Museo kircheriano

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Museo kircheriano
Il Museo Kircheriano nel 1679
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàRoma
IndirizzoPiazza del Collegio Romano 4
Coordinate41°53′56.21″N 12°29′04.41″E / 41.898947°N 12.484558°E41.898947; 12.484558
Caratteristiche
TipoArcheologia, Scienza, tecnologia
Istituzione1651
FondatoriAthanasius Kircher
Apertura1651

Il Museo kircheriano fu una raccolta pubblica di antichità e curiosità (Wunderkammer), fondata nel 1651 dal padre gesuita Athanasius Kircher nel Collegio Romano. Le sue collezioni andarono gradualmente disperse nel corso dei secoli.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1651 Alfonso Donnini, un aristocratico e antiquario italiano, donò ai religiosi del Collegio Romano il suo "gabinetto delle curiosità": "varie cose curiose e preziose affinché se ne occupino e i loro studi possano trarne beneficio". Padre Athanasius Kircher (1602-1680), professore di matematica, fisica e lingue orientali, si occupò della collezione con grande cura e la trasformò presto in un museo di antichità, tecnologia, arte, scienza e archeologia.

Già famoso e ammirato dalle menti più illuminate del suo tempo e dai suoi studenti al Collegio Romano per le sue vaste conoscenze scientifiche e l'eclettismo filosofico, Kircher aggiunse alla collezione oggetti di storia naturale raccolti durante le sue spedizioni in Sicilia (1630) e a Malta (1636), strumenti musicali e persino macchine di sua invenzione. Utilizzò i suoi contatti, in particolare i gesuiti all'estero, per accrescere le raccolte etnografiche con oggetti esotici provenienti dalle missioni all'estero.

Il museo divenne subito popolare e ospitò molti visitatori. Un primo catalogo venne pubblicato nel 1678 da Giorgio de Sepibus e comprendeva alcune tavole illustrate, oggi unica testimonianza dell'allestimento. Dopo la morte di Kircher nel 1680 il museo attraversò un periodo di abbandono. Riprese nuova vita e vigore grazie all'attività del nuovo curatore Filippo Bonanni che pubblicò un secondo catalogo nel 1709. Dal confronto tra i due cataloghi si può constatare che molti oggetti erano già scomparsi dalla collezione. Con il tempo il museo riacquistò il suo antico splendore e, grazie agli aiuti ricevuti e alle molte donazioni, divenne sede di molte importanti collezioni che toccavano tutti i campi della conoscenza, dalla filosofia sperimentale all'esoterismo alla tecnologia. Al Bonanni successe Orazio Borgondio, che nel 1740 allestì un'intera sala con strumenti matematici, astronomici e fisici. La collezione di archeologia fu ampliata dal padre Contuccio Contucci, direttore del museo tra il 1735 e il 1765.[1]

Dispersione[modifica | modifica wikitesto]

L'ultimo direttore gesuita del Museo fu il letterato Antonio Maria Ambrogi (1713-1788). Nel 1773, a seguito della soppressione della Compagnia di Gesù da parte di Clemente XIV, il Collegio Romano fu affidato al clero di Roma e le collezioni iniziarono a subire le prime drastiche alterazioni: molti reperti finirono al Museo Pio-Clementino nei Musei Vaticani. Nel 1814 la Compagnia di Gesù fu ricostituita da Pio VII e nel 1824 Leone XII restituì collegio e museo ai gesuiti. Dal 1839 in poi il museo fu diretto per quasi vent'anni da Giuseppe Marchi, che tentò una riorganizzazione e produsse una monografia sulle monete antiche ivi conservate, L'aes grave del Museo Kircheriano.

Quando nel 1870 Roma fu conquistata e divenne la capitale del Regno d'Italia, gran parte delle proprietà ecclesiastiche furono espropriate dal nuovo Stato unitario: al Collegio romano furono posti il Liceo ginnasio Visconti e la Biblioteca nazionale centrale. Anche il Museo kircheriano divenne un museo statale e tra il 1881 e il 1913 fu diretto da Luigi Pigorini, che lo incrementò affiancandogli il Museo nazionale preistorico etnografico.[2]

Solo nel 1913 un decreto del Ministero della pubblica istruzione autorizzò la definitiva dispersione delle collezioni,[3] che furono ripartite nei nuovi musei statali della capitale: le antichità etrusche e italiche andarono al Museo nazionale etrusco, quelle romane al Museo nazionale romano, i reperti medievali e rinascimentali a Castel Sant'Angelo e, dal 1916, al nuovo Museo nazionale del Palazzo di Venezia. Nel Collegio rimasero solo alcune curiosità, come i modellini in legno degli obelischi romani, e il Museo nazionale preistorico etnografico, poi trasferito all'EUR negli anni 1960.

Una mostra dedicata all'antico Museo kircheriano si tenne a Palazzo Venezia tra il 28 febbraio e il 22 aprile 2001. In quell'occasione il Ministero per i beni e le attività culturali pubblicò un catalogo contenente molte foto dei reperti appartenuti al museo e ora distribuiti in varie istituzioni. I capitoli mostrano la grande varietà delle sezioni del museo: dall'esotismo orientale alle scoperte etnologiche dei missionari, dall'astronomia alle scienze della terra (vulcanologia, zoologia, etc.), dall'egittologia (geroglifici) all'ermetismo, dalla scienza alla tecnologia (stenografia, poligrafia, campana subacquea, etc.), dalla pinacoteca del Collegio Romano all'archeologia greca e romana.

In anni recenti, i docenti e gli alunni del Liceo Visconti hanno approntato un allestimento museale che si richiama allo storico museo kircheriano.[4]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Tra i reperti un tempo appartenenti al Museo kircheriano figurano:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La raccolta del Museo Kircheriano, su villagiulia.beniculturali.it. URL consultato il 14 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2018).
  2. ^ Cfr. Il Museo Nazionale Preistorico Etnografico di Luigi Pigorini (PDF), su iipp.it. URL consultato il 20 ottobre 2020.
  3. ^ Ottavio Cicchinelli, Athanasio Kircher in Italia, in editorpress.it, 30 gennaio 2017. URL consultato il 20 ottobre 2020.
  4. ^ Cfr. Wunder Musaeum, su wundermusaeum.com. URL consultato l'8 settembre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Filippo Bonanni, Musaeum Kircherianum, 1709
  • Enciclopedismo in Roma barocca: Athanasius Kircher e il Museo del Collegio Romano tra Wunderkammer e museo scientifico, a cura di Maristella Casciato. Venezia, Marsilio 1986. ISBN 88-317-4846-7
  • Athanasius Kircher – il museo del mondo [Roma, Palazzo di Venezia, 28 febbraio – 22 aprile 2001], Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici. A cura di Eugenio Lo Sardo. Roma, De Luca 2001. ISBN 88-8016-421-X, ISBN 88-8016-409-0
  • Claudia Cerchiai (a cura di), Il Collegio Romano dalle origini al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Roma, 2003.
  • Alberto Bartòla, «Alle origini del museo del Collegio Romano. Documenti e testimonianze», in Nuncius, 1, 2004, pp. 297–356.
  • Angela Mayer-Deutsch, Das Museum Kircherianum. Kontemplative Momente, historische Rekonstruktion, Bildrhetorik, Zürich, 2010.
  • Nathalie Lallemand-Buyssens, «Les acquisitions d'Athanasius Kircher au musée du Collège Romain à la lumière de documents inédits», in Storia dell'Arte, n. 133, ott.-dic. 2012, pp. 107–129.
Approfondimenti

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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