Museo archeologico Paolo Giovio

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Museo archeologico Paolo Giovio
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Località Como
IndirizzoPiazza Medaglie d'Oro 1
Coordinate45°48′31.33″N 9°05′10.34″E / 45.808702°N 9.086206°E45.808702; 9.086206
Caratteristiche
Tipoarcheologico
Apertura1897
ProprietàComo
Visitatori641 (2020)
Sito web

Il Museo archeologico Paolo Giovio di Como, conosciuto storicamente come Palazzo Giovio, dal cognome dell'omonima famiglia comasca, con sede in piazza Medaglie d'Oro 1, venne inaugurato nel 1897[1].

Il palazzo[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Palazzo Giovio fu la residenza cittadina dei Conti Giovio già dagli inizi del XIII secolo[2]. Per opera di Benedetto Giovio, l'edificio subì alcune modifiche durante il XVI secolo, quando alcune case a corte vennero ampliate[3].

L’aspetto attuale del palazzo, che risponde ai canoni del barocchetto lombardo, si deve tuttavia a successivi interventi, intrapresi nell'ultimo quarto del XVIII secolo da Giovanni Battista. Dopo aver acquistato il cosiddetto convento delle Orfanelle (1775),[3] Giovanni Battista fece aprire grandi finestre nella facciata e creò una loggia sopra al portone; a lui si devono anche i lavori del giardino, con la realizzazione della scalinata e del ninfeo.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio chiude il lato nordorientale dell'odierna Piazza Medaglie d'Oro, delimitata a sud-est da Palazzo Olginati. I due palazzi sono internamente collegati tramite un passaggio sopraelevato che attraversa l'attuale via Balestra, arteria di pubblico passaggio dal 1930[4]. Sulla stessa strada si affacciano le finestre dell'ala di Palazzo Giovio che, un tempo, costituiva la chiesa del convento delle Orfanelle[4].

Dalla scalinata principale si entra nella Sala Giovio, che ospita quattro grandi tele del Giovan Battista Rodriguez raffiguranti gli uomini più illustri della Casata: Paolo Giovio dinnanzi a Papa Leone X (il Papa, leggendo le Historiae Patriae di Benedetto Giovio, afferma che nulla di più ricco ed elegante era mai stato scritto dopo Livio[5]), Paolo Giovio dinnanzi a Re Francesco I di Francia come ambasciatore[5], Benedetto Giovio raffigurato mentre traduce una iscrizione dinnanzi a Francesco II Sforza, Giovanni Battista Giovio che sale al Tempio della Gloria (l'iscrizione recita "Avaritia simulatione invidia perdomitis ad virtutis aedes minerva genius fama perducunt"[5]).

Sala del Museo Archeologico Paolo Giovio di Como. A destra: Giovanni Battista sale al Tempio della Gloria. A sinistra: Benedetto Giovio avanti Francesco II Sforza
Sala del Museo Archeologico Paolo Giovio di Como - Paolo Giovio avanti Re Francesco I di Francia
Sala del Museo Archeologico Paolo Giovio di Como - Paolo Giovio avanti Papa Leone X

Internamente, le sale sono finemente decorate con affreschi del '700, tra cui la "sala Perrone" è impreziosita da scene mitologiche tratte da quadri famosi ad opera del Rodriguez; accanto vi è la sala da ballo, la "sala Barelli, decorata da quadrature architettoniche realizzate da Giuseppe Coduri detto il Vignoli[6].

Il museo[modifica | modifica wikitesto]

Inaugurato nell'ultimo decennio del XIX secolo,[3] il museo comprende le seguenti sezioni[6]:

  • la sezione del collezionismo
  • la sezione preistorica e protostorica
  • la sezione romana
  • la sezione medievale
  • una ricca biblioteca

Il museo archeologico Paolo Giovio fa parte dell'elenco dei musei civici della città di Como, al quale appartengono anche:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Museo Archeologico Paolo Giovio, su in-Lombardia: Sito Ufficiale del Turismo della Regione Lombardia. URL consultato l'11 marzo 2022.
  2. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri di Italia, Famiglia Giovio.
  3. ^ a b c TCI, Guida d'Italia [...], p. 268.
  4. ^ a b TCI, Guida d'Italia [...], p. 269.
  5. ^ a b c Tratto dall'iscrizione presente sulla tela. Conservata nella Sala Giovio del Museo Archeologico Paolo Giovio di Como
  6. ^ a b Museo Archeologico, su visitcomo.eu.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-1325-5.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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