Mura di Urbino

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Mura di Urbino
Porta Valbona
Localizzazione
StatoImpero romano
Impero bizantino
Bandiera dello Stato Pontificio Stato Pontificio
Ducato di Urbino
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneMarche
CittàUrbino
Coordinate43°43′30.86″N 12°38′13.92″E / 43.725239°N 12.6372°E43.725239; 12.6372
Informazioni generali
StileRomano-Medievale-Rinascimentale
CostruzioneIII-II secolo a.C.-prima metà del XVI secolo
Materialepietre e laterizi
Condizione attualeben conservate e restaurate
Informazioni militari
Funzione strategicaMura difensive
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Le mura di Urbino costituiscono la cinta muraria difensiva della città antica di Urbino. Attualmente la cinta muraria meglio conservata è la più recente, risalente alla prima metà del XVI secolo; prima la città è stata cinta da tre cerchie murarie, la prima di epoca romana, la seconda medievale e la terza del duca Federico III da Montefeltro.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prima cerchia[modifica | modifica wikitesto]

Fu eretta tra il III e il II secolo a.C. in opus quadratum e interessava la cima del solo colle del Poggio (uno dei due colli su cui poggia l'attuale centro storico), assumendo una forma ellittica. Inoltre queste mura sorgevano, per tre lati su quattro (ad eccezione del lato settentrionale), sul cosiddetto ciglio tattico, ovvero sul punto in cui finiva il pianoro della cima e i versanti si facevano più irti e scoscesi. In questa cinta si aprivano quattro accessi, corrispondenti ai due assi viari principali della città romana (Cardo e Decumano massimo), uno a nord (Porta Mayor), uno a sud (Porta Minor), e le porte decumane a est e a ovest. In epoca tardoromana e bizantina queste mura furono rifatte due volte, prima in laterizi e poi con materiali di spoglio. Alcuni resti di questa cinta sono sopravvissuti, inglobati negli edifici delle epoche successive, come nell'Episcopio e a palazzo Bonaventura Odasi.[1][2]

Resti della Porta medievale di Belisario

Seconda cerchia[modifica | modifica wikitesto]

Un bastione della cinta medievale

Fu eretta, ancora sul solo colle del Poggio, tra il XII e il XIII secolo, per inglobare i borghi sorti immediatamente fuori delle antiche Porte urbiche di epoca romana; per cui il tracciato di questa cinta muraria ripercorreva quello della cinta romana, pur essendo più ampio, ma mantenendo sempre quattro accessi (a nord, a sud, a est e a ovest). Risale, probabilmente, al XIII o al XIV secolo, la costruzione di un avamposto difensivo e punto di forza della cinta muraria (Cassero), sul colle del Monte; soprattutto per controllare la città, dopo che in essa si erano verificati alcuni tumulti. Sono sopravvissuti solo alcuni tratti, inglobati anch'essi da edifici di epoche successive.

Terza cerchia[modifica | modifica wikitesto]

Venne realizzata dal Duca Federico III da Montefeltro, nella seconda metà del XV secolo, per adeguare la cinta muraria difensiva cittadina ai grandi cambiamenti urbanistici e architettonici che avevano interessato Urbino in quel periodo, ovvero la costruzione del palazzo ducale e del duomo, che occuparono la maggior parte del settore occidentale della città romano-medievale, oltre agli edifici delle stalle ducali e della rampa elicoidale con la realizzazione del grande terrapieno del Mercatale. Questa cinta muraria fu la prima ad inglobare anche l'area del colle del Monte.

Quarta cerchia[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta dell'attuale cinta muraria che delimita il centro storico urbinate, è molto ben conservata (quasi interamente) e recentemente (anni novanta del XX secolo) è stata restaurata. Fu eretta nella prima metà del XVI secolo, per volere del duca Francesco Maria I Della Rovere, su progetto dell'architetto urbinate Gianbattista Commandino, per adeguare le mura difensive della città alla nascente artiglieria, con la realizzazione di mura a terrapieno e bastioni sporgenti cuoriformi[3]. Per questo motivo il tracciato, rispetto alle precedenti mura federiciane, fu in gran parte mantenuto.

Nel corso della prima metà del XIX secolo fu abbattuto un tratto delle mura per realizzare una barriera daziaria; intitolata, dagl'anni sessanta dello stesso secolo, all'allora principessa Margherita di Savoia. Fu eretta in parte sul bastione di Belisario e tale modifica comportò il rifacimento del tratto di mura compreso tra il bastione di San Polo e il piccolo bastione di San Girolamo, poi demolito durante questi lavori; anche per realizzare una nuova strada che, passando lungo le mura, collegasse la Barriera Margherita all'attuale piazza della Repubblica. Con questo cambiamento urbanistico-architettonico fu chiusa al pubblico transito la Porta di San Polo.[4]

Porte urbiche[modifica | modifica wikitesto]

  • Porta Lavagine[5]: Si trova in fondo al versante sud-orientale del colle del Monte e delimita l'estremità nord-orientale di via Cesare Battisti, strada principale dell'omonima contrada. Fu rifatta agl'inizi del XIX secolo, per rendere l'accesso più agevole alle carrozze[6].
  • Porta San Bartolo: Si trova sul versante orientale del colle del Poggio, a est della cinta muraria; delimitante un'estremità della via omonima. Deve il proprio nome ad una vicina chiesa.
  • Porta San Polo: È situata sul versante meridionale del colle del Poggio. Ma, dalla prima metà del XIX secolo, non è più fruibile al pubblico transito, dopo la costruzione della vicina barriera daziaria. L'unico accesso visibile si affaccia, a ridosso del bastione omonimo, su via Luciano Laurana (S.S. 73 bis).
  • Porta Santa Maria: È collocata sul versante occidentale del colle del Poggio, a ridosso del bastione di Sant'Agostino. Determina l'estremità occidentale di via delle Campane.
  • Porta Valbona
  • Porta del Monte: Era situata sulla cima del colle del Monte, in cima all'attuale via Raffaello, strada principale dell'omonima contrada. Si trovava a nord-ovest della città antica, tra il bastione della Santissima Trinità e la Fortezza Albornoz. Fu demolita nei primi anni del XX secolo per realizzare le cisterne sotterranee del nuovo acquedotto cittadino[7], oltre che per migliorare la viabilità dell'area e l'accesso al centro storico.
  • Porta Santa Lucia: È situata sul crinale del colle del Monte, a nord della cinta muraria. Delimita l'estremità settentrionale di via Donato Bramante, il cui nome più antico e popolare è rimasto alla porta urbica ed al vicino bastione. Fu ricostruita nella prima metà del XIX secolo, per facilitare l'accesso delle carrozze[8].

Bastioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Bastione di San Bartolo: Si trova vicino all'omonima Porta urbica. Si tratta del primo bastione che s'incontra lungo via delle Mura, provenendo da Porta Lavagine. Fu ricostruito negli anni venti del XX secolo, in seguito al crollo, dovuto al cedimento del terreno sottostante.
  • Bastione di Santa Chiara: È situato sul versante sud-orientale del colle del Poggio, lungo via delle Mura, tra il bastione di San Bartolo e l'ex Barriera Margherita. Prende nome dall'ex monastero soprastante.
  • Bastione di San Girolamo: Demolito nella prima metà del XIX secolo. Si trattava di un piccolo bastione di forma semicircolare sul versante sud-orientale del Poggio, tra i bastioni di Belisario e Santa Chiara, davanti all'eponimo ex convento.
  • Bastione di Belisario: È posto a sud-est della cinta muraria. Fu ricostruito nella prima metà del XIX secolo ed ospita parte degli edifici della vecchia Barriera Margherita, che segna l'estremità orientale di via Giacomo Matteotti.
  • Bastione di San Polo: Rappresenta l'estrema punta meridionale delle Mura urbinati e la delimitazione a meridione della strada principale dell'omonima contrada. Fu ricostruito nella prima metà del XIX secolo. Si trova, lungo via Matteotti, tra l'ex Barriera Margherita ed il bastione di Sant'Agostino.
  • Bastione di Sant'Agostino: Situato sul lato occidentale delle Mura e del colle del Poggio. Situato, lungo via Matteotti, prima del bastione di Santa Caterina; davanti all'ex convento, da cui prende nome.
  • Bastione di Santa Caterina: Si trova sul versante occidentale del colle del Poggio. Deriva il proprio nome dal monastero soprastante. Fu ricostruito nel 1963, in seguito al crollo dovuto al cedimento del terreno sottostante. Si trova lungo via Matteotti, prima del bastione della Rampa elicoidale, e delimitante l'estremità meridionale delle ex Stalle Ducali (o Data). Proprio per tale vicinanza, all'interno del bastione, agl'inizi del XXI secolo, è stata realizzata una rampa di cemento, secondo il progetto dell'architetto De Carlo, per collegare la ristrutturata Data sia a via Matteotti sia alla sottostante piazza del Mercatale.
  • Bastione della Rampa elicoidale: Si tratta di un bastione i cui ambienti sono totalmente al coperto, in quanto ospita principalmente la grande scala elicoidale che collegava le Stalle Ducali (addossate al tratto di mura compreso tra questo bastione e quello di Santa Caterina) al Palazzo Ducale. Fu progettato da Francesco di Giorgio Martini, nella seconda metà del XV secolo. La parte superiore di questo bastione era occupata da alcuni magazzini, in parte demoliti nel XIX secolo per costruirvi il Teatro cittadino. L'interno del bastione, con la sua rampa elicoidale, è accessibile, durante le ore diurne, sia dall'estremità meridionale dei portici di Corso Garibaldi sia dal sottostante piazzale del Mercatale.
  • Bastione dei Frati: È un piccolo bastione di forma semicircolare, sul versante sud-occidentale del colle del Monte, sotto alla Fortezza Albornoz e sopra Porta Valbona. Così denominato perché in passato rientrava nell'orto del vicino Convento degli Scalzi. È accessibile, durante le ore diurne, dal Parco della Resistenza.
  • Bastione del Monte: Semi-distrutto nei primi anni del XX secolo; solo la base è sopravvissuta perché interrata, sotto l'odierno piazzale Roma. Era adiacente all'omonima Porta urbica.
  • Bastione della Santissima Trinità: È situato sul colle del Monte, a nord delle Mura. L'etimo deriva dal monastero, che sorgeva poco distante, demolito verso gl'anni cinquanta del XX secolo. Tra le Porte urbiche del Monte e di Santa Lucia, vicino a Via Giro del Cassero, all'interno del percorso pedonale del Belvedere Piero della Francesca (chiuso durante le ore notturne).
  • Bastione di Santa Lucia: È l'estrema punta settentrionale della cinta muraria. Non è fruibile al pubblico, perché ospita un giardino privato. È vicino all'omonima porta urbica e sovrasta la Porta di Lavagine.
  • Bastione di Lavagine: Demolito agl'inizi del XIX secolo, per agevolare il transito delle carrozze attraverso l'adiacente Porta urbica omonima.[6]

Fortezza Albornoz[modifica | modifica wikitesto]

Sorge nell'angolo sud-occidentale delle Mura, sul colle del Monte. Fu eretta verso la seconda metà del XIV secolo dal Legato pontificio, il cardinale spagnolo Egidio Albornoz, sul luogo in cui sorgeva una delle residenze dei Montefeltro. La costruzione della rocca fu proseguita dal successore dell'Albornoz, Anglico Grimoard, con lo scopo soprattutto di controllare la città quando vi esplodevano tumulti, dato che si trova sul punto più alto dell'abitato antico. Fu integrata nella cinta muraria cittadina, divenendone il punto di forza, già con la terza cerchia quattrocentesca. Danneggiata dopo la rivolta del 1573, contro il duca Guidobaldo II della Rovere, fu sottoposta ad una ristrutturazione, curata dall'architetto Filippo Terzi[9]. Nella seconda metà del XVII secolo, avendo perduto il valore militare, fu ceduta assieme al terreno sottostante al vicino Convento degli Scalzi, con la riconversione della fortezza ad abitazione. Sul finire del XVIII secolo, in conseguenza dell'occupazione francese, la fortezza fu ristrutturata e riattivata; risale a questo periodo l'odierno portale principale[10]. Con la Restaurazione, l'edificio ed il terreno adiacente furono riassegnati al Convento degli Scalzi. Nel 1973 il terreno sottostante fu aperto al pubblico, con l'istituzione del Parco della Resistenza. Invece la fortezza, nel corso della seconda metà del XX secolo, fu restaurata e vi fu avviato uno scavo archeologico. Alla fine degli anni novanta fu aperta al pubblico per la prima volta[11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luni, 2003.
  2. ^ URBINO ROMANA - LA PRIMA CINTA MURARIA, su urbinoeprovincia.com. URL consultato il 17 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  3. ^ Mazzini, 2000, pp. 58-60.
  4. ^ Benevolo-Boninsegna, 1986, p. 162.
  5. ^ Porta Lavagine, su beniculturali.marche.it. URL consultato il 30 maggio 2023.
  6. ^ a b Benevolo-Boninsegna, 1986, p. 156.
  7. ^ E. M. Sacchi, F. Venturini e M. Betti, La città segreta. Urbino ipogea, Urbino, Monacchi editore, 2013, p. 13, ISBN 978-88-904688-4-1.
  8. ^ Benevolo-Boninsegna, 1986, p. 175.
  9. ^ Fortezza Albornoz, su beniculturali.marche.it. URL consultato il 30 maggio 2023.
  10. ^ Mazzini, 2000, p. 369.
  11. ^ FORTEZZA ALBORNOZ, su urbinoservizi.it. URL consultato il 17 gennaio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • L. Benevolo e P. Boninsegna, Le città nella storia d'Italia - Urbino, Bari, Editori Laterza, 1986.
  • F. Mazzini, Urbino - i mattoni e le pietre, Urbino, Argalia editore, 2000, pp. 51–61, ISBN 88-392-0538-1.
  • M. Luni, Archeologia nelle Marche. Dalla preistoria all'età tardoantica, Firenze, Nardini editore, 2003, pp. 195–196.

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