Movimento per il Socialismo (Bolivia)

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Movimento per il Socialismo
(ES) Movimiento al Socialismo - Instrumento Político por la Soberanía de los Pueblos
LeaderLuis Arce
PresidenteEvo Morales
VicepresidenteOrlando Zurita
StatoBandiera della Bolivia Bolivia
SedeLa Paz
AbbreviazioneMAS o MAS-IPSP
Fondazione23 luglio 1987
IdeologiaIndigenismo[1][2]
Socialismo democratico[3]
Socialismo del XXI secolo
Bolivarismo
Populismo di sinistra
Marxismo
Anti-neoliberismo[1]
Anticapitalismo
Antimperialismo
CollocazioneSinistra / Estrema sinistra[4]
Affiliazione internazionaleForo de São Paulo
Conferenza Permanente dei Partiti Politici dell'America Latina
Congresso Bolivariano dei Popoli
Seggi Camera
75 / 130
(2020)
Seggi Senato
21 / 36
(2020)
Sito webmas-ipsp.org/hoy/

Il Movimento per il Socialismo - Strumento Politico per la Sovranità dei Popoli (in spagnolo Movimiento al Socialismo - Instrumento Político por la Soberanía de los Pueblos), noto anche con la sigla MAS o MAS-IPSP, è un partito politico boliviano di sinistra. Il massimo dirigente del partito è Evo Morales.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1987 una sezione di sinistra della Falange Socialista Boliviana (FSB) ha fondato il partito MAS, parzialmente influenzato dalla dottrina marxista, così come dall'indianismo katarista e dal nazionalismo del Movimiento Nacional Revolucionario e della stessa FSB.[5]

Come programma politico ha come obiettivo di rappresentare principalmente le zone rurali della Bolivia abitate in prevalenza dalle popolazioni indigene, i diritti e le rivendicazioni dei piccoli contadini e dei cocaleros, ossia i coltivatori di coca tipica della cultura andina, e di opporsi ai governi espressione delle élite di origine europea.[6]

Il MAS è stato al governo della Bolivia a partire dal 2005, con la vittoria alle elezioni del 2005, bissata nel 2009, con una larga maggioranza parlamentare di 85 deputati su 130 e 24 senatori su 36, e nel 2014, e fino al colpo di Stato del 2019, portando avanti una linea politica anti-imperialista, anti-colonialista e anti-liberista, all'insegna della costruzione del Socialismo del XXI secolo.

Il suo massimo dirigente è l'ex-Presidente della Bolivia Evo Morales.

Leader[modifica | modifica wikitesto]

Evo Morales[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Evo Morales.

Morales nacque da una famiglia indigena Aymara ad Orinoca, una città mineraria nel dipartimento di Oruro, sull'altopiano boliviano. Nei primi anni ottanta la sua famiglia, come molti abitanti indigeni degli altipiani che lavoravano nelle miniere, emigrò nei bassopiani tropicali nell'est della Bolivia. Si stabilirono nel Chapare, dove si dedicarono all'agricoltura, coltivazioni di coca incluse. Morales completò la sua istruzione superiore, e ha descritto la sua istruzione successiva come "l'università della vita", comprendendo in essa anche il servizio militare prestato all'età di 17 anni.

Durante le riforme economiche della metà degli anni ottanta molti minatori, espulsi dalle miniere dalle ristrutturazioni in atto, rafforzarono il processo di colonizzazione della Regione del Chapare, già da alcuni anni principale area di produzione di coca, contribuendo al crescente ruolo internazionale del paese nella produzione e nel contrabbando di cocaina.

Prima di diventare uno dei principali dirigenti del sindacato dei cocalero, Morales organizzò una squadra di calcio locale. Lavorò anche come musicista, suonando la tromba in una banda.

Come leader dei cocalero, Morales fu eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati nel 1997, come rappresentante delle province di Chapare e Carrasco, nel Dipartimento di Cochabamba. Ricevette il 70% dei voti in quel distretto, la percentuale più alta di voti dei 68 deputati che furono eletti direttamente in quella elezione.

Programma[modifica | modifica wikitesto]

  • Uguaglianza sociale delle etnie presenti in Bolivia.
  • Lotta alla corruzione all'interno delle istituzioni di Stato.
  • Nazionalizzazione delle risorse energetiche rinnovabili e dei mezzi di produzione.
  • Industrializzazione del settore energetico.
  • Movimento di rinnovamento morale e politico.
  • Integrare la Bolivia nel mondo moderno.
  • Inserimento del paese tra le nazioni industrializzate.
  • Riconoscimento del sacrificio della nazione boliviana nei confronti dell'Europa e del mondo durante la colonizzazione.
  • Integrazione del patrimonio culturale e alimentare originale con quello europeo.
  • Lotta al neoliberismo e al capitalismo.
  • Rispetto dei basilari diritti umani.

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Elezione Candidato Voti % Seggi
Generali 2002 Evo Morales
Non eletto
581.884 20,94 Camera
27 / 130
Senato
8 / 27
Generali 2005 Evo Morales
✔️ Eletto
1.544.374 53,74 Camera
72 / 130
Senato
12 / 27
Generali 2009 Evo Morales
✔️ Eletto
2.943.209 64,22 Camera
88 / 130
Senato
26 / 36
Generali 2014 Evo Morales
✔️ Eletto
3.173.304 61,36 Camera
88 / 130
Senato
25 / 36
Generali 2019 Evo Morales
Elezioni annullate
2.889.359 47,08 Camera
64 / 130
Senato
19 / 36
Generali 2020 Luis Arce
✔️ Eletto
3.393.978 55,11 Camera
75 / 130
Senato
21 / 36

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Niccolò Locatelli, Ideologia, gas e politica di Evo Morales, in Limes, 26 gennaio 2008 (archiviato il 2 gennaio 2014).
  2. ^ Rita Martufi e Luciano Vasapollo (a cura di), Futuro indigeno. La sfida delle Americhe, Milano, Jaca Book, 2009, p. 337, ISBN 978-88-16-40929-3, LCCN 2010356945, OCLC 837583339, SBN IT\ICCU\RAV\1879638.
  3. ^ (EN) Slavoj Žižek, Morales proved in Bolivia that democratic socialism can work – but the people cannot be ignored, in The Independent, 19 novembre 2019 (archiviato il 22 settembre 2022).
  4. ^ (EN) Ciara Nugent, The Far-Left Wins Back Power in Bolivia. What Does That Mean for the Country's Future?, in Time, 20 ottobre 2020 (archiviato il 21 novembre 2022).
  5. ^ Pablo Stefanoni, Hervé Do Alto, Evo Morales - Il riscatto degli Indigeni in Bolivia, Sperling&Kupfer, 2006, pp 49 - 51
  6. ^ Cosa è successo nella Bolivia di Morales, su Jacobin Italia, 20 novembre 2019. URL consultato il 13 dicembre 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN150439645 · LCCN (ENno2003030406 · GND (DE7658160-3 · J9U (ENHE987007436623305171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2003030406