave Williams, Sonny David)
  4. I Know Baby (Sheridan)
  5. You Are My Sunshine (brano musicale) (Jimmie Davis, Charles Mitchell)
  6. Ready Teddy (Robert Blackwell, John Marascalco)
Lato due
  1. The Saints (James Milton Black, Katharine Purvis)
  2. Hallelujah, I Love Her So (Ray Charles)
  3. Let's Twist Again (Kal Mann, Dave Appell, Buchenkamp)
  4. Sweet Georgia Brown (Bernie, Pinkard, Casey)
  5. Swanee River (Stephen Foster)
  6. Top Ten Twist (Homsen, Bones, Sheridan, Lüth)

Nel 2001, l'LP My Bonnie venne pubblicato in CD dalla Polydor, con 10 bonus tracks:

  1. My Bonnie (German intro) (Trad./Sheridan-Bertie)
  2. Ich Lieb' Dich So (Pomus-Spector-Lueth)
  3. Der Kiss-Me Song (Warren-Schwabach-Wallnau)
  4. Madison Kid (C. Thomas)
  5. Let's Dance (Sheridan-Lee)
  6. Ruby Baby (Leiber-Stoller)
  7. What'd I Say (Ray Charles)
  8. Veedeboom Slop Slop (Johnny Sivo)
  9. Let's Slop (Sivo-Gleissner)
  10. My Bonnie (no intro)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The Beatles Complete Scores, Hal Leonard, pag. 1131 - 1134
  2. ^ Bill Harry, Beatles - L'enciclopedia, Arcana, Roma 2001, pag. 676.
  3. ^ Bill Harry, Beatles - L'enciclopedia, Arcana, Roma 2001, pag. 403.
  4. ^ Ian Inglis, The Beatles in Hamburg, Reaktion Books Ltd, London 2012, pag. 87.
  5. ^ Alistair Taylor, With the Beatles, John Blake Publishing Ltd, London 2011, pag. 16.
  6. ^ Ian Inglis, The Beatles in Hamburg, Reaktion Books Ltd, London 2012, pag. 190.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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