Mini (2001)

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MINI
La Mini "nuova" in confronto con l'antenata
La Mini "nuova" in confronto con l'antenata
Descrizione generale
Costruttore Bandiera del Regno Unito  Mini
Tipo principale berlina 2 volumi
Produzione dal 2001
Sostituisce la Mini (1959)
Altre caratteristiche
Altre antenate Rover serie 100

La Mini è un'automobile, rivisitazione in chiave moderna della Mini del 1959, prodotta dal 2001 sotto l'egida del costruttore tedesco BMW, e atta a ricoprire il segmento B.

Genesi[modifica | modifica wikitesto]

Le concept E1 e ACV30[modifica | modifica wikitesto]

La concept BMW E1 del 1991

All'inizio del 1994 BMW acquisì dalla British Aerospace il Gruppo Rover, proprietario tra gli altri del marchio Mini. La casa tedesca già dai primi anni novanta stava cercando di ampliare la propria gamma di auto con l'aggiunta di una superutilitaria, creando allo scopo tutta una serie di concept car, tra cui l'auto elettrica E1, che più si avvicinava al segmento della Mini.[1]

Dopo l'acquisizione di Mini, i vertici della casa tedesca insistevano sul fatto che il futuro modello compatto del gruppo dovesse avere caratteristiche iconiche di BMW (come ad esempio la trazione posteriore) per sostenere gli standard e l'immagine del marchio tedesco; tuttavia, il marchio Mini non aveva nessuna di queste caratteristiche, così BMW vide questo come un'opportunità per creare un'altra vettura compatta, di livello premium ma a un prezzo ragionevole. Incominciarono così a prendere forma i progetti della futura gamma BMW Serie 1 e di una nuova gamma a marchio Mini.[1]

In questo periodo anche Rover stava lavorando autonomamente all'erede della storica Mini. La prima proposta fu la ACV30, presentata durante il Rally di Monte Carlo 1997; il nome della concept era la sigla di Anniversary Concept Vehicle, mentre il 30 stava a rappresentare i trent'anni dalla prima vittoria Mini al rally monegasco. La vettura era una coupé due posti alimentata da un motore posteriore Morris Garages.[1]

La concept Mini ACV30 del 1997

Pochi mesi più tardi, Rover svelò un altro studio sulla nuova Mini: stavolta si trattava di due concept diverse, chiamate Spiritual e Spiritual Too, rispettivamente a due e a quattro porte. I veicoli rappresentavano stavolta un tentativo più realistico di creare una moderna Mini, e hanno coinciso con la creazione ufficiale da parte di BMW del "progetto Mini". Tuttavia queste due vetture rimasero entrambe allo stadio di concept.[1]

Il modello definitivo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1998 BMW incominciò a dare indicazioni precise circa la creazione della nuova Mini. Il primo aspetto preso in esame riguardò il design, che venne scelto tra quindici proposte di stile diverse: cinque di esse venivano dal Centro Stile BMW in Germania, altre cinque dal BMW Designworks in California, quattro da Rover e una da uno studio esterno in Italia. Il progetto prescelto venne da BMW Designworks e portava la firma di Frank Stephenson: il suo progetto, che posizionava la nuova Mini tra le city car, lasciava libero il segmento superiore alle nuove Serie 1, e si inseriva quindi perfettamente nei precedenti piani della casa per le vetture compatte.[1]

Pochi mesi dopo, a prendere in mano le redini della situazione, viene chiamato Gert Volker Hildebrand, già designer di Volkswagen e Mitsubishi. Si dichiara entusiasta di quanto fatto fino quel momento da Stephenson: «Stephenson ha fatto un lavoro superbo. La nuova vettura fonde i tre archetipi del corpo umano: un solido corpo maschile, sensuali curve femminili e persino alcuni elementi arrotondanti tipicamente infantili». Ai primi due spetta l'attirare il pubblico maschile, al terzo di conquistare quello femminile. Dopo il lancio della nuova Mini, Stephenson ha commentato: «Volevamo che la prima impressione sulla macchina fosse: "non può essere che una Mini"».[1]

Originale è anche l'interno della nuova Mini, sebbene la strumentazione e i comandi siano ispirati al vecchio abitacolo. Fa discutere la distribuzione e lo sfruttamento degli spazi interni poiché la nuova Mini, pur presentata come una 4 posti è una 2+2. Poche le soluzioni studiate per migliorarne il comfort del passeggero che paradossalmente è il vero punto d'incontro con la progenitrice Mini, nonostante una maggior lunghezza e ingombro.

Moderna è la razionalità diffusa a ogni livello, tesa a evolvere la Mini degli anni sessanta, ma anche a renderla più esclusiva, d'élite. Il peso della vettura impone l'utilizzo di motori di alta cilindrata abbastanza "assetati" rispetto alla vecchia generazione ed è per questo che la casa madre ha adottato per la prima volta anche dei motori turbodiesel. La geometria delle sospensioni è configurata secondo la struttura a ruote indipendenti MacPherson all'avantreno e uno schema a bracci multipli (triple-link) al retrotreno.

Prima serie (R50, R52, R53, 2001-2007)[modifica | modifica wikitesto]

Prima serie
Descrizione generale
Anni di produzione dal 2001 al 2007
Euro NCAP (2002[2]) 4 stelle
Dimensioni e pesi
Lunghezza 3630 mm
Larghezza 1690 mm
Altezza 1420 mm
Passo 2470 mm
Massa da 1050 a 1240 kg
Altro
Stile Frank Stephenson

Il motore era un 1.6 Pentagon Chrysler-Rover costruito in Brasile dalla Tritec, dotato di iniezione elettronica e sedici valvole comandate da un unico albero a camme, in versione aspirata e sovralimentata da un compressore volumetrico. Le potenze erano di 90 cavalli (One), 115 cavalli (Cooper) e 163 cavalli per la sportiva Cooper S, arrivata solo l'anno successivo. Il prezzo di partenza della Mini era di 14.551 euro per la One base e 16.051 euro per la One de luxe con climatizzatore, radio, plancia silver lucido e fendinebbia di serie. La vettura fu disegnata dalla matita di Frank Stephenson.[3]

Nel 2003 la gamma si arricchì della Mini One D, mossa da un 4 cilindri common rail di origine Toyota di 1,4 litri da 75 cavalli. Nel 2004 arrivò anche la Mini Cabrio con tetto apribile in tela, nelle versioni One De Luxe, Cooper e Cooper S, con gli stessi motori (escluso il 1.4 Diesel) e le stesse potenze della versione berlina. L'anno successivo arrivarono le elaborazioni John Cooper Works, che permisero di alzare la potenza dei motori della Cooper e della Cooper S (quest'ultima fino a 200 cavalli). Questo kit prevedeva una nuova testata che fa aumentare il rapporto di compressione, nuovi iniettori maggiorati, la riprogrammazione della gestione elettronica del motore, uno speciale filtro dell'aria, e la sostituzione dell'impianto di scarico normale con uno inox.

Restyling[modifica | modifica wikitesto]

Restyling

Tra la fine del 2004 e inizi 2005 ci fu un leggero restyling delle vetture, dove cambiarono il disegno dei fari e dei paraurti anteriori e posteriori, gli interni erano stati migliorati e alla lista degli optional si aggiunsero un nuovo volante tre razze, e il cockpit chrono pack, che sostituisce il tachimetro con indicatori di pressione, temperatura olio e motore; esclusivi per la Cooper S erano invece i pannelli della plancia in tinta carrozzeria.

I motori erano rimasti gli stessi, ma con alcuni aggiornamenti, infatti nella MINI Cooper S la potenza aumentò di 7 CV grazie a interventi al compressore volumetrico, sul sistema di scarico e al cambio dai rapporti più corti, che resero la Mini molto più scattante di prima, strappando un buon 7,2 secondi nello 0-100 km/h con una velocità max di 222 km/h, il kit JCW portò dai 200 CV della pre-restyling a 211 CV con uno 0-100 km/h degno di nota di 6,5 secondi e 230 km/h. La Cooper rimase a 115 cavalli, ma adesso montava un cambio Getrag e non più Midland per risolvere la fragilità riscontrata nel secondo. La OneD, infine, subì il restyling degli interni e il motore fu portato dai 75 della versione pre-restyling agli 88 CV (65 kW) attuali. Ricevette anche i nuovi fari anteriori e posteriori, ma non i nuovi paraurti.

Nel 2006 venne prodotta, negli stabilimenti delle carrozzerie Bertone di Grugliasco (TO), la Mini GP in serie limitata a 2000 esemplari, il vero nome era Mini Cooper S John Cooper Works GP kit, con 218 CV. Questa serie speciale potenziata e alleggerita (2 soli posti) con alettone in Carbonio e cerchi in magnesio da 18" era in grado di raggiungere velocità oltre 240 km/h con 0-100 km/h in meno di 6,3 secondi. Tutti gli esemplari sono numerati sul tetto e nella targhetta interna, realizzati in colore speciale Thunder Blue con tetto Argento, fu la prima ad adottare gli specchietti rossi come sinonimo di sportività.

Seconda serie (R55, R56, R57, 2007-2013)[modifica | modifica wikitesto]

Seconda serie
Mini Cooper (R56), 2008
Mini Cooper (R56), 2008
Descrizione generale
Anni di produzione dal 2007 al 2013
Euro NCAP (2007[4]) 5 stelle
Dimensioni e pesi
Lunghezza 3698 mm
Larghezza 1684 mm
Altezza 1407 mm
Passo 2467 mm
Massa da 1150 a 1210 kg
Altro
Stile Giorgetto Giugiaro
per Italdesign Giugiaro
Stessa famiglia Mini Countryman (2010)
Auto simili Fiat 500 (2007)
Mini Cooper (R56), 2008 (Vista posteriore)
Mini Cooper (R56), 2008 (Vista posteriore)

Nell'ottobre 2006 BMW rilancia la Mini sul mercato. La nuova generazione si basa su una nuova piattaforma che ne aumenta la lunghezza di 60 millimetri, cambiamento motivato dalle nuove normative europee nei crash test pedonali.[5] lo stile non è molto diverso da quello precedente, limitandosi a piccoli cambiamenti all'esterno e all'interno; gli interni vengono ridisegnati esteticamente ma non ampliati per spazio.

Al fine di contenere i costi di produzione, viene adottato un nuovo motore sviluppato da BMW in collaborazione con PSA Peugeot Citroën.[6]: un 1.600 cm³ quattro cilindri a iniezione diretta, in versione aspirata e turbo. Le potenze sono di 120 cavalli (Cooper) e 175 cavalli (Cooper S).

Per la versione One, è stato introdotto un 1.400 cm³ da 95 cavalli, dotato del sofisticato Valvetronic. La Cooper D, novità di questa nuova serie, è dotata di un motore 1.6 cm³ (1.560 cm³) DV6TED4 di origine PSA-Ford da 109 cavalli. Viene finalmente risolto il problema legato al rapporto peso/motore che si rifletteva, principalmente, su i consumi ora più moderati. Ancora invariate le versioni cabrio.

Non è difficile captare le differenze, per quanto minime, tra la prima serie e la seconda. La differenza principale sta nell'anteriore: la calandra è in stile "single frame", e si prolunga anche sul paraurti (la prima serie invece, sul paraurti, aveva solo una finta calandra ). La panca posteriore con una seduta più profonda migliora, se pur di poco, l'abitabilità. Inoltre i fari anteriori, che sulla prima serie facevano parte del cofano motore mostrandosi come un tratto distintivo, adesso sono parte della vettura. Il cambio automatico, ora disponibile su tutti i modelli a benzina, non è più di tipo CVT, come quello precedentemente montato sulle prime MINI, ma si tratta di un vero e proprio cambio automatico con ingranaggi epicicloidali e convertitore di coppia. I modelli con tale accessorio variano nel peso (maggiore) e nelle prestazioni (consumi, velocità max, accelerazione), sensibilmente sfavorevoli rispetto al cambio manuale di serie. Questa serie fu sviluppata e disegnata in collaborazione con la Italdesign di Giorgetto Giugiaro.[7]

Motorizzazioni[modifica | modifica wikitesto]

Modello Disponibilità Motore Cilindrata
(cm³)
Potenza Coppia Massima
(Nm)
Emissioni CO2
(g/km)
0–100 km/h
(secondi)
Velocità max
(km/h)
Consumo medio
(km/L)
1.4 One 75 dal 2007 Benzina 1397 55 kW (75 CV) 120 127 13,2 175 18,9
1.4 One 95 dal 2007 72 kW (95 CV) 140 127 10,9 185 17,5
1.6 One 55 kW dal 2010 1598 55 kW (75 CV) 140 127 13,2 175 18,5
1.6 One s 1598 73 kW (98 CV) 153 127 10,5 186 18,5
1.6 Cooper dal 2007 1598 90 kW (122 CV) 160 127 9,1 203 18,5
1.6 Cooper S dal 2006 1598 128 kW (175 CV) 240 136 7,0 228 17,2
1.6 John Cooper Works dal 2007 1598 155 kW (211 CV) 260 165 6,5 238 14,1
1.6 D One dal 2007 Diesel 1560 66 kW (90 CV) 215 99 11,4 184 26,3
1.6 D Cooper dal 2007 Diesel 1560 80 kW (109 CV) 240 104 9,9 195 25,6
1.6 D Cooper dal 2010 Diesel 1598 82 kW (112 CV) 270 99 9,7 197 26,3
2.0 D Cooper S dal 2007 Diesel 1995 105 kW (143 CV) 305 114 8,1 215 23,3

Restyling 2010[modifica | modifica wikitesto]

Mini Cooper post-restyling del 2010

Dall'estate 2010 tutti i motori Mini sono di fabbricazione BMW. Declinati in cilindrata e alimentazione in base al modello. Sono soggetti a un innalzamento prestazionale (coppia e potenza) con riduzione dei consumi e delle emissioni CO2. Esordiscono luci a LED per le luci di posizione posteriori, il tunnel centrale del cruscotto è tutto nero, privo di inserti argentei visti nei modelli precedenti. Questa rivisitazione meccanica e stilistica definisce le versioni "Model Year 2010". Il cambio automatico è disponibile con sovrapprezzo, inizialmente, solo per i modelli a benzina. Il modello Cooper S ora ha 9 CV in più toccando quota 184 CV. Migliora anche il consumo: 5,8 litri di benzina per 100 km nel ciclo misto in luogo dei precedenti 6,2 (rilevato nel ciclo di omologazione). Esteticamente la Cooper S presenta due prese d'aria alla base anteriore del motore oltre l'inalterata grande apertura rialzata centrale sul cofano.

Ma le novità più importanti del 2010 sono rappresentate dai nuovi motori Diesel che sostituiscono quelli finora forniti dal Gruppo PSA. I motori Diesel progettati in BMW sono due, entrambi di 1.598 cm³ di cilindrata e a 4 cilindri: il primo equipaggia la MINI One D da 90 CV, il secondo la MINI Cooper D da 112 CV. Questi due motori hanno la caratteristica particolare di avere lo stesso rapporto tra alesaggio e corsa dei propulsori da 2,0 litri utilizzati sulle vetture di Monaco. In più, i motori anteriori montati trasversalmente sono equipaggiati con una testata cilindri sviluppata appositamente e ottimizzata per l'utilizzo nella Mini.

Al salone dell'auto di Ginevra del 2011 è stata presentata una nuova motorizzazione Diesel: il modello Cooper SD con caratterizzazioni estetiche similari alla Cooper S benzina che vanta un motore turbodiesel da 2,0 litri e 143 CV (motore di origine BMW, derivato da quello montato sulle BMW 118d, 318d, 518d, X1 18d e X3 18d). Ora il cambio automatico-sequenziale è disponibile anche sulla gamma MINI Diesel benché la versione Cooper D Automatica (112 CV) sia equipaggiata con un propulsore da 2 litri di cilindrata in luogo dei 1.598 cm³ della corrispondente versione manuale.

Terza serie (F55, F56, F57, dal 2014)[modifica | modifica wikitesto]

Terza serie
Descrizione generale
Anni di produzione dal 2014
Euro NCAP (2014[8]) 4 stelle
Dimensioni e pesi
Lunghezza 3821 mm
3982 (5 porte) mm
Larghezza 1727 mm
Altezza da 1414 a 1425 mm
Passo da 2495 a 2567 mm
Massa da 1160 a 1325 kg
Altro
Stessa famiglia BMW X1 F48, BMW Serie 2 Active Tourer
Auto simili Audi A1, Alfa Romeo MiTo, Citroën DS3, Lancia Ypsilon (2011)
Mini Cooper S 5 porte

La terza generazione della Mini, denominata F56, è stata presentata dalla BMW nel novembre 2013, con vendite a partire dalla prima metà del 2014. La nuova vettura è 98 millimetri più lunga, 44 millimetri più larga, e 7 mm più alta rispetto al modello precedente, con passo di 28 mm più lungo e un aumento della carreggiata di 42 millimetri all'anteriore e di 34 mm al posteriore. L'aumento delle dimensioni si traduce in un interno più grande e in un aumento del volume del bagagliaio fino a 211 litri. La MINI ha anche lanciato una versione completamente nuova, una MINI a 5 porte, denominata F55. È commercializzata come una versione a 5 porte della nuova generazione, ma in realtà è più strettamente legata alla Clubman, in quanto ne condivide allungamento della piattaforma chiamata UKL1. La serie F è stata oggetto negli anni di tre restyling estetici e di dotazioni, ultimo e più consistente nel 2021 (LCI2).

Design e interni[modifica | modifica wikitesto]

La forma della carrozzeria è leggermente più arrotondata rispetto alla generazione che sostituisce, al fine di migliorare l'efficienza aerodinamica della vettura e per migliorare la protezione dei pedoni in caso di incidente. Ha un cofano molto più lungo e più alto. Questo ultimo modello è basato sulla nuova piattaforma UKL di BMW che è alla base anche della nuova BMW Serie 2 Active Tourer.

Interni con guida a destra di una MINI terza generazione

Le luci diurne cambiano: fino al 2018 con una U rovesciata al led bianco poi sostituite da un anello che integra anche le frecce. Le luci anabbaglianti prevedono come optional iniziale luci al Led, poi Matrix nelle versioni post 2018. Anche la griglia anteriore e i fanali posteriori aumentano di dimensioni.

Malgrado le sue dimensioni esterne più grandi, la nuova Mini offre più spazio solo in larghezza per i suoi quattro occupanti e nel bagagliaio. La volumetria di carico è stata aumentata di oltre il 30% arrivando a 211 litri.

La F56 è la prima serie con tre restyling nel tempo. Oltre la prima serie, un refresh estetico nel 2018 (LCI) ed un successivo - inedito nella produzione serie MINI di un LCI2 nel 2021.

Il cruscotto mantiene la sua classica disposizione degli strumenti, ma aggiunge un nuovo quadro strumenti sul piantone dello sterzo per il tachimetro, contagiri e indicatore del carburante. Dal 2020 è offerto un tachimetro digitale. Lo schermo nella plancia, che prima ospitava il tachimetro centrale, è stato sostituito con un nuovo sistema multimediale (optional) di due dimensioni, quello più ampio per le funzioni di navigazione. Con il modello MY2021 (LCI2) il sistema multimediale è di serie con varie funzionalità, alcune sempre opzionali.

Motori e versioni[modifica | modifica wikitesto]

Mini John Cooper Works 3 porte

I motori inizialmente offerti per questa serie Mini sono a benzina e Diesel. Le motorizzazioni a benzina comprendono 1.2 litri tre cilindri benzina con 102 CV (Mini One), 1.5 litri a benzina a tre cilindri con 136 CV, (sigla BMW B38), un quattro cilindri 2.0 a benzina (sigla BMW B48) che produce 192 CV (178 CV dal 2021) per la Cooper S, 211 CV per la Cooper S con kit JCW Pro e 231 CV per la Mini John Cooper Works; per le motorizzazioni a gasolio (fino al 2019) c'è un 1.5 litri Diesel a tre cilindri (sigla BMW B37) in due livelli di potenza da 95 CV (One D) e 116 CV (Cooper D), e un 2.0 litri turbodiesel 4 cilindri (sigla BMW B47) che produce 170 CV (Cooper SD). Questi motori sono abbinati a un cambio manuale a sei marce ed inizialmente ad un automatico con convertitore di coppia poi sostituito da un doppia frizione (DCT) a 7 rapporti, tuttora in dotazione su tutte le versioni escluso JCW (che conserva un cambio automatico steptronic a 8 marce). Per le versioni Cooper S e SD è optional il cambio automatico sportivo con paddle al volante. Dal 2019 le versioni con motori diesel non sono più commercializzate.

La versione elettrica, presentata nel 2019 e commercializzata dal 2020, è dotata di un motore elettrico da 184 CV e una batteria agli ioni di litio da 32,6 kWh.

Da aprile 2022, anche a causa della guerra in Ucraina che ha aggravato i già esistenti problemi di fornitura di componenti a livello globale, viene notevolmente semplificata la gamma, ora ridotta solamente agli allestimenti Cooper, Cooper S, John Cooper Works e Full Electric. Tali allestimenti sono equipaggiati rispettivamente dal 1.5 da 136 CV, dal 2.0 da 178 CV e 231 CV, oltre al motore elettrico sempre da 135 kW, e abbinati temporaneamente al solo cambio automatico[9]; questo fino a ottobre 2022, dove il manuale a 6 marce viene reintrodotto sulla Cooper.

Riepilogo versioni[modifica | modifica wikitesto]

Modello Disponibilità Motore Cilindrata
(cm³)
Potenza Coppia Massima
(Nm)
0–100 km/h
(secondi)
Velocità max
(km/h)
Consumo medio
(L/100km)
1.2 One 55 kW dal 2014 al 2018 Benzina 1198 55 kW (75 CV) 150 12,8 175 6,5
1.5 One 55 kW dal 2018 1499 55 kW (75 CV) 160 13,4 172 5,4
1.2 One dal 2014 al 2018 1198 72 kW (102 CV) 180 9,9 195 5,8
1.5 One dal 2018 1499 72 kW (102 CV) 190 10,1–10,3 193–195 4,9–5,5
1.5 Cooper dal 2014 1499 100 kW (136 CV) 220 7,7-8,2 215 5,7
2.0 Cooper S dal 2014 al 2020 1998 135 kW (192 CV) 280 6,8 235 7,6
2.0 Cooper S dal 2020 131 kW (178 CV) 280 6,6-6,7 235 6,1–6,4
2.0 Cooper S (kit JCW Pro) dal 2014 155 kW (211 CV) 300 6,6 240 7,6
2.0 John Cooper Works dal 2015 170 kW (231 CV) 320 6,3 246 8,3
1.5 One D dal 2014 al 2019 Diesel 1496 66 kW (95 CV) 220 11 190 3,9
1.5 Cooper D 82 kW (116 CV) 280 9,2 205 4,3
2.0 Cooper SD (F55, F56) 1995 125 kW (170 CV) 360 7,3 227 4,9
Cooper SE dal 2020 Elettrico - 135 kW (184 CV) 270 7,3 150 -

Dal 2020 tutte le versioni Diesel sono uscite di produzione.

Versioni derivate[modifica | modifica wikitesto]

Mini Clubman[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Mini Clubman (2007).
Retro di una Mini Cooper Clubman

Della seconda serie della Mini è in vendita anche una versione station wagon, la Mini Clubman. Questa, rispetto alla versione berlina, è lunga 395 cm (25 cm in più), larga 168 (come la berlina) e alta 143 cm (2 cm in più). Monta i motori a benzina 1.6 con 120 CV per la MINI Cooper Clubman e 175 CV per la MINI Cooper S Clubman. È disponibile anche un motore Diesel 1.6 con 109 CV, per la MINI Cooper D Clubman. L'auto presenta alcune particolarità che la differenziano dalla berlina: il posteriore diverso, con il portellone diviso in due ante, e una piccola porta per accedere più facilmente ai posti posteriori (presente solo sul lato destro). Anche il bagagliaio è più capiente. Gli interni sono gli stessi della versione berlina.

Mini Countryman[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Mini Countryman (2010).

La Mini Countryman R60 è il modello SUV del marchio Mini, in commercio dal 2010. La Countryman si ispira alla classica Mini, ma non ne riprende nulla. Ha 5 porte, maggior spazio interno, un baule capiente e trazione sia anteriore sia integrale, nelle versioni denominate ALL4.

Le motorizzazioni sono tutte di fabbricazione BMW, declinate in varie potenze e alimentazione, condivise con i modelli della Mini berlina. Per offrire maggior briosità in un modello in cui i motori derivati dalla MINI berlina sarebbero un po' pigri e assetati, dalla primavera 2011 è disponibile il nuovo motore Diesel 2.0 litri da 143 CV per il modello Countryman Cooper SD, la stessa motorizzazione vista sulla BMW Serie 1 118d.

Versione potenziate di questo modello, la John Cooper Works WRC e la All4 Racing, prendono parte rispettivamente al Campionato del mondo rally e ai Rally raid.

Nell'ottobre 2016 è stata presentata la Mini Countryman F60, che è la seconda generazione del SUV del marchio Mini, in commercio dal 2017.

Mini Paceman[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Mini Paceman.

La Mini Paceman, versione a 3 porte della Countryman e contraddistinta dalla sigla R61, è stata prodotta dal 2012 al 2016. La carrozzeria è configurata come un SUV coupé. Avendo disatteso le aspettative di vendita della casa inglese, non vi sono state prodotte eredi.

Mini Coupé e Roadster[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Mini Coupé.

La Mini Coupé e Roadster sono due varianti derivate dalla Mini a due volumi, aventi solo 2 posti e tetto ribassato rispetto alle altre versioni (rigido per la coupé e in tela per la roadster). La carrozzeria segue una configurazione più sportiva con un accenno di terzo volume posteriore, rendendola quasi una due volumi e mezzo. Sono state prodotte dal 2011 al 2015 e non hanno avuto eredi.

Modelli speciali[modifica | modifica wikitesto]

Mini Cooper S John Cooper Works GP Kit
  • Mini Cooper S John Cooper Works (Mini JCW).
  • Mini Cooper S John Cooper Works GP Kit (Mini GP).
    È la versione potenziata della Cooper S JCW (R53) realizzata in soli 2000 esemplari di cui circa 200 per il mercato italiano. A differenza del modello dal quale deriva, questa serie speciale vanta ben 218 cavalli, risultando nel 2006 la Mini più potente mai prodotta di serie fino a quel momento. Il motore 4 cilindri 1.598cc dotato di compressore volumetrico è in grado di spingere la MINI GP da 0-100 km/h in meno di 6,5 secondi per una velocità massima di oltre 240 km/h. La progettazione e l'assemblaggio di questa serie limitata è avvenuta a Grugliasco (TO) presso la carrozzeria Bertone, che ne ha anche curato il sofisticato design, regalandoci così il suo ultimo lavoro prima della cessazione delle attività. Esteticamente è molto facile riconoscere una MINI GP, sono infatti tutte uguali tra loro. Sono verniciate in colore specifico "Thunder Blue Metallizzato" con tetto a contrasto "Silver Metallizzato", dotate di scritta GP all'interno della presa d'aria anteriore, con logo sul baule e con apposito numero dell'esemplare (da GP 0001 a GP 2000) riportato nell'adesivo sul tetto a sinistra e sul cruscotto nella targhetta a destra. Specifici paraurti anteriori e posteriori, così come sono specifici i sottoporta e l'alettone posteriore in fibra di carbonio, per un'aerodinamica sofisticata unita al fondo carenato, donano una portanza elevata alle velocità elevate, garantendo in curva un maggior carico aerodinamico. L'estetica si completa con cerchi da 18 pollici realizzati in lega di magnesio alleggeriti, dotati di 4 razze doppie e disegnati appositamente per il modello. La vettura internamente è riconoscibile principalmente dall'assenza della panchetta posteriore eliminata per risparmiare peso e per far spazio alla barra che collega rigidamente le sospensioni, dai sedili Recaro sportivi in pelle grigia con cuciture rosse e dal contachilometri con fondo scala 250 km/h e linea rossa a 260 km/h. Questa auto è dotata di 160 kW ed è l'unica MINI omologata 2 posti, ha subito numerosi interventi mirati a ridurre il peso, le sospensioni posteriori con bracci in lega d'alluminio il che consente un risparmio di 50 kg rispetto alle sospensioni tradizionali adottate sulle altre MINI. Complessivamente la Mini GP aveva un peso in ordine di marcia di 1195 kg con 75 kg di carico e con serbatoio al 90% di carburante, con un peso a secco (senza i liquidi) inferiore ai 1000 kg e con un peso vettura netto di poco superiore. Tutto ciò rese la GP la Mini più performante sul mercato. Il tempo record per una Mini di produzione realizzato al Nürburgring Nordschleife è stato di 8 minuti e 41 secondi. Nel 2006, quando venne presentata, fu la prima vettura dotata di specchietti retrovisori in colore contrastante rosso, per sottolineare la sportività; questo particolare fu ripreso in seguito da numerose altre auto o versioni sportive anche di altri costruttori. Gli esemplari destinati al mercato nordamericano avevano sedili di tipo standard non avvolgenti, ciò fu dettato da scelte tecniche per favorire l'abitabilità e l'accessibilità della vettura su quei mercati e avevano il conta miglia con fondo scala 150 mi/h.
    Nel 2012 è stata presentata la nuova edizione della Mini GP, denominata Mini GP 2. Dotata di 218 cavalli ora con motore turbo compresso, sempre prodotta in 2000 esemplari numerati, tutti identici tra loro. è stata presentata ufficialmente al salone dell'automobile di Parigi. Questa seconda versione riprende alcuni stilemi della Mini GP (2006), ma non è stata realizzata da un atelier di design. La colorazione Grigio pastello vagamente riprende quella della Mini GP 2006, anche se gli inserti in colore rosso non si limitano solamente agli specchietti, ma si presentano sia sulla presa d'aria anteriore che alle prese d'aria poste sul paraurti. L'utilizzo del colore rosso è stato scelto per esaltare visivamente la sportività del modello. Un adesivo specifico è collocato anche sulla fiancata. La vettura risulta esteticamente meno innovativa, più appesantita e meno raffinata rispetto alla versione precedente. L'aerodinamica rispecchia le altre Mini di produzione, ripresenta alcuni tratti caratteristici della precedente Mini GP come l'ala posteriore in fibra di carbonio e i cerchi in lega a 4 razze unite (ora da 17 pollici), con disegno simile alla serie precedente. Le prestazioni e il comportamento dinamico la pongono come nuovo punto di riferimento per una Mini: il tempo realizzato al Nordschleife è stato di 8 minuti e 23 secondi, di 18 secondi in meno della prima serie. Giova ricordare che solo dopo il 2010 i costruttori di auto sportive hanno incominciato a considerare commercialmente importanti i tempi in pista al Nürburgring Nordschleife, motivo per cui i tempi dopo quella data vengono ottenuti con la scelta dei piloti più esperti del circuito, l'utilizzo di gomme speciali (semi slick) e con l'utilizzo di speciali carburanti.
  • Mini JCW World Championship 50 Edition.
    Connaught Green con strisce bianche sul cofano e tetto, questa serie molto limitata del 2009 (500 copie in tutto il mondo, di cui 100 in Gran Bretagna e 50 negli Stati Uniti), è dotata del kit carrozzeria JCW, ruote da 18 pollici laccate nere e ha due fari supplementari nella griglia anteriore. Un'altra caratteristica speciale è che utilizza molti componenti in carbonio sia all'interno che all'esterno. Il suo rivestimento in pelle è in pelle di carbonio con bordino rosso, rosso che si trova sulle applicazioni del cruscotto, e un volante rivestito in alcantara. Creato come tributo al titolo del Campionato Mondiale Costruttori della squadra Cooper, viene venduto per 40.000 euro.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (EN) Brian Laban, The Mini: the making of a modern icon, London, Collins, 2003, ISBN 0-00-715275-2.
  2. ^ (EN) Test EuroNCAP del 2002, su euroncap.com, EuroNCAP. URL consultato il 14 marzo 2016.
  3. ^ (EN) 7 Questions with Frank Stephenson, the Designer of the Modern Mini, McLaren P1, Ferrari F430, and More - Interview. URL consultato il 14 marzo 2017.
  4. ^ (EN) Test EuroNCAP del 2007, su euroncap.com, EuroNCAP. URL consultato il 14 marzo 2016.
  5. ^ (EN) 2007 MINI Length Finally Revealed, in motoringfile.com, 26 luglio 2006.
  6. ^ (EN) Henry Catchpole, Cooper is reborn with more of everything. Well, almost..., in evo.co.uk, dicembre 2006. URL consultato il 27 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2011).
  7. ^ Italdesign, Italdesign - Mini, su italdesign.it. URL consultato l'8 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2016).
  8. ^ (EN) Test EuroNCAP del 2014, su euroncap.com, EuroNCAP. URL consultato l'8 settembre 2016.
  9. ^ HDmotori.it, MINI, stop alla produzione dei modelli con cambio manuale per i problemi di fornitura, su HDmotori.it, 2 maggio 2022. URL consultato il 5 dicembre 2022.

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