Michele Rago

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Michele Rago

Michele Rago (Chicago, 7 luglio 1913Roma, 14 luglio 2008) è stato un giornalista, francesista e traduttore italiano. Adottò a volte gli pseudonimi Massimo Rago, Massimo Riva o Massimo Rovi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era l'ultumo dei quattro figli di Giuseppe e di Alfonsa ("Elvira") Chieca, originari della provincia di Foggia ma emigrati negli Stati Uniti. A pochi mesi, con la madre e i fratelli, tornò in Puglia, dapprima a Foggia, accolto dalla famiglia materna, poi a Bari. La nonna materna fu una figura fondamentale per la sua formazione.

Dopo le elementari, dovendo lavorare per aiutare la madre e i fratelli, continuò a studiare per proprio conto, nelle ore libere dal lavoro e di notte, “aiutato da un bravo prete e dalla scoperta della biblioteca pubblica di Bari”[1].

Diplomatosi come privatista al liceo classico, nel 1933 si iscrisse all’università La Sapienza di Roma. Qui incontrò Pietro Ingrao, Mario Alicata e Lucio Lombardo Radice, avvicinandosi al comunismo. Si laureò in Lettere nel 1941. Nel 1942 vinse un concorso come bibliotecario, e fu assegnato alla biblioteca di Brera a Milano[1]. In questo periodo aderì alla Resistenza.

Nel 1943, persa la casa in seguito a un bombardamento, era di nuovo a Roma dove la nascita della Repubblica di Salò lo bloccò fino al 1945. Nel novembre del 1943 sposò Liana De Rossi, dalla quale ebbe due figlie. A Roma iniziò il lavoro di giornalista all’ANSA, probabilmente per incarico del partito comunista[1]. Poco prima della liberazione di Roma pubblicò una guida della città, in previsione dell’arrivo degli alleati. Immediatamente dopo il 4 giugno del 1944 prese servizio alla Biblioteca Alessandrina.

Dopo il 25 aprile 1945 tornò a Milano, dove dapprima fondò e diresse un foglio «indipendente» legato al PCI, Milano Sera, che ebbe notevole successo, e poi lavorò come redattore de l'Unità. In quel tempo collaborò con Il Politecnico[2] di Elio Vittorini, col quale fu in grande amicizia, come anche con Vittorio Sereni, Franco Fortini, Alfonso Gatto[3], Italo Calvino[4].

Richiamato a Roma nel 1948, in previsione delle difficili elezioni di quell’anno, diresse un altro quotidiano «indipendente», di breve durata, La Repubblica d’Italia[1][5]. Riprese poi a scrivere per la terza pagina de l’Unità e collaborò anche a lungo con quella di Paese Sera. Dal 1950, con il Centro del libro popolare (un organismo che organizzava le biblioteche di cui dotare le federazioni del partito)[6], si occupò per conto del PCI, della diffusione della lettura.

Nel 1951 pubblicò con Bompiani Romanzi Francesi dei secoli XVII e XVIII[7], una delle prime, importanti aperture alla conoscenza della letteratura straniera dopo il fascismo.

Nel 1953 divenne corrispondente de l’Unità a Parigi, dove conobbe e si legò di amicizia con alcuni intellettuali, tra cui Sartre.

Guastatisi definitivamente i già tesi rapporti tra il PCI e il PCF, tornò in Italia nel 1956; dopo un breve soggiorno a Roma, separandosi dalla moglie, si trasferì a Milano. Qui riprese a frequentare i suoi vecchi amici: Vittorini, Sereni, Fortini, Calvino, Albe Steiner. Collaborò, tra l’altro, a Il Menabò.

Tornò nuovamente a Roma nel 1965 per dirigere Il Contemporaneo, divenuto supplemento della rivista Rinascita[8]. Nel 1968 conobbe Ninetta Zandegiacomi, alla quale si unì e che successivamente sposò, dopo aver ottenuto il divorzio dalla prima moglie.

Dal 1968 fu insegnante di lingua e letteratura francese all’Università[9], dapprima a Lecce, dove rappresentò un importante punto di riferimento per colleghi e studenti; poi a Siena e infine a Salerno.

Nel 1969 pubblicò un articolo sul primo numero della rivista il manifesto (“La sfinge e la piazza”)[10].

Nel 1972 una sua recensione de Il contesto di Sciascia fu duramente attaccata da Colajanni, Macaluso e Guttuso[11], senza che gli fosse consentita una replica; lasciò perciò sia l’Unità sia il partito[1]. Proseguì l’insegnamento di lingua e letteratura francese e la pubblicazione di saggi e traduzioni.

Nonostante la perdita quasi totale della vista, che gli impedì ulteriori contributi personali, fu fin quasi alla morte, uno dei giurati del “Premio Strega[12]. Debilitato nel corpo, ma non nella mente, rifiutò ogni accanimento terapeutico e morì il 14 luglio 2008. Le ceneri sono tumulate nel Cimitero monumentale del Verano.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • Manuale del giornalista, Roma, Edizioni di cultura sociale, 1952
  • I grandi narratori dell’Ottocento, Volume I, Roma, Corsi popolari di cultura a cura del Calendario del Popolo e del Centro Popolare del Libro, 1955 (con A. Seroni)
  • “La ragione dialettale”, in Il Menabò di letteratura,Torino, Einaudi, n. 1, 1959.
  • La battaglia culturale di Vittorini nella politica culturale della sinistra italiana,Torino, Einaudi, 1967.
  • Louis-Ferdinand Céline, Firenze, La Nuova Italia, novembre 1973.
  • "Vittorini toujours d'actualitè", in Quinzaine lettéraire, Parigi, SELIS, n. 220 (1-15 nov. 1975) (intervista a cura di N.Schifano).
  • Pagine di diario, Roma, stampato in proprio, 2009.
  • Pagine di diario (1951-1996), Roma, InSchibbboleth Edizioni, 2021

Curatele[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittorio Alfieri, Della tirannide, Torino, Einaudi, 1943 (sotto lo pseudonimo” Massimo Rago”).
  • Romanzi Francesi dei secoli XVII e XVIII, Milano, Bompiani, 1951, introduzione, cura e alcune traduzioni.
  • Prosper Mérimée, Carmen e altri racconti, Roma, Editori Riuniti, 1967, prefazione.
  • Denis Diderot, Jacques il fatalista e il suo padrone, Torino, Einaudi, 1979, traduzione, introduzione e cura.
  • Carla Martini, Bellepresenze, Padova, Marsilio, 1979; presentazione.
  • Nadar, Quando ero fotografo, Roma, Editori Riuniti, 1982; cura e introduzione.
  • Marcel Jean, Autobiografia del surrealismo, Roma, Editori Riuniti, 1983 (sotto lo pseudonimo “Massimo Rovi”).
  • Charles De Coster, La leggenda di Thyl Ulenspigel, Roma, Editori Riuniti, 1984; introduzione (“Commedia più tragedia uguale leggenda”).
  • Ferdinando Galiani, Socrate immaginario, Roma, Editori Riuniti, 198;cura e introduzione (“Storia comica di un’opera buffa”).
  • Gustave Flaubert, Dizionario delle idee comuni, Firenze, Sansoni, 1988, cura, traduzione e introduzione (“Le idee che si ricevono”).
  • Simone de Beauvoir, Bruciare Sade?, Roma, Lucarini, 1989, prefazione.

Traduzioni[modifica | modifica wikitesto]

In: Romanzi Francesi dei secoli XVII e XVIII, cit.:

  • Honoré d’Urfé, La bella sconosciuta.
  • Honoré d’Urfé, Sulle rive del Lignon.
  • Madeleine de Scudéry, La carta del tenero (sotto lo pseudonimo “Massimo Riva”).
  • Gédéon Tallemant des Réaux, Le storielle (con Arnaldo Frateili).
  • Roger Bussy-Rabutin, Storia della signora di Chatillon.
  • Antoine Hamilton, Le belle torinesi.
  • Antoine François Prévost d’Exiles, Manon Lescaut.
  • Denis Diderot, Non è immaginario questo racconto.
  • Jean-Jacques Rousseau, Le confessioni, Torino, Einaudi, 1955.
  • M. Del Castillo, Tanguy. Storia d'una infanzia d'oggi, Milano, Mondadori, 1958
  • Harry Bloom, Sommossa nel Transvaal, Roma, Editori Riuniti, 1959.
  • Romain Rolland, Diario degli anni di guerra 1914-1919, Firenze, Parenti, 1960, traduzione (con Giovanna Bonchio).
  • Cécil Saint-Laurent, Clotilde, Milano, Mondadori, 1960.
  • Lucien Goldmann, Scienze umane e filosofia, Milano, Feltrinelli, 1961.
  • Armand Lanoux , Il maggiore Watrin , Firenze, Parenti, 1961.
  • Lucien Goldmann, Scienze umane e filosofia, Milano, Feltrinelli, 1961.
  • Pierre Teilhard de Chardin, Lettere di viaggio, Milano, Feltrinelli, 1962 (con Vincenzo Dominici).
  • Gustave Flaubert, Dizionario delle idee comuni, Firenze, Sansoni, 1988.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Rossana Rossanda, Ricordo Michele Rago, in Il Manifesto, 1º ottobre 2008.
  2. ^ CIRCE/Catalogo Informatico Riviste Culturali Europee, scheda a cura di Francesca Rocchetti.
  3. ^ Sull'amicizia con Vittorini, Fortini e Gatto, v. Maria Teresa Regard, Autobiografia 1924-2000, Franco Angeli, Milano, p. 64.
  4. ^ Italo Calvino, Lettere 1940-1985, Mondadori, Milano,2000, passim.
  5. ^ Maria R. Calderoni, Sandro, una vita da compagno scomodo, su Rifondazione Comunista, 22 novembre 2017.
  6. ^ Stephen Gundle,I comunisti italiani tra Hollywood e Mosca, Feltrinelli, Milano, pp. 132-133.
  7. ^ Alberto Olivetti, Michele Rago, la libertà di amare, in Il Manifesto, 30 settembre 2016.
  8. ^ cfr. l'introduzione a "L'italiano, una lingua tra le lingue", in Italo Calvino, Una pietra sopra, Einaudi, Torino, 1980.
  9. ^ cfr. lettera "A MICHELE RAGO - ROMA" del 31 dicembre 68, in Italo Calvino, op. cit., pp. 1025-26
  10. ^ Rossana Rossanda e Luciana Castellina, Le radici di un'eresia comunista (PDF), in Il Manifesto, novembre 2009.
  11. ^ Emanuele Macaluso, Leonardo Sciascia e i comunisti, Feltrinelli, Milano, 2010, pp. 113 sgg.
  12. ^ ANNUARIO DEGLI AMICI DELLA DOMENICA 1947-2016.

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