Mike Mazurki

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Mike Mazurki nel film Dick Tracy (1945)

Mike Mazurki, pseudonimo di Mikhail Mazurkevych (Ternopil', 25 dicembre 1907Glendale, 9 dicembre 1990), è stato un attore e wrestler statunitense di origine ucraina.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Mikhail Mazurkevych nacque a Ternopil', all'epoca in territorio austro-ungarico, oggi in Ucraina. La sua famiglia emigrò negli Stati Uniti quando lui aveva sei anni e si stabilì a Cohoes, nei pressi di Albany (New York)[1]. Dopo gli studi superiori presso il La Salle Institute di Troy (New York), si laureò al Manhattan College e diventò atleta professionista, eccellendo nel football e nella pallacanestro, ma mettendosi in particolare luce nella dura disciplina del wrestling[1].

Mentre si trovava a gareggiare a Los Angeles, nel 1941 Mazurki fu notato dal regista Josef von Sternberg, che gli affidò un ruolo minore di lottatore cinese nel film I misteri di Shanghai (1941)[1]. Fu l'inizio di una lunga e prolifica carriera cinematografica (che conta circa 125 film all'attivo) e, più avanti, sul piccolo schermo[1]. Dopo una serie di brevi ruoli non accreditati, nel 1944 l'attore diede forse la sua interpretazione più memorabile nel noir L'ombra del passato (1944), tratto dal romanzo Addio, mia amata di Raymond Chandler, e interpretato da Dick Powell nel ruolo del detective Philip Marlowe. Nella parte del gigantesco Moose Malloy, l'ex detenuto lento di comprendonio, Mazurki appare già nelle sequenze di apertura del film, quando Marlowe narra in flashback alla polizia le circostanze che l'hanno condotto a risolvere un intrigante mistero e a rimanere temporaneamente accecato in una sparatoria. Il personaggio di Malloy, appena uscito di prigione, assolda Marlowe affinché questi ritrovi la sua fidanzata, di cui Malloy non ha notizie da tempo. La scena in cui l'imponente e minacciosa silhouette di Malloy, una delle figure-chiave della pellicola, si staglia contro la porta a vetri dell'ufficio di Marlowe, in un sapiente gioco di inquadrature notturne ricche di ombre sinistre e di luci al neon intermittenti, rimane una delle scene più indimenticabili e caratteristiche della cinematografia noir[2][3].

Durante gli anni quaranta Mazurki fu una presenza costante sul grande schermo, interpretando innumerevoli parti di criminale e di "duro". Nel 1945 impersonò Alexis Banning, il killer psicopatico detto Splitface (lo "sfregiato") nel film Dick Tracy (1945), in cui la sua maschera dai lineamenti incisivi venne resa più inquietante nel make-up da una profonda cicatrice attraverso il volto. Nella seconda metà degli anni quaranta lavorò come caratterista in pellicole come Gli invincibili (1947) e Sansone e Dalila (1949) di Cecil B. DeMille, e polizieschi come Le vie della città (1948) e La città nera (1950). All'apice della carriera, nel 1950 ebbe l'occasione di interpretare la parte di un wrestler chiamato "The Strangler" nel noir I trafficanti della notte (1950) di Jules Dassin, in cui portò la propria esperienza sportiva in qualità di consulente tecnico nelle scene di lotta che interpretò per esigenze di trama. Il suo match con l'ex wrestler Stanislaus Sbyszko (nel ruolo di Gregorius) è considerata una delle scene di wrestling più verosimili e meglio realizzate nella storia del cinema[4].

Dall'inizio degli anni cinquanta iniziò a lavorare per il piccolo schermo in numerose serie come Frida (1956), nei panni del wrestler Hercules Throckmorton, che affronta il protagonista Rob McLaughlin (Gene Evans). Il cinema lo vide ancora comunque in ruoli di comprimario in film come Il giro del mondo in 80 giorni (1956), dove apparve in un breve ruolo di ubriaco nelle sequenze ambientate a Hong Kong, e A qualcuno piace caldo (1959), nei panni di uno dei componenti della banda del gangster "Ghette" (George Raft), dimostrando di essere a suo agio nella commedia, tanto da comparire anche nei successivi Angeli con la pistola (1961), nel ruolo di Big Mike, e I 4 del Texas (1964), nelle vesti di una delle guardie del corpo di Zack Thomas (Frank Sinatra).

Mazurki continuò a recitare durante tutti gli anni sessanta, partecipando a serie come Gli intoccabili (1959-1962), Perry Mason (1963-1964), Batman (1967), Bonanza (1968-1969). Continuò inoltre a dedicarsi al wrestling: nel 1965, infatti, fu cofondatore e primo presidente del Cauliflower Alley Club, un'associazione di wrestler professionisti il cui logo è formato dall'immagine dell'orecchio "a cavolfiore" di Mazurki. L'attore morì nel 1990, a 82 anni, dopo aver partecipato con un cameo alla versione di Dick Tracy (1990) diretta e interpretata da Warren Beatty. Nel 2005 gli venne assegnato postumo il New York State Award da parte della Professional Wrestling Hall of Fame, per il suo contributo a questa disciplina sportiva e per il ruolo ricoperto nell'associazione Cauliflower Alley Club.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Mike Mazurki ebbe due figli dal primo matrimonio (1943-1950) con l'attrice Jeanette Briggs. Dal 1968 fino alla morte fu sposato in seconde nozze con Sylvia Weinblatt.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano dei suoi film, Mike Mazurki è stato doppiato da:

  • Cesare Polacco in Gli invincibili, Le vie della città, La corda di sabbia, Il vagabondo della città morta, I filibustieri dei mari del sud
  • Emilio Cigoli in L'ombra del passato, Dakota
  • Luigi Pavese in Oceano rosso, A qualcuno piace caldo
  • Nino Pavese in La città nera

È errata l'indicazione secondo cui Mike Mazurki sarebbe doppiato da Cesare Polacco anche in Nel mar dei Caraibi: in realtà in quel film Polacco doppia Brandon Hurst.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Arthur F. McClure, Alfred E. Twomey e Ken Jones, More Character People, The Citadel Press, 1984, pag. 120
  2. ^ Il cinema, grande storia illustrata, De Agostini, 1981, Vol. III, pag. 106-107
  3. ^ Bruce Crowther, Film noir: reflections in a dark mirror, Columbus Books Limited, 1988, pag. 32
  4. ^ Bruce Crowther, Film noir: reflections in a dark mirror, Columbus Books Limited, 1988, pag. 153

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