Mortalità (libro)

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Mortalità
Titolo originaleMortality
Hitchens nel 2010 durante la sua malattia
AutoreChristopher Hitchens
1ª ed. originale2012
1ª ed. italiana2012
Generesaggio
Sottogenereautobiografia
Lingua originaleinglese
AmbientazioneUSA
ProtagonistiChristopher Hitchens
Preceduto daArguably: Essays by Christopher Hitchens (2011)

Mortalità è un libro postumo di Christopher Hitchens, pubblicato in Italia nel 2012 dalla casa editrice Piemme, che comprende sette saggi apparsi inizialmente sulla rivista Vanity Fair e che raccontano la sua lotta con il cancro esofageo, diagnosticatogli durante un suo tour del 2010 per la presentazione del libro autobiografico Hitch-22 [1] e che lo ha portato alla morte nel dicembre 2011.[2] Viene incluso anche un ottavo capitolo, consistente di alcuni "appunti frammentari" incompleti e presentati dal giornalista Graydon Carter, editore di Vanity Fair, con postfazione di Carol Blue, vedova di Hitchens.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

«...Deportato dal paese dei sani oltre il desolato confine della terra della malattia.»

Hitchens ha ricoperto la carica di redattore principale presso Vanity Fair dal novembre 1992 fino alla morte.[4] In tale capacità contribuiva circa 10 saggi all'anno su svariati temi, come la politica e i limiti del miglioramento personale, scrivendo di "tutto eccetto che di sport".[5] Si sentì quindi obbligato, quando gli venne chiesto di scrivere della sua malattia terminale sulla rivista e riuscì a inviare sette saggi da "Tumorville" prima di essere sopraffatto dal cancro il 15 dicembre 2011, all'età di 62 anni.[2] Gli scritti esaminano la sua paura di perdere l'abilità di scrivere, la tortura della chemioterapia, un'analisi della proclamazione di Nietzsche che "quello che non ti uccide ti rende più forte", la gioia della conversazione e il reale significato della vita.[6]

Poco prima che morisse, a Hitchens è stato dedicato un asteroide, "57901 Hitchens" [7]

Ricezione critica[modifica | modifica wikitesto]

La reazione della critica a Mortalità è risultata ampiamente positiva, con amici e ammiratori di tutto il mondo che hanno lodato Hitchens sia per il suo carattere nell'affrontare la morte e per il modo in cui ha trasferito tali emozioni e pensieri sulla pagina. In una lusinghiera recensione di Mortalità su The New York Times, il satirista politico Christopher Buckley descrive i sette saggi di Hitchens "duri come diamanti e altrettanto brillanti" e "perfetti nella stesura." Scrive inoltre che "fa riflettere e addolora leggere questo racconto coraggioso e straziante del suo 'anno di vita morente' nella morsa dell'alieno che è riuscito dove nessuno dei suoi avversari di dibattito ha potuto sconfiggerlo." Buckley era un amico di Hitchens.[8] Colm Tóibín con affetto ha scritto su The Guardian alcune delle sue esperienze con Hitchens, ritenendo che fosse "la migliore compagnia al mondo" e ha molto elogiato Mortalità, scrivendo che "in questo libro egli fa del tutto affinché la propria voce rimanga civile, scrutandosi e pronto a sconfiggere tutti i suoi nemici, qui in particolare l'ottusità della morte e del silenzio."[9] Su The Observer anche il giornalista Alexander Linklater è stato laudatorio: riferendosi alla descrizione di John Gray che Hitchens è "uno dei più grandi scrittori viventi di prosa inglese",[10] Linklater ha risposto che "l'unica parola sicuramente non vera è che ora Hitchens non è più vivente." Ha inoltre affermato: "La vera lotta di Mortalità non è con la mortalità. Hitchens si allontana dalla logica conclusione del suo materialismo. Suggerisce, piuttosto, una paura di perdere se stessi, di diventare imbecilli, come qualcuno che potrebbe, nel terrore e dolore, dire qualcosa di stupido o (Dio non voglia) di religioso verso la fine, per dare soddisfazione ai suoi nemici. La vera lotta dei suoi ultimi scritti è quella di rimanere se stesso per tutto il tempo che può, immerso nel paese dei malati."[11] Un'altra recensione è stata pubblicata dalla rivista dove Hitchens iniziò la sua carriera, The New Statesman: George Eaton ha scritto che l'opera finale di Hitchens ha "una qualità aforistica senza tempo".[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Owen Bowcott, (1º luglio 2010) "Author Christopher Hitchens diagnosed with cancer" su The Guardian.
  2. ^ a b William Grimes, (16 dicembre 2011) "Christopher Hitchens, Polemicist Who Slashed All, Freely, Dies at 62" su The New York Times.
  3. ^ Christopher Buckley, (30 agosto 2012) "Review of Mortality: Staying Power" su The New York Times.
  4. ^ Christopher Hitchens, pagina editoriale su Vanity Fair: "Christopher Hitchens".
  5. ^ Hitchens, Christopher (2012). Mortality, Atlantic Books Ltd., p. 103. ISBN 978-1-4555-0275-2
  6. ^ Christopher Hitchens, (2012) Mortality, cit.
  7. ^ Salman Rushdie, Christopher Hitchens (Vanity Fair, Feb 2012), su salmanrushdie1.tumblr.com, 2012-12.
  8. ^ Christopher Buckley, (30 agosto 2012) "Review of Mortality: Staying Power" su The New York Times.
  9. ^ Colm Tóibín, (31 agosto 2012) "Mortality by Christopher Hitchens – review" su The Guardian
  10. ^ John Gray, (6 ottobre 2011) "Review: Arguably by Christopher Hitchens" su The New Statesman
  11. ^ Alexander Linklater, (26 agosto 2012) "Mortality by Christopher Hitchens – review" su The Observer.
  12. ^ George Eaton, (7 settembre 2012) "Mortality by Christopher Hitchens – review" Archiviato il 24 ottobre 2016 in Internet Archive. su The New Statesman

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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