Mortimer (famiglia)

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Mortimer
StatoNormandia, Inghilterra
Titolibarone di Mortemer, barone di Saint-Victor-l'Abbaye, signore di Wigmore, barone di Wigmore, barone di Chirk, conte di March, conte di Ulster
FondatoreRoger "filius Episcopi" († 1074/1080)
Data di fondazioneXI secolo
Data di estinzione1425
Rami cadetticonfluito nella casa di York

La famiglia Mortimer fu nel Medioevo una potente casata delle Marche gallesi[1], che aveva il suo punto focale nel castello di Wigmore, nell'Herefordshire, e i suoi membri ebbero il titolo di conte a partire dal XIV secolo.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Il nome Mortimer deriva dal paese di Mortemer (Mortemer-en-Brai) nell'alta Normandia. Il capostipite del casato, Roger "Filius Episcopi" (figlio di Hugues I, vescovo di Coutances), ne adottò il nome dopo che riuscì ad ottenerne il castello da William FitzOsbern, I conte di Hereford per i servizi resi a fianco del duca di Normandia, Guglielmo il Conquistatore.

Trasferitasi in Inghilterra al seguito di Guglielmo il Conquistatore, la famiglia Mortimer fu a lungo la signoria feudale di Wigmore. Si trova nel Domesday Book tra quelle a reddito medio (la baronia inglese rendeva tra le 200 e le 400 libbre annue).

Durante i regni di Guglielmo II e Enrico I, con Ranulph de Mortimer, era una delle famiglie che avevano ancora importanti feudi in Normandia e, inizialmente, era annoverata tra i sostenitori di Roberto II Cosciacorta.

Ascesa ed estinzione del casato[modifica | modifica wikitesto]

Il casato dei Mortimer assurse lentamente al potere, grazie alla fedeltà mostrata alla nascente dinastia dei Plantageneti, che gli diede terre e titoli.

Ruggero Mortimer, I conte di March, dal 1327 fu l'amante della regina madre, Isabella di Francia e per tre anni resse le sorti (re senza corona) del regno d'Inghilterra, divenendo l'uomo più ricco d'Inghilterra. Tuttavia successivamente venne arrestato, accusato di tradimento e, prima di essere giustiziato per impiccagione, venne destituito di tutte le cariche e i titoli che aveva, per cui tutta la sua famiglia venne a trovarsi in una situazione di profondo disagio.

Suo nipote Ruggero Mortimer, II conte di March, riuscì a riconquistare buona parte dei possedimenti persi e a diventare il connestabile dell'esercito inglese per l'invasione della Francia, dal 1359 fino alla morte.

Edmondo Mortimer, III conte di March, sposò Filippa Plantageneta, nipote di re Edoardo III; con questo matrimonio, il casato dei Mortimer si trovò ad essere molto vicino al trono inglese.

Il figlio Ruggero Mortimer, IV conte di March, come il padre lord luogotenente d'Irlanda, fu designato da re Riccardo II, senza discendenza, quale erede al trono d'Inghilterra. Ma quando Riccardo II fu deposto nel 1399, le rivendicazioni dei Mortimer furono ignorate e il potere andò a Enrico di Lancaster. Queste pretese furono poi trasmesse nel 1425, all'estinzione del ramo maschile dei Mortimer, al casato di York[2]. Da tutto ciò, alla fine, scaturì la Guerra delle due rose.

Genaologia[modifica | modifica wikitesto]

Blasonatura dei Mortimer quali conti di March

Qui si riporta la linea principale della famiglia:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La contea di March era l'insieme di un certo numero di territori e contee sul confine tra il Galles e l'Inghilterra, che era stata definita marca del Galles (March of Wales).
  2. ^ Anna Mortimer era la madre di Riccardo Plantageneto, III duca di York, che nel 1455, iniziò la Guerra delle due rose, aprendo le ostilità contro Enrico VI d'Inghilterra.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • William John Corbett, "L'evoluzione del ducato di Normandia e la conquista normanna dell'inghilterra", cap. I, vol. VI (Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 5-55.
  • William John Corbett, "Inghilterra, 1087-1154", cap. II, vol. VI (Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 56-98.
  • Doris M. Stenton, "Inghilterra: Enrico II", cap. III, vol. VI (Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 99-142
  • Hilda Johnstone, "Inghilterra: Edoardo I e Edoardo II", cap. XVIII, vol. VI (Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 673-717
  • Bernard L. Manning, "Inghilterra: Edoardo III e Riccardo II", cap. XIX, vol. VI (Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 718-783

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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