Maxomys panglima

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Ratto spinoso di Palawan
Immagine di Maxomys panglima mancante
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Euarchontoglires
Ordine Rodentia
Sottordine Myomorpha
Superfamiglia Muroidea
Famiglia Muridae
Sottofamiglia Murinae
Genere Maxomys
Specie M.panglima
Nomenclatura binomiale
Maxomys panglima
Robinson, 1921
Sinonimi

Rattus palawanensis

Il ratto spinoso di Palawan (Maxomys panglima Robinson, 1921) è un roditore della famiglia dei Muridi, diffuso nelle Filippine.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di medie dimensioni, con lunghezza della testa e del corpo tra 167 e 222 mm, la lunghezza della coda tra 180 e 226 mm, la lunghezza del piede tra 39 e 43 mm, la lunghezza delle orecchie tra 22 e 27 mm e un peso fino a 240 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è corta e spinosa. Le parti superiori sono color acciaio, mentre le parti ventrali sono bianche. Una striscia sottile bianca si estende dalle parti inferiori fino ai piedi. La linea di demarcazione lungo i fianchi è netta. La coda è più corta della testa e del corpo ed è scura sopra e più chiara inferiormente. Le femmine hanno un paio di mammelle pettorali, un paio post-ascellari e due paia inguinali.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie notturna e terricola.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nelle Filippine: Palawan, Balabac, Busuanga, Calauit, Culion.

Vive in foreste primarie e secondarie di pianura e montane, zone agricole e piantagioni fino a 1.550 metri di altitudine.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la presenza in diverse aree protette, la tolleranza al degrado del proprio habitat e la popolazione numerosa, classifica M. panglima come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Heaney, L., Balete, D., Rosell-Ambal, G., Tabaranza, B., Ong, P., Ruedas, L., Widmann, P. & Gonzalez, J.C. 2008, Maxomys panglima, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Maxomys panglima, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Musser, 1991.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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