Monocameralismo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando la scrittura unicamerale, vedi Scrittura unicamerale.

     Nazioni con parlamento bicamerale

     Nazioni con parlamento unicamerale

     Nazioni con parlamento unicamerale fornito di organo consultivo

     Nazioni senza parlamento

Il monocameralismo o unicameralismo è la pratica di avere un parlamento con un'unica camera.

Molti paesi con parlamenti monocamerali sono spesso piccoli e omogenei stati unitari e non considerano necessaria l'istituzione di una camera alta[1].

Nel mondo[modifica | modifica wikitesto]

Danimarca[modifica | modifica wikitesto]

Il Landstinget, la camera alta del Parlamento danese, fu abolito dalla Costituzione del 1953, approvata tramite referendum.

Nuova Zelanda[modifica | modifica wikitesto]

In origine, il Parlamento neozelandese era composto, oltre che dalla Camera dei Rappresentanti, dal Consiglio Legislativo, i cui membri (Consiglieri) erano nominati dal Governatore Generale su consiglio del Primo Ministro. Nel 1950, il Governo presieduto da Sidney Holland annunciò la propria intenzione di abolire il Consiglio. Per assicurare il raggiungimento di tale obbiettivo, Holland fece nominare venti nuovi Consiglieri che sapeva avrebbero votato a favore della riforma. Questi ultimi furono soprannominati la "squadra suicida" (in originale suicide squad), poiché il loro unico compito era eliminare la camera a cui appartenevano, privandosi dunque della carica che ricoprivano. Il Consiglio cessò ufficialmente di esistere il 1º gennaio 1951.

Inghilterra[modifica | modifica wikitesto]

Il Parlamento d'Inghilterra ebbe un assetto monocamerale fino al 1341, anno in cui i nobili e i rappresentanti dell'alta borghesia che componevano l'assemblea iniziarono incontrarsi separatamente, dando vita alla Camera dei Comuni ed alla Camera dei Lord.

Nel 1649, il Parlamento tornò ad essere monocamerale, dopo che la neonata Repubblica d'Inghilterra guidata da Oliver Cromwell abolì la Camera dei Lord. Quest'ultima tornò ad esistere e a godere delle proprie prerogative soltanto nel 1660, a seguito della restaurazione della monarchia.

Svezia[modifica | modifica wikitesto]

Il Första kammaren, la camera alta del Parlamento svedese che rappresentava gli interessi locali (i suoi membri erano infatti eletti dai consiglieri provinciali e comunali), fu abolita nel 1970.

Il dibattito[modifica | modifica wikitesto]

Una delle visioni a favore dei parlamenti monocamerali è che una camera alta eletta con le stesse procedure e con le stesse funzioni di una camera bassa sarebbe un inutile duplicato. Secondo questa teoria, la funzione di "riflessione", che spesso viene affidata alla seconda camera, può essere svolta dalle commissioni parlamentari mentre la protezione della costituzione può essere affidata a una costituzione scritta.

In molti casi, i paesi che oggi adottano il monocameralismo, hanno avuto in passato un parlamento bicamerale, di cui è stata abolita la camera alta. Una ragione per un cambiamento del genere sta nella sovrapposizione della camera alta su quella bassa e la sua ostruzione al processo legislativo, ad esempio ciò che succedeva del Landsting in Danimarca abolito nel 1953. Un altro motivo può essere nell'inefficacia delle camere nominate come il Consiglio legislativo della Nuova Zelanda, abolito nel 1951.

I sostenitori del monocameralismo danno risalto alla necessità di controllare la spesa parlamentare e di eliminare il lavoro ridondante svolto da entrambe le camere. I critici del monocameralismo mettono in rilievo il bilanciamento dei poteri che il bicameralismo permette, richiedendo un maggiore consenso sulle questioni legislative. Una delle caratteristiche del monocameralismo è quella di dare più influenza alle aree urbane più popolate rispetto a quelle rurali scarsamente popolate.

Un altro motivo portato a sostegno del monocameralismo è che facilmente esso sarà seguito da una riduzione del numero di parlamentari e collaboratori. Questo comporta alcune considerazioni:

  • una riduzione dei costi della politica;
  • una maggiore concentrazione di poteri;
  • collegi elettorali più grandi, meno parlamentari per migliaio di abitanti, e dunque una minore rappresentanza dell'elettorato e un minore radicamento della politica nel territorio.

Parlamenti a composizione monocamerale[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le seconde Camere nel diritto comparato, su Aracne editrice. URL consultato il 15 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
  2. ^ Fino al 2009 lo Storting si poteva dividere, all’interno della stessa aula, in due gruppi di deputati per alcune funzioni che, effettivamente creava due camere all’interno della stessa aula parlamentare. Dalle elezioni del 2009 è diventato un normale parlamento monoocamerale.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 50762