Megachile parietina

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Ape muraiola
Femmina di Megachile parietina
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Hymenopteroidea
Ordine Hymenoptera
Sottordine Apocrita
Superfamiglia Apoidea
Famiglia Megachilidae
Sottofamiglia Megachilinae
Tribù Megachilini
Genere Megachile
Specie M. parietina
Nomenclatura binomiale
Megachile parietina
(Geoffroy, 1785)
Sinonimi

Apis parietina
Geoffroy
Apis muraria
Olivier
Anthophora muraria
(Olivier)
Chalicodoma muraria
(Olivier)
Chalicodoma parietina
(Geoffroy)
Megachile (Chalicodoma) parietina
(Geoffroy)
Megachile muraria
(Olivier)
Trachusa muraria
(Olivier)
Xylocopa muraria
(Olivier)

Megachile parietina (Geoffroy, 1785) è un imenottero apoideo appartenente alla famiglia Megachilidae[1], comunemente nota come ape muraiola.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Sono apoidei di medie dimensioni (lunghezza del corpo 14–18 mm) caratterizzati da un marcato dimorfismo sessuale: i maschi, leggermente più piccoli delle femmine, hanno una livrea di colore giallo-marrone e solo sulla parte posteriore del ventre hanno una densa peluria nera; le femmine sono invece uniformemente nere e posseggono una struttura di raccolta del polline formata da frange di peli , posta sotto l'addome (scopa addominale).

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Sono api comunitarie, ovvero api che, se se ne presenta l'occasione, costruiscono i propri nidi l'uno accanto all'altro. I nidi sono fatti di celle, ogni cella è ottenuta impastando terra e sabbia cementate con la saliva, ricavandone piccole sfere in seguito modellate. Le celle sono cilindriche e verticali, aperte alla sommità. Esse vengono riempite con miele e polline. All'interno di ogni celletta viene deposto un uovo, dopodiché la cella viene chiusa e l'adulto ne costruisce un'altra attaccata o poco distante. Entro giugno, le femmine sono morte dopo aver creato oltre una decina di celle a testa, eventualmente ricoprendole di un ulteriore strato di "cemento" termoisolante. Durante l'estate, l'uovo schiude, la larva che ne emerge si nutre della scorta di cibo e va incontro a metamorfosi fino alla fase pupale, che tuttavia rimane in stasi attendendo la fine dell'estate, la stagione fredda e poi di nuovo l'arrivo della primavera, periodo in cui la pupa completa la propria maturazione ed emerge.

I maschi, poco più piccoli e dalla colorazione marroncina e nera, emergono alcuni giorni prima. Con l'emersione delle femmine, più grosse e completamente nere, avvengono gli accoppiamenti. I maschi quindi muoiono, mentre le femmine fecondate possono decidere se costruire le proprie celle a ridosso dei resti del nido precedente, oppure trovare un nuovo sito (una staccionata metallica, una pietra, un muro o qualsiasi supporto simile sufficientemente esposto al sole). f.[2] Lo stesso nido può essere utilizzato per più generazioni.[3]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie ha un areale mediterraneo che comprende Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Italia, Albania e Algeria.
In Italia è comune in Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Toscana, Emilia, Lazio, Calabria, Sicilia e Sardegna.[3]

Ecologia[modifica | modifica wikitesto]

M. parietina è stata individuata come insetto impollinatore di due orchidee selvatiche della flora italiana: Ophrys bertolonii e Ophrys × flavicans.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Megachile parietina, in Hymenoptera Online (HOL), Ohio State University. URL consultato il 18 ottobre 2011.
  2. ^ Suzanne W.T. Batra, Le api solitarie, in Le Scienze (Scientific American) 1984; 188: 106-115.
  3. ^ a b Bonelli B., Campadelli G, Note biologiche su Chalicodoma parietina Geoffr. (Hymenoptera, Megachilidae) (PDF), in Boll. Ist. Ent. "G.Grandi" Bologna 1989-90; 44: 1-9.
  4. ^ Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009, pp.189-190, ISBN 978-88-8039-891-2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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